E’ una Lucca che non avevamo mai visto prima e che, molto probabilmente, non vedremo mai più. Una Lucca prigioniera nel silenzio più assordante dell’immobilità più assoluta. Una Lucca deserta, per la prima volta spogliata delle sue abitudini e dei suoi ritmi, che fa emergere la sua vera essenza, la sua voce: quella delle strade vuote, dei passi dei pochi che si avventurano, delle sue ombre, delle sue luci. Una realtà che, a cose normali, nella quotidianità frenetica non riusciremmo a scorgere. E per questo così preziosa da immortalare.
E chi ha colto l’unicità di questa occasione si chiama Giorgio Leone, fotografo professionista, che vive e lavora a Lucca. Lui la fotografia l’ha sempre respirata in casa, fin da piccolo, quando osservava il padre stampare fotografie in bianco e nero nella sua camera oscura, o quando proiettava le diapositive in casa con gli amici. Una passione che l’ha accompagnato da allora fino ad oggi, e che lo porta a definirsi “un fotografo di professione che per passione fa fotografie”.
I primi giorni di lockdown faceva delle foto in casa, lavori semplici. Poi ha iniziato ad avvertire il bisogno di fare qualcosa di più, e pensando che la sua città era chiusa, in un momento storico ed in una condizione così particolari, ha scritto una lettera al sindaco per avere il permesso di uscire allo scoperto e iniziare il suo viaggio (per noi) alla riscoperta di quella stessa città. E proprio come se la vedesse per la prima volta, l’ha osservata, sentita ed ascoltata profondamente.
Il titolo di questo viaggio fotografico, se vogliamo anche un po’ introspettivo, è Nosos, un termine greco che significa malattia, disagio. Invisibile, come il contagio virale dell’uomo che ostinatamente si disinteressa a tutto e non si accorge di quello che gli accade intorno mentre è occupato a fare altro. Un racconto per immagini che porta alla realizzazione di un affascinante progetto di cui fanno parte, oltre al fotografo Leone, anche la giornalista e professionista della comunicazione Debora Pioli per i testi, Alessandro Puccini per i video, Luca Contini per l’audio e Luca Bacchetti per la musica.
“E’ un racconto di un viaggio nel centro storico quando era vuoto – spiega Giorgio Leone – insieme a tutti i suoi rumori di città deserta. Meglio chiamarli suoni, che poi sono la voce di questo Nosos, che non esiste ma che era ben presente quei giorni in città ed ha fatto emergere il lato segreto di Lucca, una versione di sé integralmente spogliata”.
Giorgio Leone ha raccolto immagini semplici della città che si rivelano oggetto di una complessa meditazione personale che porta ad una nuova consapevolezza: scoprire la vera essenza e natura di una città. Ed in questo Giorgio ci invita a fermarci, osservare, ascoltare, intercettare nuovi suoni mai sentiti e scorgere nuovi angoli di paesaggio mai visti prima. O forse sì, ma non con gli occhi del Nosos.
“Volevo solo lasciare una documentazione fotografica che rimanesse lì per sempre – racconta Leone – disponibile per tutti, di questo particolare aprile 2020 a Lucca, che ho raccolto sul sito www.nosos.it“.
Un progetto dagli echi affascinanti ed originali, già molto apprezzato dai cittadini. Non è escluso che in futuro questo catalogo virtuale possa trasformarsi in un libro. Sarebbe una bella idea, bellissima.