Intervistiamo il colonnello Biondi, collaboratore del nostro giornale e grande esperto di questioni militari, riguardo l’operazione alleata della Liberazione di Lucca del 5 sett 1944.
L’analisi di alcuni aspetti della Liberazione ha esclusivamente carattere storico militare e non politico, non inficiando in alcun modo la definita riuscita della Liberazione di Lucca.
Uno dei temi di storia militare che ci riguarda più da vicino è la Liberazione di Lucca e il mancato bombardamento della città di Lucca:
“…peraltro già…sgomberata dal C.L.N., quindi la definizione “Liberazione di Lucca” da parte degli Alleati è un poco… sovradimensionata; semplicemente i tedeschi se ne erano andati il giorno prima attestandosi a Nord della citta. Poi non contenti, per festeggiare la Liberazione a modo loro cannoneggiano successivamente Lucca causando alcune perdite! Un proietto di artiglieria tedesco cadde dentro la Chiesa di Piazza San Giusto e per fortuna non esplose; c’è nell’angolo di sinistra della chiesa una pietra scheggiata e una apposita scritta che ricorda il miracoloso fatto.
In realtà non c’era alcun progetto di bombardamento nè cannoneggiamento alleato della città di Lucca. Questa “vulgata storica” non è oggettivamente suffragata da nessuna fonte militare degna di considerazione. Capisco che a volte, si enfatizza, si ingigantisce, anche il piccolo fatto per assurgerlo a livelli di interessamento, ma la storia è fatta di analisi di dati, non di ingigantimenti”.
Ma non esiste un documento scritto che parla di questo?
“No. Esiste un semplice “modulo per messaggi”, un format usato dalle Trasmissione dell’US Army, compilato a mano dal Col. Sherman che comanda il 370 Reggimento, l’unità americana della 92° Divisione “Bufalo”, incaricato dell’attacco su Lucca su tre direttrici; la principale quella centrale arriva a Vorno, il Comando si era posizionato in Villa Francesconi, e li il Col. Sherman riceve i 4/5 (il numero è stato nel tempo un po’… variabile….) partigiani al comando del Cap. Bonacchi (una grande persona, coraggioso e semisconosciuto, bene ha fatto l’amico Paolo Bottari a ricordare recentemente con un libro sulla sua figura!…), che reca una lettera nella quale si chiede, tra l’altro di NON bombardare Lucca.
La richiesta è di non bombardare, ma è frutto di una personale, prudenziale e sovrastimata considerazione del locale C.L.N. Il Col. Sherman, nel “modulo per messaggi” di ritorno, il 5 sett. del ’44 scrive che i patrioti, …”hanno aiutato me e le mie truppe, passandomi informazioni, portando messaggi e attraversando le truppe tedesche. Il loro aiuto è stato incalcolabile”. (Documenti e Studi nr 1 dell’ISREC dicembre 1984)
Non una parola riguardo il paventato il bombardamento né diniego di esso… Semplicemente li ringrazia per il loro incalcolabile aiuto nel fornire preziose informazioni, ma non si cita mai la parola o l’attività di bombardamento….
Basta leggere, son poche righe; e non inventarsi niente”.
Ma perchè allora si pensa che Lucca sarebbe stata bombardata?
“La valutazione operativa che compie qualche giorno prima il C.L.N. locale è sicuramente sovrabbondante, ed estremamente prudenziale; d’altra parte erano però ben nota la copiosa attività di preparazione con ampio uso dell’artiglieria pesante e del bombardamento strategico aereo da parte degli alleati; per questo motivo, per una estrema forma di prudenza, assolutamente condivisibile, decisero di “prevenire” in tutti i casi una eventuale, ma non pianificata attività di preparazione di artiglieria; mica hanno sbagliato, solo che nel caso di Lucca non c’era questa esigenza”.
Come mai non c’era questa esigenza per Lucca?
“Lucca, al di la delle fantasiose e a volte arbitrarie valutazioni storiche, spesso arbitrarie, spesso per …”ingigantire il luccio”… NON era una città di valenza strategica. Assolutamente!
Non contava… non era necessario sprecare ne tempo ne risorse. Non era un ostacolo, bastava aggirarla, passarle al largo e proseguire. Che potevano fare gli eventuali difensori tedeschi asserragliati nelle “ancient walls?”
Sarebbero stati molto sciocchi (e i tedeschi han tanti difetti, ma questo no), perchè bastavano 4 posti di blocco, uno al Nelli, uno a Porta Elisa, uno al bombolonaio del Gianotti e una fuori porta San Donato; chiudere l’acqua e aspettare… semplice no? L’ho messa un pò su faceto…, ma in realtà è esattamente così.
Vuole la riprova “seria” che Lucca NON è una città di valenza strategica?”
Certo!
“Lucca nel corso del 44/45 riceve (purtroppo/per fortuna) una sola, dico UNA sola missione di bombardamento aereo “doppia”, il 6 e l’8 gennaio alla Stazione di Lucca zona Officine Lenzi-Mercato di Pulia. Gli aerei alleati, provenienti dalla Corsica, distruggono 17 edifici e causano 24 perdite umane. Ma non una bomba cade sui prati della circonvallazione o dentro le mura. La città d’arte viene risparmiata.
Viareggio, di contro riceve da parte degli Alleati 76 missioni di bombardamento pesante, che distruggono bel 1700 abitazioni nella zona del cavalcaferrovia, e ne danneggiano pesantemente altrettante, causando oltre 180 morti!
Pisa viene trattata anche peggio con il disastroso bombardamento del 15 agosto nella zona sud della città! Oltre 2000 vittime.
Basta per spiegare che Viareggio, a differenza di Lucca, è considerata “strategicamente” molto più importante, perché ha uno scalo ferroviario significativo dove confluisce la dorsale tirrenica e quella Viareggio-Firenze, ed ha un porto.
Poi, particolare rilevante Viareggio non è una città d’arte… ma un bersaglio spendibile”.
Può spiegare meglio questo passaggio?
“Certo. Dopo la sciagurata e inutile distruzione della Abbazia di Montecassino, del 15 febbraio ’44, ad opera della forza strategia aerea alleata, il Gen. Eisenhower si rende conto del livello di distruzione storica dei nostri monumenti nazionali, i cosiddetti “beni culturali”, e della importanza di preservare, nei limiti del possibile tali beni culturali; emette quindi ben due ordini interni molto precisi, che qualsiasi storico vero può reperire oggi, ne quali, “proscrive” qualsiasi distruzione di città e opere d’arte, se non strettamente necessaria allo sviluppo diretto delle operazioni militari terrestri.
Mi spiego meglio; Pisa il 31 agosto del ’44 ricevette un distruttivo bombardamento aereo che causa migliaia di vittime e distruzioni pesantissime; l’obiettivo era la zona di Porta a Mare, lo scalo ferroviario e la zona industriale aereoportuale, quindi punti strategici della città; il bombardamento fu devastante. Pisa era una città sull’Arno che si opponeva direttamente alla avanzata della 5° Armata. Obiettivo strategico.
Ma non una bomba cadde oltre il giardino Scotto, nella zona della basilica e della Torre. L’obiettivo di preservare in qualche modo la parte monumentale fu perseguito; fu colpita la zona civile e industriale ferroviaria. Perché questi punti erano quelli strettamente necessari.
Ma i famosi 20 cannoni predisposti a Guamo pronti a cannoneggiare Lucca allora?
A volte si fa un pò di confusione sulle date… il 598 Reggimento artiglieria che supportava l’avanzata del 370° Rgt US che entra a Lucca, era in realtà in movimento da Bientina verso nord-ovest, verso Lucca lungo la Sarzanese. Al 5 settembre era schierato un pochino oltre, piu a est, diciamo prima di Colle di Compito e aveva la visuale impedita dalle colline per colpire Lucca. Non esiste alcun documento militare, un ordine di operazioni, nessuna cartina che indica al 5 settembre la posizione a Guamo! Sono le solite vulgate tramandate e ingigantite.
Successivamente al 5 settembre l’artiglieria si avvicina a Lucca e si schiera in zona, ma ripeto, dopo il 5 settembre; il Posto Comando della artiglieria (osservatorio) fu posto sulla sommità di una chiesa di Lucca, ma dopo il 5 , non prima! Quindi non erano assolutamente schierati per bombardare Lucca. Da quella posizione avrebbero supportato l’avanzata degli Alleati verso la Valle del Serchio, quindi a Nord. La storia del bombardamento di Lucca non è semplicemente vera.
Abbia pazienza… io mi rendo conto… ma lei ha idea del peso, delle dimensioni e del tempo necessario per movimentare 20 cannoni da 105? Non son mica mitragliatrici! Ogni pezzo M101 pesa 2 tonnellate, poi ci sono i trattori, il personale, le pesantissime munizioni (15 kg ciascuna!). Per mettere in linea un gruppo di artiglieria ci vuole una giornata.
Ma soprattutto… quando si è mai visto che un Comandante operativo fa schierare l’artiglieria DAVANTI alla Sua prima linea?
L’artiglieria sta sempre dietro, ben dietro… ha necessità di tempo e spazio per manovrare in caso di pericolo: le faccio un semplice esempio: durante la fase d’inverno, la prima linea americana andava da Sommocolonia a Nord di Barga fino a Gallicano circa. Le artiglierie “leggere” che tanto leggere poi non sono, gli obici da 105 appunto, erano schierati nella piana di Loppia, 4 km più dietro!
Tornando a Lucca, se la fanteria americana era posizionata a Vorno, come facevano a schierare le loro artiglierie di supporto a Guamo (che è davanti rispetto a Lucca)? Ma si rende conto delle castronerie militari che a volte i cosiddetti pseudo storici da un tanto al Kilo prendono? Basterebbe aver fatto tre mesi di servizio militare per capire che non funziona così… dai…”
Ma il fatto che il Col. Sherman avesse una carta che diceva che Lucca era fortificata?
“Certo. Su una cartografia del ‘900 si riporta che Lucca è fortificata dalle Mura del 1560! Poi Elisa le trasforma in passeggiata! Gli americani disponevano in realtà di ottime fotografie aeree molto più precise e dettagliate; si figuri se le informazioni operative le traevano da una carta del 1938! Per cortesia”.
Ma l’incontro tra i partigiani lucchesi latori della lettera del CLN dove avviene allora? Non al Ponte dei Frati come anche recentemente è stato scritto in un articolo?
“Assolutamente no! Questa è una grossolana cantonata presa…
Il Ponte dei Frati è il punto nel quale i patrioti “passano” l’Ozzeri per andare su a Vorno, dove si era insediato il Col. Sherman, Comandante del 370 Rgt. Il Comando era in Villa Francesconi.
(Relazione Bonacchi, in Punto 12 Doc. & Studi ISRECnr.1 dic 1981)
Per inciso, a lungo si è riportato, sbagliando che i patrioti “guadarono” l’Ozzeri; ora, chiariamo i termini e ridimensioniamo correttamente le parole, a volte storicamente abusate: o i 4 partigiani passano sul/sopra il Ponte dei Frati, e c’è un apposito cippo che li ricorda (4 sono i nomi scritti, non 5…) oppure ci passano sotto; ma non ha senso se c’è un ponte apposta! In questa stagione, 4 settembre, il canale Ozzeri ha una altezza media dell’acqua che varia dai 4 ai 9 cm… i pesci vi boccheggiano…
l’Ozzeri non si guada a settembre! Si salta semplicemente di là!
O come si dice a Lucca si “abbacca”.
A proposito del Col. Sherman e del Cap Gandy… Il Comune di Lucca diversi anni fa gli ha conferito la cittadinanza onoraria.
“Si, bella figuretta, abbia pazienza… Il Cap Gandy è stato un bravo soldato senza discussioni; caduto in combattimento a Monte Canala zona Pietrasanta a metà ottobre del ’44, merita sicuramente un riconoscimento. È il primo ufficiale “bianco “ che entra a Lucca,
Invece decisamente meno “militare” è la figura del Col. Sherman, al quale è stata tributata la stessa riconoscenza.
Il suo comandante, il Gen Clark, nel libro di memorie da lui scritto “Calculated Risk” lo definisce “incapace!”
…“It (92nd Division) did not come up to the test, and when the German stuck down the Serchio Valley, the Regimental Commanders were unable to exercise sufficent control over troops in an emergency.”
f.to General Mark W. Clark , 5th Army Commander (Calculated Risk.New York: Harper & Brothers, 1950. Pag 413)
Ecco, in senso militare, credo che, se un Comandante definisce un suo subalterno con il termine di “Incapace”, probabilmente un fulmine di guerra non lo era.
Forse non era il caso di dargli la cittadinanza lucchese…
Interessante intervista; abbiamo compreso meglio come Lucca sia stata liberata.
In effetti Lucca , per la sua posizione, non era strategicamente interessante ai fini di un bombardamento alleato , come Viareggio e Pisa.
Essendo di origini laziali, i miei genitori raccontavano come nei primi mesi del 1944, prima della liberazione di Roma, i bersagli preferiti dall’aviazione alleata erano i porti marittimi, le vie consolari , ancora allora arterie di comunicazioni vitali, le stazioni ferroviarie e i campi di aviazione italiani, soprattutto nelle zone vicine ai fronti di guerra, linea Gustav e Anzio.
Dopo il tragico bombardamento di S.Lorenzo , nel luglio del 1943, Roma fu dichiarata ” città aperta” dalle autorità italiane, ma gli alleati non accettarono la nostra dichiarazione unilaterale e continuarono a bombardare le città del centro nord, importanti snodi ferroviari . Pagina tragica a sé la distruzione inutile dal punto di vista strategico di Montecassino, vero e proprio crimine verso l’umanità . Morirono centinaia di poveri civili che si erano lì rifugiati tra le mura dell’antica abbazia, sotto la protezione di S.Benedetto e i poveri frati. Tedeschi quasi nessuno.
Bravo Vittorio, intervista chiara e documentata.
Grazie al colonnello Biondi che con la sua attenta documentazione consente senz’altro di andare “oltre schermo”. Da bambino – vale a dire durante la guerra – soffrivo di una grave forma di tonsillite e i miei genitori decisero di farmi operare per l’asportazione dallo stimatissimo Dr. Francesconi che è senz’altro quello ad un certo punto richiamato nell’intervista. Lo ricordo bene: era un omone dai capelli bianchi corti e durante l’operazione portava il tipico specchio di Ziegler – una lampada frontale ad uso ORL- che incuteva timore (e conferiva autorevolezza).
L’intervento si svolse nell’ambulatorio del dr. Francesconi, in Piazzetta dei Cocomeri a Lucca, con mio padre che fungeva da rassicurante infermiere con il compito di tenermi avvinghiato con le braccia alla poltrona per far sì che non mi agitassi. Il ricordo di quanto scrivo è netto perché all’epoca non si usavano anestetici totali, ero lucidissimo e pregustavo i gelati che mi sarebbero stati dati dopo l’operazione per ridurre l’emorragia, un dopo che dipendeva da quanto velocemente quell’omone avesse asportato le mie tonsille.
Ad un certo punto, quando tutto era pronto per l’intervento, cominciammo a sentire quel tipico rombo di aerei bombardieri. Sembravano in avvicinamento su Lucca , Un rombo che non riuscirò mai a dimenticare. Babbo guardò interrogativamente ill dr. Francesconi e si rivolse a lui che evidentemente considerava persona informata (seppi poi che lo era), chiedendo se non fosse il caso di sospendere tutto ( cosa che sul momento mi preoccupò parecchio perché avevo già fatto la gola al gelato!). Lui lo rassicurò: “Stanno andando su Pisa. Lucca non è al centro dell’ interesse”. L’operazione andò avanti ed io ebbi il mio gelato. Era sicuramente di Agosto nel 1943, la data precisa non la ricordo proprio. Quel giorno fu tremendamente bombardata la parte sud di Pisa provocando un migliaio di morti e molta distruzione.
Del bombardamento di Pisa ho un ricordo preciso.