Crea divisioni la scelta del Comune di cedere ad una società immobiliare privata che agisce come braccio operativo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca la proprietà di un’ampia parte dell’area della ex Manifattura Tabacchi, dove dovrebbe sorgere una sorta di nuova cittadella con residenze, servizi, spazi per il commercio, ristorazione e quanto altro venga in mente al privato lasciato libero da vincoli di funzione che di cessione della proprietà.
Nessuno nega che sia, da molto tempo, assolutamente indispensabile recuperare un complesso che occupa una enorme porzione di città, né che sia facile trovare fondi e forze disposte a intervenire per la rigenerazione urbana. Non favorisce certo l’arrivo di proposte il fatto che ci siano anche questioni come il ripetuto fallimento di aziende che operavano per il recupero dell’altra parte della manifattura e le pendenze giudiziarie ancora in corso.
Ma a tanta parte della città pare che non per questo si debba accettare una ristrutturazione purché sia, senza tenere conto delle effettive esigenze di un centro storico moribondo che avrebbe bisogno come il pane di recuperare funzioni che riportino residenza, frequenza, vivacità e vita. A partire magari dal far tornare dentro le Mura innanzitutto gli uffici comunali dispersi in periferia, ma anche sedi di uffici pubblici lasciati colpevolmente uscire dalle ultime amministrazioni pubbliche.
L’operazione che il Comune vorrebbe accingersi a concludere con insolita velocità suscita quindi riserve sia per il merito che per il metodo. Tanto che professionisti, tecnici, operatori commerciali, associazioni, studiosi, urbanisti, esponenti politici e persone comuni si stanno sentendo e riunendo per cercare di capire fino in fondo cosa sta accadendo e fare in qualche modo da argine alle pressioni che il Comune sta da una parte subendo, da un’altra sostenendo chi mette fretta per chiudere l’accordo sulla Manifattura a tempo di record e a condizioni capestro.
Si tratta di persone con diverse opinioni politiche che mettono al primo posto il reale interesse della città e la tutela di un bene pubblico così rilevante. C’è sorpresa, in questo gruppo trasversale, anche per le posizioni assunte dalla Fondazione CRL.
All’istituto di San Micheletto si riconosce il ruolo decisivo in tanti interventi sul territorio che hanno portato a recuperi eccellenti e impossibili altrimenti. Ma se nessuno disconosce il proficuo impiego dei redditi di provenienza pubblica che gestisce e mette a frutto la Fondazione, istituto di diritto privato che risponde solo al controllo del Ministero, non manca chi non nasconde dubbi sulla scelta di mettere a frutto il patrimonio pubblico attraverso operazioni immobiliari, con finalità commerciali e abitative, sia pure attraverso altri soggetti operativi.
Tra l’altro c’è anche qualche perplessità sul fatto che la rigenerazione di cui si parla garantisca guadagni in un momento in cui a Lucca il mercato immobiliare è saturo di offerte sia per la residenza che per i fondi commerciali. Sicuri invece i guadagni per i parcheggi a pagamento che verrebbero ceduti dal Comune al privato e che gli assicurerebbero nel tempo circa 60 milioni di euro d’incasso a scapito delle casse pubbliche e quindi a scapito dei cittadini. Poi ci sono operatori e proprietari di immobili che temono anche un contraccolpo sul valore delle loro attività o dei loro beni nel momento in cui arrivasse una nuova offerta così imponente sul mercato.
Tante, insomma, le ragioni e gli interessi del gruppo che si sta impegnando per capire bene i termini della questione e verificare se non sia possibile passare dalla fretta di arrivare alle approvazioni ad un aperto, trasparente e pubblico confronto.
Intanto sul progetto, pudicamente chiamato proposta, che circola, ma pare sia soggetto a modifiche continue, prima ancora che sia stato deciso con gara chi sarà il soggetto attuatore. Poi sulla ipotesi della realizzazione della larga passerella di collegamento diretto con le mura per valorizzare e rendere unico il nuovo complesso. Quindi sulla congruità del prezzo in cui la parte della Manifattura interessata viene ceduta dal Comune al privato; un prezzo ritenuto da molti troppo allettante per il privato che, una volta proprietario, potrebbe con pochi e iniziali interventi valorizzare subito il bene e in teoria rivenderlo con una grande plusvalenza. Infine, il destino dei parcheggi esistenti e di altri attesi da anni dalla città che il privato vorrebbe in gran parte a corredo del suo complesso, inibendo la possibilità di crearne altri che possano creargli concorrenza, e pretendendo di essere la fonte della politica sulla mobilità e sui trasporti del territorio Comunale per i prossimi 50 anni.
Il gruppo trasversale si chiede inoltre se siano soltanto voci infondate quelle che parlano di proposte che già ora il privato avanzerebbe riguardo contratti di affitto ad eventuali interessati a prendere fondi ristrutturati nella Manifattura.
Su questi ed altri aspetti della questione il gruppo trasversale si sia organizzato per individuare le competenze in grado da consentire di operare su più piani. Compreso quello della giustizia amministrativa (per ora). A tempi brevi verrà fatta una presentazione ufficiale del gruppo, dei suoi obbiettivi e delle modalità operative.