Qualcuno dice di averlo visto aggirarsi nei containers, qualcun altro ne ha perse le tracce. Gli studenti in protesta davanti ’ai contenitori’ lo aspettano da anni, speranzosi di chiarimenti ma il presidente della Provincia di Lucca, Luca Menesini, per ora è un no comment.
Perché tutti lo cercano? Perché le scuole superiori sono di competenza della provincia, mentre le elementari e le medie del Comune. Inoltre, il complesso storico di San Nicolao, ex sede del Civitali-Paladini, è di proprietà del Comune ma in concessione all’ente provinciale di cui Menesini è a capo.
Ieri (22 novembre), gli studenti del Civitali-Paladini, da più di tre anni costretti a fare lezione nei container, erano di nuovo senza luce e senza riscaldamento a causa di un guasto tecnico. Colpa dell’Enel? Delle infiltrazioni d’acqua visto lo stato di degrado dei container? Nessuno pare saperlo. Intanto sempre loro, gli studenti, hanno organizzato una protesta, decisi a non entrare in classe perché stanchi, come già detto più volte, di non avere più una scuola e frustrati dalla mancanza di spiegazioni su quei lavori mai iniziati. Hanno ripreso le lezioni solo dopo l’intervento delle Forze dell’Ordine e della preside, Emiliana Pucci, che ne ha però subito preso le difese: “Non mi sento proprio di dare torto agli studenti“, ha dichiarato.
“A noi non danno mai alcun chiarimento riguardo la situazione – dicono alcune alunne del Paladini -. Siamo arrivati alle 7,30 con il pullman e ci hanno detto che non c’era la luce. Non è la prima volta che succede e consideriamo anche che il container di per sé è già un disagio. Ogni anno speriamo in qualcosa di nuovo ma non cambia mai niente”.
Di certo per ora c’è solo il progetto definitivo per la messa in sicurezza del complesso storico di San Nicolao, la ex sede del Paladini Civitali appunto. I lavori hanno un costo stimato di 13milioni e 445mila euro. I cantieri dovrebbero aprirsi (ennesimo condizionale) entro fine anno, sempre sperando che non torni a bussare alle porte dell’edificio un nuovo lockdown a cui dare (guarda caso) la colpa in caso di ritardi. Della somma complessiva, 10,5 milioni sono finanziati dalla Regione Toscana attraverso un mutuo con la Cassa depositi e prestiti e le restanti risorse economiche fanno capo, tra gli altri, al piano straordinario per l’edilizia scolastica 2018-2020, a fondi del Miur e in parte a risorse del bilancio dell’amministrazione provinciale.
I responsabili di questo interminabile ritardo, come abbiamo già scritto, sono i tecnici della Provincia che, inizialmente, hanno (probabilmente) stimato un costo per la messa in sicurezza irrisorio rispetto a quello considerato dall’ufficio tecnico esterno all’Ente. Secondo le procedure infatti, durante la stesura di un progetto definitivo per la riqualificazione di un edificio è norma affidarsi alle valutazioni di tecnici esterni appositamente delegati. Una volta capiti gli errori di valutazione dunque, la Provincia, in mancanza di tutti i fondi necessari, ha iniziato ad agire mediante tagli, suddividendo i lavori di riqualificazione in più lotti, alcuni da “ristrutturare in un secondo momento” e questo ha portato al ritiro di tutte le ditte a causa delle tempistiche in stallo. Ora i fondi sembrano esserci e i lavori sarebbero finalmente pronti ad iniziare.
L’immobile era stato dichiarato inagibile nel 2018. I risultati delle indagini, infatti, portarono i professionisti incaricati ad affermare che l’ex convento non rispettava le norme tecniche per la verifica dei carichi statici oltre che per le azioni sismiche. Per questi motivi il trasloco forzato delle due scuole nei locali dell’Itc Carrara e in alcuni moduli prefabbricati allestiti nei cortili dell’ex ospedale Campo di Marte e minimo passeranno altri due anni prima che agli studenti venga restituita la scuola. Proprio nei giorni scorsi è arrivato il via libera dalla Regione Toscana per l’utilizzo, dal prossimo anno scolastico, anche degli spazi della palazzina numero 6 del Campo di Marte dove saranno ricavate ulteriori aule.
Forse sarebbe il caso che il presidente Menesini parlasse in maniera chiara ai ‘suoi’ studenti, ammettendo gli errori e rendendoli partecipi di quanto successo. Oltre ad attivarsi per risolvere tempestivamente i problemi tecnici che impediscono il regolare svolgimento delle lezioni. A Lucca, negli slogan elettorali, si parla di ‘voto anche ai sedicenni’, ma diciamolo: le basi mancano tutte.