Giro d’Italia 1985: scontro finale a Lucca, con la battaglia Moser-Hinault

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Il Giro d’Italia numero 105 sta entrando nelle sue fasi calde per la conquista della maglia rosa poggiata attualmente sulle spalle del colombiano Richard Carapaz, con la carovana che ha appena virato in Piemonte per cominciare il suo trittico alpino. Lucca quest’anno non è stata contemplata come una delle tappe in rosa, ma c’è stato un anno in cui proprio sulle strade della città murata si è svolta la tappa conclusiva di un Giro d’Italia combattuto e avvincente. Bisogna riavvolgere il nastro della storia e tornare a Domenica 9 giugno 1985, giorno designato per la cronometro finale del 68° Giro d’Italia: Lido di Camaiore-Lucca, 48 chilometri, con Piazza Napoleone teatro di festa dove i lucchesi avrebbero festeggiato il vincitore.

Nel 1984 Francesco Moser aveva vinto per la prima volta il Giro d’Italia arrivando in maglia rosa a Verona, sconfiggendo il grande rivale francese Laurent Fignon. L’anno seguente il trentino aveva come obiettivo quello di confermarsi leader della classifica, ma aveva come concorrente per la maglia rosa un altro transalpino, Bernard Hinault. I due ciclisti giunti all’epilogo del Giro erano staccati nella generale da un minuto e ventidue secondi, con il francese in vantaggio sull’idolo italiano. Per Moser serviva un’impresa, era necessario stracciare il corridore bretone nella cronometro rifilandogli un distacco considerevole, ma nonostante la tenacia non ci fu nulla da fare.

Una volta arrivato in Piazza Napoleone, Francesco Moser fu accolto da un bagno di folla composto da lucchesi completamente pazzi d’amore e, con in mano un tempo di 59 minuti e 57 secondi, aveva in tasca la vittoria di tappa. La festa però fu rovinata da un Bernard Hinault coriaceo e combattivo, che riuscì ad arrivare secondo con un cronometro di 1 ora e 4 secondi. Moser nonostante la sua mirabolante azione di forza riuscì a recuperare soltanto sette secondi di svantaggio dal rivale, ponendo fine al suo sogno di confermarsi sul trono della corsa in rosa. La delusione fu immensa, con il pubblico di Lucca che cadde in un mutismo assordante. Alla fine Hinault vinse il Giro d’Italia 1985 con un minuto e quindici secondi su Moser.

Al momento della premiazione avvenne però lo psicodramma, la reazione scomposta e inaspettata del pubblico di Lucca non piacque a nessuno, specialmente agli organizzatori del Giro, che da lì in poi decisero di ostracizzare per molti anni la cittadina bagnata dal Serchio dalla mappa della corsa ciclistica più importante d’Italia. Quando Hinault salì sul palco sopraelevato in Piazza Napoleone per ricevere la maglia rosa del vincitore, la terza della sua splendida carriera, venne subissato di fischi. Vincenzo Torriani, organizzatore del Giro, fu sconvolto dal comportamento dei lucchesi, tanto che mise un braccio sulla spalla di Hinault, prese il microfono in mano e con la sua possente voce roca gridò: “Dovete essere sportivi ed applaudire il vincitore!”. Una figuraccia in mondo visione per Lucca, dato il prestigio di cui godeva la rassegna sportiva in quel periodo storico. Una macchia che ancora adesso aleggia sopra alla reputazione di una città mite e spesso estranea a questo tipo di comportamenti.

Tommaso Giacomelli
Tommaso Giacomelli
Giornalista e giurista, le passioni sono per me un vero motore per vivere la vita. Sono alla ricerca inesausta della verità, credo nel giornalismo libero e di qualità. Porterò il mio contributo a "Lo Schermo" perché si batte per essere una voce unica, indipendente e mai ordinaria.

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