Manifattura divisa in lotti, uno in vendita: questa l’evoluzione della vicenda che -ormai- sta per concludersi. In data 13 ottobre scorso il Comune di Lucca ha infatti pubblicato l’avviso d’asta per il lotto numero 1 dell’edificio, con un prezzo di base di 1 milione e 500mila euro. L’asta, come riporta il documento, avverrà il giorno 25 novembre prossimo alle ore 9.00 presso la sala della Biblioteca, posta al secondo piano della Sede Comunale di Palazzo Santini.
Alla luce di ciò – e dopo tutto questo tempo – qualche riflessione è doverosa.
Se è vero che il Comune ha stralciato l’idea del project financing, oggettivamente impossibile da realizzare sotto vari punti di vista a partire da quello legale, è vero anche che ha rinunciato – per adesso – a vendere tutto il complesso, circoscrivendo l’alienazione a un solo lotto.
Una vittoria per i cittadini, l’opposizione, i tecnici e tutti coloro che si sono battuti in questa battaglia? Ni. Alla fine dei conti, pare evidente che, nonostante vari giri di giostra, dichiarazioni controverse e silenzi assenzi, l’Amministrazione abbia portato avanti l’obiettivo che aveva fin dall’inizio: inserire Tagetik per forza e alle condizioni da essa imposta all’interno della Manifattura, mediante la Fondazione Cassa di Risparmio.
Il Comune non ha infatti fatto mistero delle sue intenzioni e cioè quelle di insediare la multinazionale, che però non è disposta a comprare l’immobile ma solo ad affittarlo. Del resto, dopo il caos nelle aule del Palazzo per dimostrare che quel lotto era a destinazione produttiva e per cui non era necessario un piano attuativo – decisione che è costata, a quanto si dice, lo spostamento del dirigente comunale Luca Nespolo che aveva dato un parere negativo sulla faccenda – è lampante che Tagetik si insedierà.
Ma come? La velocità con cui il Comune si è mossa in questa direzione non appare infatti del tutto casuale: il 31/12/2021 scadrà il contratto tra Fondazione Cassa di Risparmio e Coima sul Fondo istituito. Impossibile quindi non pensare che la cosa vada conclusa entro quella data, in modo che il Fondo possa acquistare il lotto – perchè la Fondazione è legato ad esso – e di conseguenza Coima e Fondazione saranno pronti ad affittare a Tagetik.
Soliti protagonisti, solito copione ma scritto un po’ meglio questa volta.
Da non dimenticare infatti l’accordo sottoscritto da Fondazione e Coima – di cui già parlammo – che recita testuali parole: “FCRL si asterrà da ogni iniziativa volta all’acquisto diretto della Manifattura Tabacchi o dal supportare terzi nel tentativo di acquisto della Manifattura Tabacchi e, in generale, dal porre in essere azioni che possano risultare in contrasto con l’operazione”. Per il contratto sopracitato vale infatti la sottoscrizione, ed essendo il Fondo ancora attivo la Fondazione non può autonomamente comprare il lotto, se non liquidando il Fondo con una cifra che si aggira intorno a 3 milioni di euro. La soluzione? Acquistare mediante il Fondo entro la fine dell’anno, coinvolgendo Coima e inserendo Tagetik come affittuario entro i limiti temporali imposti.
La domanda che viene spontanea è quindi: il requisito per partecipare all’asta della vendita del lotto 1 della manifattura sud è forse la garanzia di affittare esso a Tagetik?
Perchè, se l’Amministrazione si è sempre fatta forte del fatto che “il ruderone” non interessava a nessuno e che solo la Fondazione poteva dare nuova vita ad esso, adesso è diverso: un solo lotto può interessare ad altri acquirenti che, per legge, possono farci – una volta acquistato – quello che vogliono.
Altra questione fondamentale: è legalmente ammissibile che la Fondazione (legata inevitabilmente a Coima mediante il Fondo) partecipi – se lo farà – all’asta, dal momento che è già legata anche a Tagetik, svantaggiando così altri eventuali acquirenti?
Insomma, viste le premesse non è difficile immaginare che questa asta vedrà la presenza unica, o quasi dei soliti protagonisti, e non tanto per il mancato interesse di altri competitor ma semplicemente perchè, ancora una volta – seppur in modo più ragionevole – il modus operandi sembra lo stesso. “Coima e Fondazione irrinunciabili” – recitavano gli amministratori ormai più di un anno fa, ed è ancora così, con l’aggiunta di Tagetik che – nel silenzio – gioca il ruolo fondamentale a questo tavolo.
Una partita a poker troppo lunga, dove ormai l’Amministrazione non può che fare all-in, tentando il tutto per tutto, cercando di portare a termine quella che per il Sindaco Tambellini sembra essere diventata l’ultima e irrinunciabile missione prima della fine del mandato.