Non tutti sanno che Lucca è stata, per molto tempo, uno degli epicentri della musica Jazz in Toscana e in Italia: grazie all’incessante attività di alcuni amici appassionati, infatti, nella nostra città si sono svolti eventi importantissimi, concerti, conferenze e gite all’insegna di questo affascinante genere musicale proveniente dai paesi d’oltreoceano.
Tutto cominciò con alcune riunioni clandestine durante gli anni del fascismo, quando il regime vietava ogni espressione artistica esterofila. Viste le rigide restrizioni, gli appassionati si incontravano in fumosi e umidi scantinati di fortuna nella disponibilità di alcuni fedelissimi. Poi, su iniziativa di Alfredo Rabassini, alla fine del secondo conflitto mondiale vide finalmente la luce lo Swing Lucca, che cambierà presto il proprio nome in Hot Club Lucca.
Il 18 Novembre 1947 fu ufficialmente inaugurato il nuovo club, nato proprio con lo scopo di diffondere e condividere i ritmi affascinanti e trascinanti della musica Jazz: la notizia, ovviamente, venne diffusa su tutti i giornali. Nonostante le richieste formali, tuttavia, all’inizio le Istituzioni non vollero assegnare una sede al gruppo, che di conseguenza era costretto a riunirsi nei locali dell’Associazione Goliardica Lucchese e nella saletta Pult.
Il 19 Dicembre del 1947 – su iniziativa di Carlo e Rudy Rabassini, Notari e Zucchini – si tenne una grande jam session al Teatro del Giglio, luogo simbolo dell’espressione artistica nella nostra città: fu un successo, e l’Hot Club si presentò ai lucchesi passando dalla porta principale.
In seguito cominciarono a tenersi concerti e audizioni di dischi mediante alcuni altoparlanti nella centralissima Piazza San Michele, oltre che proiezioni e gite sociali per eventi e conferenze sul tema. In breve tempo Lucca divenne il punto di riferimento per gli appassionati del settore, con persone che venivano appositamente dalle vicine città toscane per assistere alle coinvolgenti iniziative dell’Hot Club. Tutte attività intense, che proseguirono per circa due anni prima di una lieve battuta d’arresto.
Una seconda ondata di vivacità e interesse per il Jazz si manifestò di nuovo in città già nel 1954, quando l’Hot Club rinacque presso la sede provvisoria sita nell’abitazione di Giampiero Giusti. Pochi mesi dopo, il glorioso Hot Club Lucca confluì nel nuovo Circolo del Jazz di Lucca, con i fratelli Rabassini ancora in pole position, e con il prezioso apporto di Giampiero Giusti e Paolo Benvenuti.
A loro si unirono, poco dopo, i fratelli Giovanni e Vito Tommaso, Antonello Vannucchi e Gaetano Mariani, che proprio insieme a Giampiero Giusti costituirono “I cinque di Lucca”, inaugurando una nuova era del Jazz nel nostro territorio. In quegli anni (‘55-’60), il Circolo si riorganizzò, coinvolgendo sempre più giovani, letteralmente folgorati da quel ritmo affascinante e dalle suggestioni musicali prodotte nella cantina di casa Giusti.
Quelli erano anni meravigliosi: nel ’58 il Circolo lucchese fu presente al primo Festival Internazionale del Jazz di Bologna. Lo stesso anno, poi, il sassofonista statunitense Lee Konitz si esibì al Cinema Astra accompagnato dai frizzanti musicisti del Circolo. L’anno seguente, nel 1959, un’inchiesta televisiva sul jazz italiano partì proprio dalla nostra Lucca, riprendendo il quintetto magico mentre suonava.
Successivamente il quintetto suonò al quarto Festival Internazionale del Jazz di San Remo e in seguito, dopo l’uscita dal gruppo di Giampiero Mariani, i quattro musicisti lucchesi si esibirono in concerto al celebre Teatro Eliseo di Roma. La performance più leggendaria, tuttavia, si ebbe nel dicembre del 1961, quando il quartetto lucchese accompagnò il mitico Chet Baker – appena uscito dal carcere San Giorgio, dopo un periodo di detenzione durato qualche mese – in una magica serata al Teatro del Giglio.
Erano questi i primi passi di un’esperienza luminosa che, nonostante tutto, prosegue ancora oggi sotto l’effige del Circolo Lucca Jazz. Un’esperienza che – come ha dimostrato la mostra fotografica sulla storia del Jazz a Lucca, che si è tenuta nei giorni scorsi al Real Collegio per omaggiare Antonello Vannucchi-, partendo dall’amore per il Jazz e passando anche per le leggendarie mangiate fatte dai protagonisti del Circolo presso il ristorante “Da Buatino”, è riuscita e riesce ancora a dare tantissimo alla nostra città, organizzando sempre eventi degni di nota.
Ancora buona fortuna e lunga vita, dunque, al Circolo Lucca Jazz.
NB: foto tratta da Nove da Firenze.