Torna a parlare il nostro ormai collaboratore, che ama firmarsi Goga Meremeo. Stavolta la questione affrontata con la consueta dose di ironia è quella del tunnel apuano, salito alla ribalta delle cronache locali negli ultimi giorni.
“In questi disgraziati tempi di Pandemia c’è da aspettarsi di tutto. Anche di veder rispuntare il progetto del tunnel apuano: per collegare direttamente la valle del Serchio e la Versilia. Puntuale come una sciagura ecco di nuovo alla ribalta il progetto del collegamento diretto, con tanto di traforo delle Apuane. E siccome questi sono tempi di smemorati, di fanciullini, di farfalloni e di farfallini, è assai facile trovare che la vecchia panzana trovi nuovi ascolti. Stando alle voci fatte circolare pare proprio che in Regione abbiano già pronto il progetto. E allora la cosa è fatta.
Con i soldi che verranno dal PNRR l’operazione potrà andare in porto in un paio di anni al massimo. Forse anche a meno se ci assiste il tempo. E non si mettano contro i soliti ecologisti amici dei monti, dei boschi, delle lontre e delle rondini, della Manifattura.
E così finalmente una struttura decisiva per lo sviluppo della Valle del Serchio e della Garfagnana verrà realizzata.
Non appena la notizia di quanto si prepara a Firenze ed a Careggine ha preso a circolare si sono alzati cori di giubilo: nei paesi più sperduti della Valle i fedeli hanno improvvisato processioni di ringraziamento con tanto di bande musicali e distribuzione di corretti al Rhum Nardini (Leone 70). I campanili hanno fatto sentire le loro voci squillanti che hanno mandato al cielo il sentimento di tutto un popolo plaudente. Al Sillico, a Cantombacci ed a fabbriche di Vallico la gente è scesa in piazza al grido di “Al mare! Al mare!”. Dall’altra parte del monte, a Pruno ed a Volegno, ci sono stati cortei con cartelli di questo tenore:“Alla neve! Alla neve! Avanti Savoia!“.
Tanto entusiasmo è più che giustificato. Il collegamento diretto tra la Valle del Serchio e la Versilia con traforo incorporato rappresenta una della aspirazioni più sentite delle popolazioni che non aspettavano altro. Dai bimbi ai nonni il sentimento è condiviso. Si sa per certo che le prime parole pronunciate dai bimbi siano queste:”Portatemi al mare“. Seguono lacrime amare di babbi e mamme che non possono rivelare ai pargoli la triste notizia che dovranno aspettare, perché la strada e il traforo ancora non ci sono. A Eglio, pochi giorni fa, ha finito i suoi giorni un ultracentenario, il sig. Abramo Scannagatta che prima di chiudere gli occhi ha sussurrato queste parole:“ Ma il buco della Pania quando lo fanno?“. Il sig. Scannagatta era ben vivo quando, sul finire degli anni Sessanta del secolo andato, si cominciò seriamente a parlare della strada per il mare. Lo fece, dall’alto della sua carica governativa (era ministro) l’onorevole Pieraccini, che disse di aver pronto il progetto e di avere i fondi per dare il via ai lavori.
L’on. Pieraccini dette il lieto annuncio a Barga nel corso di un comizio elettorale e già che c’era dette anche un nome alla nuova infrastruttura e la chiamò Barga-Mare. Quel nome cambiava in corrispondenza con i paesi dove l’illustre politico si recava: Gallicano-Mare, Fabbriche di Vallico-Mare, Trassilico-Mare , Vergemoli-Mare. La destinazione finale era sempre quella, la base di partenza invece mutava a seconda del pubblico che lo ascoltava. Il suo tour elettorale non prevedeva altre tappe altrimenti avremmo avuto la Lupinaia-Mare, la Fiattone-Mare, la Filicaia-Mare, la Coreglia-Mare.
Quelle elezioni, nonostante questa mossa geniale, non andarono bene all’on. Pieraccini e della arteria di congiungimento con il Mare, con tanto di traforo, non ne parlò più fino a quando non la ritirò fuori il sindaco di Vagli, che annunciò il traforo della Tambura ed assicurò di avere l’appoggio del ministro Matteoli. Sembrava nuovamente cosa fatta, ma anche questa svanì nel nulla.
Adesso ci riprova la Regione, con tanto di Presidente Eugenio Giani, per gli amici Gegè, che per non farsi mancare nulla, di progetti ne ha preparati addirittura due e così fa contenti tutti. Di importanza strategica ai fini del Piano di Ripresa Nazionale le strade per mare, con tanto di tunnel incorporati, recheranno un notevole contributo allo sviluppo dell’economia locale ed all’incremento del turismo. Studi accreditati hanno valutato in 11 milioni di euro gli effetti che produrrà il traforo per il fatto che prodotti tipici della Valle del Serchio, castagne, funghi, ricotte, potranno arrivare più freschi sui mercati della Versilia. Il PIL ne trarrà sicuro vantaggio. Per quanto riguarda i flussi turistici, di certo con il collegamento veloce Versilia-Valle del Serchio nelle giornate piovose in Versilia i villeggianti da qui con molta facilità potranno spostarsi in Valle del Serchio, dove, è notorio, non piove mai.
Insomma si prepara una baldoria collettiva. Ce ne sarà per tutti. Anche per le concerie della zona di Santa Croce che potranno utilizzare i lavori per i trafori apuani per depositarvi i loro rifiuti”.
Così parlò il Goga Meremeo