Attenzione alle truffe bancarie, la storia di una ragazza vittima di una hacker che le ha svuotato il conto

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C’è chi approfitta della confusione dovuta all’emergenza Covid-19 per truffare le persone. Sono hacker intelligenti e molto preparati. Hackerano più che altro conti in banca tramite quello che viene comunemente chiamato ‘phishing’, una particolare tipologia di truffa telematica che solitamente si concretizza in messaggi di posta elettronica ingannevoli che riproducono precisamente la grafica delle mail bancarie. La vittima spesso viene convinta a fornire informazioni personali e codici di accesso.  

Ma non solo, in questo periodo sono aumentati anche i tentativi di frode online in cui il truffatore invia una mail alla vittima fingendosi proprio il suo (personale) servizio bancario. Il fine è ovviamente sempre quello di rubare i soldi sul conto.  

Ancora più sconcertante però è quello che è successo ad una ragazza di 23 anni residente nella piana che è stata truffata con una telefonata vera e propria. L’hacker l’avrebbe infatti chiamata fingendosi un’operatrice bancaria e nella telefonata avrebbe detto alla ragazza che c’era necessità di bloccare un bonifico in Olanda ad opera di un truffatore che le aveva hackerato il conto. La ragazza, preoccupata e credendo di parlare con il proprio operatore di fiducia, ha inserito nell’home banking il codice da lui ricevuto e ha autorizzato il bonifico credendo invece di bloccarlo. Ma ascoltiamo meglio questa storia.  

Raccontaci della telefonata e della successiva truffa.

“Un pomeriggio mi è arrivato un messaggio con scritto che era stato rilevato un accesso fraudolento al mio conto e che sarei stata contattata dalla mia filiale. Dopo pochi minuti squilla il telefono e sul display leggo il nome della mia banca, quindi rispondo. La donna che parla sa il mio nome e si presenta come un’operatrice bancaria notificandomi che il sistema centrale ha segnalato un accesso illecito al mio conto e che molto probabilmente qualcuno stava provato a truffarmi predisponendo un bonifico in Olanda. Avrei avuto tempo fino alle 17,30 per bloccarlo altrimenti tutti i miei soldi sarebbero andati persi. Mancavano pochi minuti quindi e, impaurita, le chiedo di agire immediatamente. A quel punto, non mi ricordo neanche come, mi chiede di accedere al mio home banking, di inserire il mio pin e il codice che mi era stato (da lei) inviato. Ingenuamente seguo le indicazioni. A quel punto lei mi conferma che è tutto risolto dunque io ringrazio e chiudo la telefonata. Solo dopo qualche minuto mi arriva un altro sms, sempre a nome della banca, con scritto che il bonifico in Olanda è stato confermato. Mi prende il panico e richiamo subito la filiale, a cui dico ‘sono la ragazza che avete contattato qualche minuto fa’. Ma loro non sapevano di cosa stessi parlando e allora li ho capito: per tutto quel tempo era stata al telefono con la mia hacker“. 

Cosa hai fatto dopo aver scoperto di essere stata truffata? 

“Sono andata dai Carabinieri e ho fatto denuncia. Ormai però bloccare il bonifico non era più possibile. L’unica cosa che ho potuto fare è stata chiudere il mio conto in attesa dell’appuntamento in filiale il giorno dopo. Lì ho firmato la pratica di disconoscimento sostenendo che ero stata raggirata da parti terze per cercare di avere un rimborso dalla banca”. 

Sei stata rimborsata? 

“No. Apparentemente sembrava che i soldi mi fossero stati riaccreditati ma la pratica non è andata a buon fine perché la responsabilità è stata attribuita del tutto a me in quanto avrei inserito il codice di conferma di mia volontà. Spiegare che credevo di parlare con il mio operatore di fiducia e che hanno usato il nome della banca per chiamarmi non è servito. Non recupererò mai i miei soldi purtroppo. La risposta della direttrice della filiale è stata semplicemente che gli hacker sono troppo bravi e che loro non coprono con l’assicurazione i clienti che forniscono dati sensibili o inseriscono codici senza verificare. Solo dopo il mio caso la banca ha mandato a tutti gli altri clienti un promemoria sull’homebanking per ricordare di non inserire codici e di verificare sempre chi c’è dietro queste telefonate”.  

La polizia postale è riuscita a rintracciare l’hacker? 

“No. Ho fornito tutti i dati ma è stato inutile. La telefonata dell’hacker è arrivata poco prima delle 17,30 perché sapeva già che dopo quell’ora non avrei potuto in nessun modo bloccare il bonifico e agire fino al giorno dopo. Ha quindi cancellato ogni traccia e anche l’Iban fraudolento che aveva creato. Nel frattempo però si è intascato tutti i miei soldi prosciugandomi il conto”. 

Purtroppo tutto questo è ormai all’ordine del giorno, soprattutto nei confronti degli anziani e dei più giovani, quindi attenzione alle truffe. Il consiglio è di controllare sempre il mittente e cercare di capire da chi proviene l’email o il messaggio, non aprire mai link o allegati vari e chiamare sempre il proprio operatore di fiducia per chiedere spiegazioni e chiarimenti. In caso di chiamate come questa, riattaccare subito e rivolgersi alla Polizia Postale. Il rimborso è previsto solo nei casi in cui l’hacker cloni la vostra carta di credito o entri abusivamente nel vostro conto senza ‘il vostro aiuto’.

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