Anselmo Marchi

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Qualche giorno fa l’Amministrazione ha ricordato questa bella figura di combattente lucchese con una cerimonia nella strada a lui “dedicata”, davanti al Palazzetto dello Sport.

Per la verità la strada sarebbe intitolata genericamente a tale “ A. Marchi”; verificando bene nella toponomastica della città quella via è intitolata non a Anselmo Marchi, ma a tale Arturo Marchi, un Vescovo di Lucca vissuto all’inizio del XX secolo.

Una targa alla base del primo fabbricato ricorda invece Anselmo, ma non il cartello indicatore. La via a lui intitolata è a Ancona, per la precisione a Belvedere Ostrense, dove, il 21 luglio 1944 è caduto in combattimento.

Via Arturo Marchi, Lucca  
Via Anselmo Marchi – Belvedere Ostrense, Ancona

Comunque sia bene han fatto a ricordare questo marinaio di Lucca, anche se in una strada che non è a lui “intitolata”, ma solo al momento “dedicata” con una targa in marmo posta alla base del fabbricato d’angolo.

Anselmo Marchi era nato a Lucca, l’8 giugno del 1920. Nel 1938 entrò nella Accademia Navale di Livorno, per uscirne nel ’41 con il grado di Guardiamarina. Viene imbarcato sull’Incrociatore “Trieste” e poi sul “Gorizia”, e infine sulla Torpediniera “Sirio”.

Promosso sottotenente di vascello, frequenta, dal febbraio 1942, la Scuola di Osservazione Aerea di Orbetello e conseguito il brevetto di “Osservatore” presta servizio nella 171° squadriglia idrovolanti, nella 188° ad Elmas, ed infine nella 146° ad Olbia.

Si specializza come Osservatore aereo ed ottiene il distintivo d’onore di secondo grado ricognizione marittima.

Nel dicembre 1943 viene inviato al Dipartimento Marittimo di Taranto e poi, a domanda, al reggimento di Marina San Marco, ricostituitosi dopo l’armistizio dell’8 settembre.

Comandò una compagnia di arditi del battaglione Grado che nella primavera del 1944 entrò a far parte del Corpo Italiano di Liberazione.

Risalendo la penisola con il C.I.L. lungo il versante Adriatico, durante un combattimento presso Belvedere Ostrense (An) perse la vita durante furiosi combattimenti contro le truppe tedesche.

La motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare ci racconta il fatto:

Comandante di compagnia, da lui portata ad alto grado di coesione e di tonalità spirituale, ricevuta la missione di proteggere il fianco ed il tergo di due compagnie lanciate al contrattacco, anziché assolverla da fermo come gli era stato ordinato, con audace iniziativa e superbo slancio, scattava egli stesso alla testa dei suoi uomini e travolgeva il nemico antistante. Non pago di questo successo si spingeva ancora più innanzi con una pattuglia esplorante e con brillante colpo di mano sloggiava un nucleo nemico da una casa, catturando prigionieri. Sul punto di proseguire, cadeva, falciato da una raffica di mitragliatrice. Fulgido esempio di eccelse virtù militari e di dedizione alla Patria.

Belvedere Ostrense, 21 luglio 1944.
Vittorio Lino Biondi
Vittorio Lino Biondi
Sono un Colonnello dell'Esercito Italiano, in Riserva: ho prestato servizio nella Brigata Paracadutisti Folgore e presso il Comando Forze Speciali dell'Esercito. Ho partecipato a varie missioni: Libano, Irak, Somalia, Bosnia, Kosovo Albania Afganistan. Sono infine un cultore di Storia Militare.

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2 Commenti

  1. Colonnello Biondi , grazie per la spiegazione,dettagliata e precisa, COMPLIMENTI! ASS. COMB.e Reduci MARCHESA ANNA TORRIGIANI FRY MEDAGLIATA DI BRONZO AL VALOR MILITARE di Camigliano S.Gemma.

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