Per i turisti e per i fedeli che hanno frequentato la chiesa cattedrale di San Martino non è stata una sorpresa. Ormai da oltre un mese, attraverso la finestra che viene aperta nel cantiere allestito nel transetto nord, era chiaramente visibile la nuova colorazione del Volto Santo. È doveroso fare memoria di un evento letteralmente storico che cancella dalla memoria dei lucchesi, fedeli e noi, e dei pellegrini quell’immagine che aveva portato a definirlo come il «Cristo nero dei lucchesi».
Una memoria agevolata proprio dal comunicato stampa diffuso, venerdì 6 dicembre 2024, dagli enti che stanno curandone il restauro. Avevamo già trattato l’argomento restauro della sacra effige il 3 giugno 2024 anticipando che il Volto Santo sarebbe tornato alla sua colorazione originaria e dunque che il restauro avrebbe rimosso gli strati superficiali scuri. Ora leggiamo insieme il comunicato diffuso il 6 dicembre e articolato in quattro parti.
1 – I PROTAGONISTI
«Due anni fa, il 1° dicembre 2022, cominciava, con la delicata fase di movimentazione dal tempietto del Civitali, il restauro del Volto Santo, sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e coordinato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze (Opd) d’intesa con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per province di Lucca e Massa Carrara (Sabap). Dopo le operazioni di messa in sicurezza dell’opera e di prima pulitura superficiale, all’interno del laboratorio allestito nel transetto nord della cattedrale, è cominciata un’approfondita campagna diagnostica realizzata in collaborazione con l’Opd di Firenze, gli istituti di ricerca di Bioeconomia del Cnr, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l’Istituto di Fisica Applicata Nello Carrara del Cnr di Firenze e l’Università di Pisa.
La campagna ha permesso di conoscere i materiali costruttivi della scultura, le tecniche esecutive, il meccanismo di ancoraggio del crocifisso sulla croce, gli interventi di restauro antichi e ha consentito di individuare gli strati pittorici che si sono sovrapposti nel corso del tempo, in gran parte sconosciuti, offrendo strumenti per intraprendere un restauro consapevole, metodologicamente avvertito e quanto più possibile sicuro. Grazie a questi dati si è potuto procedere alla separazione del Cristo dalla Croce, mantenendo intatti i perni originali, così da permettere il restauro anche del retro del crocifisso e delle parti della croce prima inaccessibili».
2 – IL RESTAURO IN CORSO
«Come concordato con il Comitato promotore del restauro del Volto Santo, che ha accolto le indicazioni del Comitato scientifico, è ora in corso la rimozione dello strato superficiale scuro che ricopre l’intera scultura, composto da materiali di non particolare pregio quali cere pigmentate sugli incarnati e sui capelli e da nero carbone sulla veste. Liberato da questi depositi, il Volto Santo sta riacquistando la cromia sottostante e che ha mostrato per la maggior parte della sua esistenza, come testimoniato da molte sue raffigurazioni e testimonianze storiche. Non è mera operazione filologica, è il recupero dei valori simbolici, del messaggio; è la riscoperta della preziosa immagine, della ricchezza materica che per secoli ha caratterizzato l’iconografia del Cristo che trionfa sulla morte.
La veste sta ritrovando la tonalità blu scura ottenuta con il prezioso lapislazzuli e le dorature a foglia d’oro che ornavano le maniche, lo scollo e il bordo della veste; gli incarnati si ripresenteranno di color «carnicino» e i capelli e barba riacquisteranno la precedente colorazione più chiara e vibrante di striature. La rimozione dello strato superficiale scuro permetterà infine di riapprezzare la finezza del modellato. Sulla croce la rimozione dello strato nero sarà seguita da quella del livello successivo realizzato in azzurrite, estremamente lacunoso e fragile. La sua estensione limitata, in considerazione all’importanza dell’Opera per la comunità lucchese, ha imposto di rimuovere questo labile strato per riportare alla luce quello sottostante, originario e meglio conservato, più prezioso e resistente. La croce riacquisterà così la decorazione policroma rossa, porpora e blu di lapislazzuli, impreziosita da decorazioni in bianco».
3 – LE ULTIME FASI E LA FINE DEL RESTAURO
«Parallelamente, è in corso la progettazione di un sistema di rinforzo degli ancoraggi originali che tengono insieme crocifisso e croce, così da garantire la stabilità dell’opera e facilitarne la ricollocazione nel tempietto, nonché eventuali futuri interventi. Le prossime fasi di restauro, una volta terminata la rimozione dello strato superficiale, saranno il consolidamento delle parti lignee danneggiate o deboli sia della croce che del Cristo, il ritocco pittorico di eventuali piccole lacune, il ricongiungimento di croce e crocifisso tramite i perni originali e il nuovo sistema di rinforzo per concludere con la stesura dei necessari protettivi.
Nonostante la delicatezza delle operazioni, lo sforzo collettivo della restauratrice Francesca Spagnoli con i tecnici Opd (Chiara de Felice, in forza al settore Sculture lignee e i professionisti del reparto supporti lignei del Settore Dipinti diretti entrambi da Sandra Rossi) in collaborazione con l’Ente Chiesa Cattedrale di San Martino e la Soprintendenza Sabap, con il funzionario Ilaria Boncompagni è finalizzato a rendere il Volto Santo pienamente visibile entro settembre 2025. Gli aggiornamenti sulle fasi di restauro sono periodicamente disponibili sull’apposito sito web dedicato https://voltosantolucca.it. Inoltre tutta la cittadinanza può prenderne visione dalla finestra aperta sul laboratorio (quando non sono in corso i lavori infatti la tenda viene aperta) e il Volto Santo è pienamente visibile. Entro Natale anche il totem di fronte al laboratorio aggiornerà con immagini e brevi messaggi su tutte le fasi del restauro, comprese le più recenti».
4 – TEMPIETTO E ARREDI
«La rimozione del pannellato ligneo dietro la scultura durante le operazioni preliminari al suo spostamento dal tempietto al laboratorio di restauro ha rivelato la presenza di lacerti di pittura murale sulla parete interna della cappella realizzata dal Civitali per il Volto Santo. In parallelo al restauro del venerato crocifisso, è partito così quello dei nuovi lacerti ma anche delle volte dipinte del tempietto.
Gli interventi sulle pitture murali frammentarie sono oggetto di una tesi di diploma della scuola di Alta Formazione e Studio dell’Opd (allieva Giorgia Uraghi sotto il coordinamento scientifico di Sara Penoni del Settore Pitture Murali dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, diretto da Renata Pintus), quelli sulle altre superfici dipinte a Co.re Conservazione e Restauro di Carolina Cannizzaro e all’Atelier del Mal D’Estro di Andrea Pierotti e Cristiana Franceschini con Massimo Moretti per le parti lapide interne.
Anche il Nimbo, il semicerchio attributo fondamentale dell’iconografia del Volto Santo, è in corso di restauro da parte del settore Oreficeria dell’Opificio delle Pietre Dure, diretto da Riccardo Gennaioli, mentre gli angeli del Passaglia che affiancavano la croce e la colomba saranno restaurati da Sveta Gennai. Le operazioni di restauro del Tempietto sono cofinanziate dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e dall’Opera del Duomo di Lucca, per far sì che il Volto Santo dopo il restauro possa essere degnamento ricollocato nella cappella che per secoli lo ha conservato».