Premetto che questo pezzo sarà scritto in prima persona, motivo per cui mi strapperei il tesserino da giornalista da sola ma, essendo una mia personale riflessione, concedetemelo.
Ieri, 25 Aprile 2021, 1500 persone si sono riunite al Campo Balilla, capeggiate da – come lui stesso si definisce, suo malgrado – l’influencer Andrea Colombini (ma non faceva il Direttore d’Orchestra?).
1500 tra uomini, donne, bambini, lavoratori, pensionati che ho personalmente nel cuore e che, a causa del tremendo momento che viviamo, si trovano oggi allo stremo come la maggior parte di tutti gli italiani.
1500 persone che, mossi dalla disperazione e dall’esasperazione si sono prese per mano gridando quella libertà che tanto ci manca, non rendendosi conto però di essere schiavi di chi ha avuto il coraggio di strumentalizzare migliaia di morti per un po’ di notorietà.
Tralasciando volutamente la questione sanitaria – e morale anche – che nessuno aveva la mascherina, e che ritengo un gesto senza il benchè minimo rispetto per la comunità, tengo a precisare che appoggio con forza iniziative come queste, in nome di una maggior tutela governativa e sussidi per tutti coloro che non riescono ad arrivare a fine mese e che quindi, ciò su cui riflettere non è tanto il metodo di “rivolta” ma il modo.
La problematica di quanto successo ieri non sta infatti nel gridare il proprio dissenso nei confronti di decisioni governative spesso campate in aria, ma nel fomentare, da parte di quello che da Maestro si è trasformato per l’occasione in una sorta di guru, una massa di persone rendendole più vittime di quanto già lo siano delle istituzioni.
E’ bene ricordare, infatti, che Colombini – a quanto ne so almeno – non è un’istituzione e non ha nessun diritto, per quanto lui lo reputi un dovere, di fare leva su tutte quelle persone che già sono fragili a causa della tremenda situazione che stiamo vivendo da due anni a questa parte.
Ci tengo ad appoggiare e schierarmi dalla parte di chi lotta contro dpcm improvvisati, chiusure e aperture a comando, ristori mai arrivati, preoccupazioni di non arrivare a fine mese e lo sfinimento di non riuscire ad avere più fiducia in un Governo sui cui dovremmo poter contare: questo però, Covid o non Covid, non ha niente a che vedere e a che giustificare sull’exploit al quale il Direttore d’Orchestra si è lasciato andare su una diretta – a dir poco vergognosa – sul suo profilo Facebook.
In un delirio di onnipotenza post manifestazione, infatti, Colombini ha esternato, da una parte, tutto il suo malcontento per la situazione, e dall’altra l’esaltazione nel sentirsi il salvatore di coloro che nel pomeriggio lo avevano appoggiato. Un pot-pourrì di offese, minacce – anche di morte – buttando nel calderone un Pd invischiato con la mafia e che se solo avesse coraggio dovrebbe manifestare senza mascherine, per rilanciare poi un Governo di m**** fatto di una carrettata di debosciati.
“Grazie a tutta quella bella gente che era con me oggi, sorridente e positiva, per gridare tutti insieme che ci avete rotto il c*** con la pandemia, che non esiste, voi benpensanti con la mascherina sulle vostre belle auto di lusso: ma oggi erano presenti le persone intelligenti, e vinceremo noi” spiega Colombini, a dimostrazione di un infantilismo tale da ridurre tutto a una battaglia, tra chi poi?
C’è poi il momento delle minacce, quelle per i giornalisti: “poi ci sono i giornali fetenti e fetecchia, tranne la Gazzetta di Lucca che sono amici, il resto è m****. Avverto subito che i miei avvocati vi faranno il c*** a tutti voi che pubblicherete anonimamente o dichiarazioni rigirate. Mi ci farò una bella vacanza grazie a voi e per quanto è vero che mi chiamo Colombini, vi rompo il buco del c***”, conclude , delicatissimo, la parentesi dedicata alla stampa.
Per poi toccare il punto più basso, quello che – anche se i toni volgari e vergognosi usati fino ad adesso potevano anche far sorridere – fa letteralmente rabbrividire, quello in cui augura la morte alle persone con testuali parole: “mi auguro che un giorno vi prenderà un morbo – urla Colombini a tutti coloro che, poveri ingenui, credono al Coronavirus – ma non come il Covid, uno di quelli veri come un tumore incurabile e in quel momento, io che sono buono, probabilmente lotterò anche per voi”.
Credo che queste parole, che sinceramente mi trovo anche a disagio a riportare – in quanto l’informazione, quella vera, libera e corretta non assomiglia nemmeno lontanamente a questo scempio – possano essere la dimostrazione di quanto l’ego smisurato di un solo uomo possa vanificare una sacrosanta battaglia di cittadini giustamente stremati. Lo stesso uomo che, mentre ride dicendo queste cose, inveisce contro Facebook che gli ha bloccato le visualizzazioni, giustificandosi: “Non sto mica offendendo nessuno?”
Colombini, nella sua onnipotenza momentanea racconta anche come le Forze dell’Ordine, nella giornata di ieri e presenti alla manifestazione, siano state dalle sua parte, ammiccando a un “ci ricorderemo di voi” nei confronti di due Ispettori: “ci siamo capiti subito con la Polizia e, dopo 30 secondi di agitazione è tornata la pace e abbiamo continuato la nostra giornata belli, sereni e sorridenti, perchè non c’era sbirro e non c’era cittadino: eravamo tutti dalla stessa parte”, afferma l’influencer suo malgrado.
Ebbene, la situazione, a detta del Commissario Capo della Polizia di Lucca Fabio Scalisi non è proprio la stessa descritta da Colombini, in quanto esso questa mattina è stato portato in questura e denunciato per aver violato l’articolo 18 del TULPS (Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza) che prevede la pena fino a 6 mesi di arresto e il pagamento di una multa fino a 400 euro.
“Quella di ieri era una situazione con gente esasperata, persone comuni, e i primi approcci appena siamo arrivati sul posto – afferma il Commissario Scalisi – hanno portato a reazioni aggressive, dove diversi poliziotti sono stati insultati e provocati alla ribellione in modo pesante. In questi contesti si cerca sempre di soppesare le cose e garantire l’incolumità di tutti i presenti. Se avessimo potuto reprimere l’assembramento con la forza, oggi parleremmo di polizia violenta. Abbiamo segnalato tutte le persone che erano presenti e che dovranno pagare per non aver rispettato le misure anti-covid, allo stesso tempo Colombini è stato denunciato, non solo per non ave rispettato i dispositivi di sicurezza ma per mancanza di preavviso della manifestazione nei confronti della Questura. Quando si decide di fare una manifestazione, di qualsiasi tipo essa sia, la Questura deve essere preventivamente avvertita”, conclude Scalisi.
Ecco, credo che tutto ciò – compresa la vergognosa volgarità utilizzata da Colombini – sia tutt’altro che un inno alla libertà, ma si traduca solo nel circo di un uomo in cerca del momento giusto per trovare il consenso.
Siamo stanchi, siamo arroganti, siamo arrabbiati e lo siamo tutti, compreso chi non ha partecipato ieri, ma non possiamo giustifichiamo il menefreghismo di oltrepassare la morte.
“Noi oggi abbiamo dato un grande insegnamento – ha affermato il Maestro nella sua diretta Facebook – abbiamo denunciato cose importanti, perchè non deve esserci censura: noi oggi eravamo felici, ci siamo divertiti, abbiamo riso, bevuto e mangiato: cos’altro dobbiamo fare, vogliamo spaccare tutto?”
No, quello di ieri non è stato un insegnamento, ma un clamoroso autogol, la ridicolizzazione di tutti coloro che soffrono e sono sfiniti da questa situazione, quelli che, grazie all’atteggiamento di un leader improvvisato, si sono ritrovati, probabilmente inconsapevolmente, marionette e vittime per la seconda volta. Perchè in questo teatrino squallido il Covid – e chi lo nega – non c’entra più: c’entra un uomo che mosso dai suoi umori arriva ad augurare la morte, a offendere senza pietà le persone, ad assumere comportamenti disdicevoli. E una persona così, forse forte dei like delle persone che in mancanza di alternative trovano in lui lo sfogo per la propria rabbia, non può e non deve essere un esempio, perchè le masse non si trascinano con l’aggressività e la violenza verbale.
Siamo tutti pronti, me per prima, alla prossima manifestazione, perchè le ingiustizie vanno combattute, ma le vere rivoluzioni sono fatte di piccoli uomini con cuori grandi. Invito tutti a non perdere la speranza e a portare avanti le proprie battaglie, con la consapevolezza però di non diventare pedine di un circo autoreferenziale, dove la smania per la gloria porta a perdere il senso e il senno. Inseguiamo la nostra vera stella, senza abbandonare i valori e il rispetto umano, così faremo sentire la nostra voce.
Viva la libertà: quella autentica e ragionata, quella irriverente, folle ma sempre senza padroni – improvvisi o improvvisati – che tentano di plagiare uomini fragili in nome di quel futuro che nessuno conosce ma con il quale dobbiamo per forza fare i conti.
Immagine in evidenza Profilo Facebook Andrea Colombini