Sembra una partita a squash: palline come schegge impazzite che tornano poi sempre indietro, senza – per ora – prendere il volo o comunque una traiettoria precisa. Siamo in campagna elettorale, ed è vero che un anno, nei tempi della politica, è un tempo immenso, ma è innegabile anche che si inizino a tirare giù le carte già da adesso, o a tenerle ben nascoste per poi sfoggiare un bel poker d’assi al momento giusto.
Analizziamo lo scenario ad oggi, partendo da due assunti principali ed innegabili: se da una parte mai come in questo momento il centrodestra ha l’occasione per vincere a mani bassi, complice la situazione nazionale ma, anche la semplice stanchezza di tutti quei cittadini lucchesi che non si sono trovati rappresentati dall’ultimo mandato dei democratici, dall’altra è ovvio che il Pd continua ad avere un forte bacino elettorale, ma soprattutto una struttura e organizzazione territoriale molto salda, fattore su cui il centrodestra è più carente.
Tornando al momento storico in cui viviamo e restando nella nostra Lucca si può dire che il centrodestra, dopo molti anni si è mosso con discreto anticipo, cercando quell’unione fondamentale per sbarcare il lunario: insomma, se concretamente i tre partiti Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, insieme alle civiche SìAmoLucca e Difendere Lucca, trovassero la perfetta combinazione su programma elettorale e candidato, potremmo affermare con discreta consapevolezza che salirebbero al potere dalla città. Ma tra il dire e il fare, in questo caso, non c’è di mezzo il mare, ma la scelta di quel candidato che, ogni giorno a turno, passa nel tritacarne dei giudizi, come è giusto forse che sia.
Se parliamo di nomi del centrodestra, è inutile fare finta di niente, la città punta il dito su Mario Pardini, nonostante lui – a quanto pare – non abbia ancora confermato pubblicamente la sua candidatura, ma si sia solo messo a disposizione della città creando la sua associazione “Lucca 2032”, già attiva sul territorio. Figura indubbiamente affidabile, seria, mai sopra le righe, che cerca di farsi spazio tra le dinamiche di un gioco mai come ora infuocato. Le sue intenzioni, da quanto si è potuto apprendere, possono risultare sicuramente ambiziose, ma basteranno ad ottenere l’appoggio dell’intero centrodestra e, finalmente, ad unirlo? Al riguardo infatti sembra crescere un discreto dibattito tra gli esponenti dei partiti, di fronte a un Pardini che per il momento preferisce attendere il momento giusto per rivelarsi, proseguendo con le attività della sua associazione, in attesa di quella che apparirebbe come una investitura ufficiale. Certo la sua foto con Salvini non è passata inosservata, servendo ai curiosi e ai politologi improvvisati – ma anche a quelli più esperti – l’assist perfetto per domandarsi se quei rapporti del rampollo lucchese con i piani alti, non siano proprio la garanzia che lo tengono tranquillo ed al primo posto tra i contendenti in lista.
Sempre nel centrodestra, soprattutto dopo un sondaggio uscito su alcuni media qualche giorno fa – nonostante i sondaggi vadano presi con le pinze, a così tanto tempo dalle elezioni- , l’altro nome che serpeggia tra i protagonisti è quello di Remo Santini, che secondo il sondaggio ad oggi sembrerebbero convincere oltre il 60% della città. Pare infatti che, dopo questo risultato l’ex candidato sindaco nel 2017, che dopo la sconfitta per un pugno di voti si è seduto all’opposizione portando avanti battaglie senza risparmiarsi mai, sia fortemente tentato nel riproporsi, forte anche dell’appoggio e la fiducia di alcuni esponenti del centrodestra, anche in un ruolo super partes che lo vedrebbe come ‘conciliatore’ di tutto il movimento centrodestrista.
Da non sottovalutare poi, il ruolo delle civiche e quindi i nomi dello stesso Santini e di Fabio Barsanti che, a prescindere da una possibile candidatura a Sindaco, giocheranno un ruolo tutt’altro che scontato e secondario. Se essi dovessero buttarsi alle cattive e non appoggiare il candidato sindaco, qualunque esso sia, condurrebbero ad una inevitabile divisione del centrodestra e, con tutta probabilità, a una più complessa vittoria elettorale. E’ quindi fondamentale che il candidato venga scelto davvero sulla base della comunione d’intenti, perché un Santini o un Barsanti, potrebbero davvero riuscire a spaccare il centrodestra, con conseguenze ovvie. Quindi giù le maschere centrodestra, o indossate quelle giuste che, anche se il 2022 è lontano, il piatto è già ben servito adesso!
Dall’altra parte l’Assessore Francesco Raspini ha fatto il passo (più lungo della gamba?) di candidarsi a Sindaco per le prossime Amministrative, fondando la sua associazione “Lucca Futura”. Sicuramente un uomo, seppur giovane, con esperienza e ambizione: la perfetta prosecuzione degli affezionati di Tambellini, che indubbiamente ce ne sono ancora molti, ma l’essere il pupillo dell’ormai Sindaco uscente sarà sufficiente a conquistare la città?
Cose già viste? Stesse dinamiche? Probabile, ma non scontato. Come non è scontato che lo stesso Raspini sia il candidato del centrosinistra: nel toto-nome va forte anche l’assessore Vietina, personalità un po’ in disparte ma salda nelle sue convinzioni, e l’assessore regionale Baccelli che a quanto pare potrebbe essere la soluzione perfetta per piantare la bandierina Marcucciana a Lucca.
Duello Raspini – Pardini, quindi?
Sicuramente no, o almeno non ancora, anche se molti già preparano le armi per scendere in campo per questa battaglia, mentre altri la considerano invece come le due facce della stessa medaglia. Due personalità sicuramente valide, ma che – a quanto pare – potrebbero scivolare nelle stesse dinamiche già viste da troppi anni in una Lucca che attende, oggi come non mai, una figura dirompente che spacchi tutti quegli schemi a cui siamo abituati.
Non dimentichiamoci poi del jolly Giorgio Del Ghingaro: c’è chi crede che Re Giorgio non fa mai le cose a caso e che, nonostante la vittoria a Viareggio di nemmeno un anno fa, stia seriamente pensando di mettere le mani su Lucca, dando filo da torcere e sparigliando tutti i piani. Vero è anche che conosciamo Del Ghingaro e, politicamente parlando, sappiamo essere un gran giocatore: che stia solo alzando in tiro?
La partita è aperta ma a tratti sembra già chiusa, in realtà deve ancora iniziare: chi avrà le carte giuste per vincere? Un Pd attaccato a un passato forte e unito che oggi fa i conti con un presente vacillante e incerto o un centrodestra che ha, se solo riuscirà ad unire i punti del puzzle, la reale e concreta possibilità di ribaltare la situazione?