I boomers forse ricordano la cartina di geografia politica appesa nella propria aula di scuola elementare, in alcuni casi l’Italia, in altri “addirittura” l’Europa.
Ed è lì, in quei giorni spensierati, che abbiamo appreso che la geografia politica si interessa della distribuzione spaziale dei fenomeni politici e della loro influenza sui fattori geografici, la geopolitica l’esatto inverso.
La geopolitica studia infatti l’influenza dei fattori geografici sulle analisi, le scelte e le azioni politiche in relazione a quelle degli altri soggetti: vedi la questione Ucraina-Russia.
Così come – drammaticamente – milioni di persone hanno d’un tratto scoperto la virologia, altrettanto pubblico scopre oggi la “geopolitica”, come fosse un meteorite sbarcato sulla terra.
La geopolitica che oggi è una guida per non smarrirsi ancora e ancora di più, nel marasma mediatico. La corretta informazione, la storia e la geografia – così come l’anatomia e la fisiologia – che incontrano le azioni e le scelte umane. Non è una scienza, quindi non è predittiva, tuttavia, nello studiare i conflitti che si possono o si potrebbero accendere, ha una valenza non solo strettamente storiografica.
Ed esiste un vero punto di riferimento, in Italia, che è la rivista Limes, fondata nel 1993 e diretta da allora dal professor Lucio Caracciolo, sempre più giustamente interpellato come esperto in questi giorni. Alla rivista è connessa anche una Scuola, una “non Accademia”, come la definisce Caracciolo, che ha una connotazione molto importante. Attraverso lo studio della geopolitica si comprende meglio e si applica la consapevolezza che “per stare al mondo da protagonisti servono almeno due cose: sapere ciò che si vuole e saper capire quel che il tuo interlocutore vuole davvero”. Corre il pensiero ai negoziati di Minsk, ma come un nastro che si arrotola, a tutti questi anni di reggenza di Putin, alle sue scelte, alle sue posizioni. E ora?
Leggere e seguire i continui aggiornamenti di Limes sarà importante, e anche sapere che c’è un legame importante con Lucca, che abbiamo captato e di cui informiamo volentieri.
Questo legame parte dall’Associazione Lu.MeN, Lucca Mondo e Nazioni. Incontriamo il suo vice presidente, Pietro Mattonai.
Possibile fossi così distratta, quando si costituisce ufficialmente la vostra importantissima realtà?
Nel 2020, come compimento di un percorso che arriva da Pisa, attraverso gli studi universitari al Dipartimento di Scienze Politiche, e che per motivi di appartenenza di alcuni membri, tra i quali anche la presidente Ilaria Genovesi, ci ha portato a Lucca.
Di cosa si occupa prevalentemente l’Associazione?
Ci occupiamo di politica e attualità internazionale, con l’obiettivo di ampliare il più possibile il dibattito intorno a temi che, spesso, rimangono confitti in una cerchia ristretta di esperti o interessati. In tragiche occasioni, come per la guerra che sta avvenendo in Ucraina, ci accorgiamo che c’è voglia di conoscenza e di approfondire le ragioni degli eventi internazionali. Per questo vorremo cercare, attraverso un impegno costante, di dare a questo interesse di conoscenza risposte non solo una tantum, ma continue e il più possibile varie.
Come è nato il legame con Limes?
Nasce ai tempi dell’università e si è mantenuta nel tempo. La rivista oggi è tra le principali fonti di aggiornamento, analisi e critica degli eventi internazionali. Grazie alla collaborazione della redazione di Limes e al Gruppo Gedi, oltre che del Comune di Lucca e della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, abbiamo organizzato anche il Festival Dialoghi Geopolitici, svolto a maggio 2021 con la partecipazione del direttore della rivista, Lucio Caracciolo, e del professor Alessandro Barbero.
Progetti in corso visto anche l’urgente attualità?
Grazie alla Fondazione Banca del Monte di Lucca, porteremo avanti fino a novembre delle presentazioni bimestrali dei numeri della rivista.
La geopolitica, e qui riprendo la definizione data da Caracciolo stesso nella rivista, è lo studio delle vicende umane, in particolare gli eventi di conflitto e contrasto, in relazione a spazi determinati.
Nel futuro abbiamo intenzione di proseguire con l’approfondimento dei temi internazionali, dei quali ogni giorno si rende evidente la necessità di uno studio sempre attento e costante. Ci piacerebbe, inoltre, poter coinvolgere anche le scuole, magari in un percorso più dedicato agli interessi futuri dei ragazzi: clima, sviluppo, digitale, spazio, ecc.
La nostra associazione è aperta e chi ha interesse per questi temi o la volontà di contribuire, ci può contattare sui social. Siamo una realtà giovane costituita da persone che, con puro spirito volontario, cercano di mantenere il più possibile attiva l’associazione.
Ringraziamo Pietro Mattonai, Ilaria Genovesi, e tutta l’Associazione. Per informazioni e approfondimenti anche la nostra redazione resta a disposizione. Appuntamento al 24 marzo, quando sarà presentato l’ultimo numero della rivista (ampiamente andato in ristampa) e interamente incentrato sul conflitto Russia- Ucraina.