Il mio 25 aprile – di Lettore ’46

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Il giorno che celebro l’anniversario della Liberazione mi sono alzato molto presto anche per leggere alcuni quotidiani. E, chissà per quale combinazione astrale ho cercato di ricordare come trascorsi il 25 aprile del ’68, col vento della emancipazione in poppa che proveniva da occidente, compresi quegli Stati Uniti che ci avevano liberato dal nazifascismo…

…però a questo punto la memoria ha perso di lucidità perchè molti avvenimenti si erano accavallati prima di quell’anno, nell’est europeo dove l’Unione sovietica aveva occupato parecchie nazioni (una per tutte, l’Ungheria nel ’56, ricevendo l’appoggio del segretario del partito comunista italiano).

Noi in Italia eravamo impegnati nella ripresa economica, la resistenza aveva vinto e i partiti democratici erano alla guida del Paese: il 25 aprile veniva festeggiato praticamente da tutti escluso i cosiddetti nostalgici, in netta minoranza. Le manifestazioni di aprile si sono ripetute nel tempo ma il dibattito politico e soprattutto la propaganda partitica ha portato sempre più verso scontri e rivendicazioni, giustamente evocando l’antifascismo ad ogni piè sospinto. Le nuove generazioni, a cominciare dal periodo scolastico, si sono trovate a studiare il fascismo fin quando la parola stessa, abusata, ha finito per svilirsi e, un crescente numero di persone, elezioni alla mano, ha cominciato ad interrogarsi: dov’è il fascismo? mentre invece i paesi dell’est continuavano ad assaggiare il regime comunista.

Anche oggi festeggio come al solito l’anniversario della Liberazione – ma sento ripetere in continuazione che lo celebriamo per battere questa destra, che nel frattempo è andata al potere. E allora chiedo: Come è stato possibile? Perché? C’è qualcuno che ha sbagliato? La gente comune era insoddisfatta? La democrazia è in crisi? Oppure anche “questa destra”, benché bislacca e inesperta, in fondo è democratica? Molti anni fa c’era chi sosteneva che bisognava avvicinare il Pci al potere, magari anche con la creazione delle regioni, per “decomunistizzarlo”, – fatto che nel tempo è avvenuto (Pd) e definitivamente acclarato con la cosiddetta Seconda repubblica.

Mentre leggo i giornali, mi interrogo: qualcosa sta davvero cambiando? La stessa gente comune, compreso chi non è convinto che la defascistizzazione sia realizzata, non si sarà decisa a tentare (semel in anno licet insanire…) un avvicinamento maggiore di “questa destra” verso una proposta meno estremista? Ciò andrebbe nella direzione di una pacificazione nazionale, a vantaggio di un riequilibrio del quadro politico propedeutico a rilanciare davvero un paese che forse potrebbe tornare grande. Oppure questo è già sotto i nostri occhi, basta volerlo vedere – e quindi la società civile che va a votare è avanti ai molti partiti e ai mass media che troppo spesso si limitano alla semplice e vuota propaganda, come novelli conservatori?

Lettori n. 46

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