Mussolini fu deposto poco tempo prima. Era il 25 luglio 1943 quando il re Vittorio Emanuele III nominò capo del governo il maresciallo Pietro Badoglio. Fu lui che incaricò segretamente il generale Castellano di firmare l’armistizio di Cassabile con l’ americano Bedell Smith, rappresentante del generale Eisenhower. A ‘carte firmate’, l’8 settembre di quello stesso anno, Badoglio lesse ai microfoni il suo proclama: “[…]Ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo […]”, annunciò.
Da quel giorno il destino della storia cambiò per sempre. Nacque la Resistenza e anche a Lucca in molti morirono in nome della libertà segnando le pagine dei libri di storia. Fu Carlo Del Bianco, professore al liceo Machiavelli di Lucca, che costituì a Campaiana (Pania di Corfino), il primo gruppo di patrioti armati lucchesi. Erano per la maggior parte ex studenti. Più tardi, il gruppo, rafforzato da altri giovani provenienti dal movimento studenti di Azione cattolica, di cui era responsabile don Arturo Paoli, arriva a contare 21 componenti. I mesi passano e i partigiani vengono perseguitati ormai ovunque. Del Bianco, con l’aiuto di Roberto Bartolozzi, operaio della Teti e partigiano comunista impegnato nella raccolta di armi e destinato a cadere nelle strade di Lucca alcuni mesi più tardi dopo aver combattuto contro i fascisti, lo accompagna a Firenze dove Del Bianco sale sul treno per Venezia dove avrebbe dovuto incontrare un fidato collega. Non trovandolo riprende il treno per tornare indietro. Alla stazione di Padova irrompono due Ss e Del Bianco è costretto ad abbandonare il vagone in corsa, all’altezza di Rovigo. Un salto rovinoso che lo lascia gravemente ferito lungo i binari. Portato in ospedale, subisce l’amputazione di entrambe gli arti inferiori e muore alcuni giorni più tardi: “Ma a chi di noi / t’ha chiuso in un lenzuolo / d’aromi e ha rotolato / sopra di te la pietra del sepolcro / tu sfuggi cancellandoti di luce”.
La storia della Liberazione porta anche il nome di don Aldo Mei a cui Fiano di Pescaglia, paese di cui era parroco, ha dedicato un monumento. Proprio nella chiesa di Fiano, il 2 agosto 1944, subito dopo aver celebrato la Santa Messa, fu arrestato nel corso di un rastrellamento tedesco e ucciso con ventotto colpi di fucile sotto Porta Elisa. Durante il periodo della Resistenza aveva più volte offerto rifugio a ebrei e disertori del regime: “Muoio travolto dalla tenebrosa bufera dell’odio, io che non ho voluto vivere che per amore“.
In molti morirono per la libertà, anche tra civili a causa dei bombardamenti e degli assalti, fino al 5 settembre del 1944, quando una pattuglia di soldati americani entrò a Lucca da Porta San Pietro dichiarando libertà. Oggi, 8 settembre, si ricordano i giorni di guerra, le sofferenze dei vinti e anche quelle dei ‘vincitori’, sempre nella speranza che niente si ripeta mai più.
Foto da ‘Isrec Lucca’