La scuola sciopera anche a Lucca per i tagli dei docenti e ai finanziamenti mentre nei containers “si muore di caldo”

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Oggi (30 maggio) la scuola si ferma e sciopera, anche a Lucca. Numerosi i presidi davanti agli istituti dove i docenti durante la giornata spiegheranno ai genitori le conseguenze del Decreto Legge 36.

Nel mirino infatti c’è quello che è stato definito il Decreto Scuola, che prevede una riprogrammazione strutturale del sistema di istruzione, a discapito però, secondo gli scioperanti, dei docenti e del personale Ata in quanto non risolverebbe le condizioni precarie e taglierebbe i fondi della scuola pubblica. Allo sciopero partecipano tutte le sigle dei sindacati: Flc Cgil, Cisl scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams.

Il decreto prevede il taglio di 9mila 600 docenti, un danno, secondo i professori, “che ricadrebbe sugli alunni, costretti alle classi ‘pollaio’, troppo affollate, dove inevitabilmente anche la didattica perde di qualità”.

Inoltre, il sistema di reclutamento del DL 36 non lascia nessuna possibilità di stabilizzazione per i precari (da più di 36 mesi) e quindi per quei docenti che da anni mandano avanti le scuole. Il nuovo Decreto Scuola li esclude dall’abilitazione e prevede che anche tutti i costi dei futuri corsi di formazione siano a spese dei corsisti. L’iter per la cattedra fissa si fa così ancora più complesso e “irraggiungibile” anche se c’è comunque chi approva le nuove leggi sostenendo che garantiscano meriti e differenziazioni.

A questo proposito, viste le diverse posizioni, il dito è puntato sul bonus premiale introdotto da Matteo Renzi e finanziato anche con il taglio dei docenti previsto; per ottenerlo i docenti dovranno partecipare a corsi di formazione triennali e saranno sottoposti poi a giudizio da un comitato di valutazione, ma soltanto il 40 per cento di loro potrà ricevere il bonus e quindi quella parte di stipendio in più. Quello che i sindacati temono sono ‘le ripicche’ fra colleghi a discapito sempre degli studenti e di tutto il sistema didattico. Inoltre i soldi per la formazione verranno detratti dalla Carta del docente, istituita per altri fini come l’acquisto di libri e strumenti tecnologici necessari.

Si parla poi ancora di finanziamenti inadeguati (i numeri italiani riguardo la spesa per la scuola sono fra i più bassi d’Europa). A Lucca la protesta degli studenti chiusi da anni nei containers per la mancanza di fondi necessari alle ristrutturazioni delle sedi scolastiche è rimasta (ed è ancora) del tutto inascoltata. Negli ultimi giorni i ragazzi hanno lamentato il “caldo insopportabile” durante le lezioni ‘nelle scatole’.

Coinvolto anche tutto il personale Ata che sciopera per un “vero rinnovo contrattuale“. Si chiede il rinnovo del contratto collettivo 2019-2021 (già scaduto), sia di quello 2022-2024 con lo stanziamento di risorse adeguate al lavoro svolto. Anche l’organico aggiunto in questi due anni di pandemia non sarà più rifinanziato “nonostante sia necessario alle scuole“, dicono i sindacati.

Nel Pnrr gli accenni alla scuola sono pochi e per la maggior parte riguardano la digitalizzazione. Nel frattempo però gli edifici crollano o vengono chiusi per danni strutturali e i ragazzi trasferiti in sedi o strutture inadeguate, come i containers, per anni interi perchè mancano le risorse necessarie alla riqualificazione e messa in sicurezza e “di questo nessuno ne parla, neanche nel Pnrr“, dicono alcuni docenti.

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