Nel panorama politico comunale e in perfetta coerenza col percorso di trasformazione compiuto negli ultimi decenni, il PD continua ad occupare, suo malgrado, un ruolo che non corrisponde esattamente alla qualità e all’efficacia delle risposte amministrative che ha saputo dare per lo sviluppo sostenibile del territorio, delle frazioni, dei paesi e del centro storico nell’ultimo decennio, ma anche negli anni precedenti come opposizione. Di fatto i suoi esponenti continuano ad impostare la loro governance su una sorta di presunzione autoreferenziale, secondo la quale si ritengono comunque i più onesti, i più preparati, i più democratici, i più giusti. Tale convinzione li porta talvolta ad assumere il ruolo di decisori, che possono andare oltre i limiti delle regole scritte e delle procedure burocratiche, che loro stessi hanno alimentato anche a livello regionale.Si promuovono arbitri supremi del bene e del male, in nome di una recondita convinzione di essere gli unici ad avere una sorta di diritto pregiudiziale su tale discernimento e spesso con tacite benevolenze. La recente “bacchettata” all’ing. Viviani, come definita in un articolo sul Tirreno, rientra in questa presunzione di ruolo, che non corrisponde affatto alla realtà. È molto facile per un sindaco fare proclami e ottenere l’accondiscendenza senza contraddittorio della stampa in questa fase elettorale: proprio quella stampa che, anziché svolgere la funzione censoria d’inchiesta che le compete, si limita a riverberare i chiacchiericci più inclini al potere vigente.Di fatto il sindaco ha inteso liquidare con il tono irrisorio e “manettaro”, che ha connotato tutta la sua esperienza amministrativa, un inquietante atto intimidatorio nei confronti di alcuni esponenti della cittadinanza attiva, che hanno più volte manifestato il loro dissenso con pervicace coraggio e con qualche sbavatura, contro il progetto social di San Concordio, il cui iter procedurale presenta alcune evidenti e oggettive anomalie, che non hanno suscitato l’attenzione della Magistratura. Il fatto che il procedimento giudiziario sia stato archiviato non significa che il procedimento amministrativo non contenesse opacità e temerari artifici, che vanno oltre i limiti procedurali, come evidenziato nella puntigliosa e complessa ricostruzione compiuta da Viviani. La successiva triste vicenda, assimilabile a un processo di abiura o a una sorta di “ritrattazione stalinista”, dimostra il coraggio nell’essere forte con i deboli e deboli con i forti, più volte riscontrato nel corso dei due mandati elettorali, e non nella determinazione per compiere le vere scelte amministrative: l’ennesima manifestazione di una debolezza strutturale di questa amministrazione che si intende perpetuare attraverso il suo delfino e che condannerebbe la città alla marginalità e al provincialismo per altri dieci anni.Confermiamo la nostra azione politica per interrompere, nell’interesse di tutta la comunità, questa esperienza di governo rivelatasi di modesto spessore, autoreferenziale e a tratti anche sprezzante verso chi manifesta critiche costruttive non allineate.