Giovane, talentuosa e con una voce incredibile, di recente è volata in Arabia Saudita, nel sito archeologico di Hegra, per cantare a fianco di Andrea Bocelli. Ma questa è solo una delle grandi emozioni che Francesca Maionchi, soprano, ha vissuto e ci ha regalato. Ventisei anni, nata a Lucca e cresciuta ad Altopascio (Badia Pozzeveri) è già un orgoglio nazionale. Una carriera iniziata grazie ad anni di studi e sacrifici anche, che oggi la porta ad esibirsi sui palchi più importanti del nostro Paese e non solo. Il suo debutto nel mondo dell’Opera si è tenuto proprio nella nostra città quando ha interpretato Mimì per La Bohème di Giacomo Puccini: “Uno dei momenti più belli della mia vita”, dice.
Una passione, quella per il canto lirico, che poi è diventata per Francesca anche un lavoro: “Per me è tutto. Lo stimolo costante verso la mia parte migliore, sia a livello vocale che personale e di interpretazione. Studio ogni giorno e mi coinvolge a 360 gradi”, racconta a Lo Schermo.
Qual’è stato il tuo percorso di studi e professionale?
“Ho iniziato a studiare a quattordici anni, prima facevo danza classica. Dopo aver studiato qualche anno privatamente sono entrata al Conservatorio Pietro Mascagni di Livorno e li ho conseguito la laurea triennale in Canto Lirico. Subito dopo la laurea ho studiato a Ferrara, al Conservatorio Girolamo Frescobanldi, dove ho conseguito, a giugno scorso, la laurea di specializzazione in Canto lirico. In aggiunta ho sempre partecipato a varie masterclass e lezioni di alto perfezionamento con vari insegnanti e direttori per integrare sempre di più il mio percorso”.
Scegliere di vivere per una passione, ha comportato qualche rinuncia per te?
“Si, sicuramente. Ma ho sempre fatto tutto con la gioia nel cuore perché cantare è sempre stata la mia passione più grande e quindi tutti i miei sacrifici sono stati ripagati. Già da più piccola, ma anche ora, i giorni prima di esibirmi non esco con le amiche, mi riguardo. Ho sempre ‘paura’ di prendere un colpo di fresco e quindi cerco di prevenire evitando. Anche durante le varie festività come Pasqua o Natale, io spesso ero a cantare, quindi stavo lontana dalla famiglia, dai parenti. Curo molto anche la mia alimentazione per cercare di seguire uno stile di vita più sano possibile perché il canto richiede di essere fisicamente in forma”.
Trovi che il tuo talento sia valorizzato in Italia?
“Ho avuto il piacere di collaborare con varie realtà in questi anni che mi hanno sempre apprezzata e questo mi rende felice. In Italia le opportunità ci sono, ma credo che questo tipo di carriera potrebbe essere valorizzata di più. In molti infatti proseguono la loro carriera fuori da questo Paese. Mi sento comunque valorizzata per quello che faccio perché ho la stima delle persone con cui collaboro e questo è fondamentale: in questo modo si creano tutti quei rapporti necessari affinché gli spettacoli e i concerti riescano al meglio. Nonostante a volte io canti all’estero, voglio credere che il talento prima o poi venga valorizzato e cerco di impegnarmi sempre e di crederci fino alla fine”.
Quali sono le esibizioni che ti porti nel cuore?
“Sono state tante ma la prima che mi viene in mente è stata quando ho debuttato per la prima volta all’interno del mondo dell’Opera interpretando Mimì ne ‘La Bohème’ di Giacomo Puccini proprio nella mia città, a Lucca. Mi ricordo l’entusiasmo sia delle prove, sia del giorno dello spettacolo. Prima di entrare in scena, mentre mi preparavo, le truccatrici mi chiesero se veramente quel ruolo fosse mio perché non ero per niente preoccupata, anzi non vedevo l’ora. Un’incoscienza ‘buona’ guidata da anima e corpo perché è stata una delle emozioni più belle della mia vità. In più La Bohème è l’opera che più preferisco ed esibirmi nella mia città, nella città di Giacomo puccini, ha avuto un valore unico. Un’altra grande emozione è stata quando sono entrata nella Sala D’Oro del Musikverein di Vienna. Porterò poi sempre con me le esibizioni insieme ad Andrea Bocelli. Al suo fianco è stata la prima volta che ho cantato in un’arena con tantissimo pubblico e ho vissuto tutta l’energia. Cantare con un artista come Andrea Bocelli è qualcosa di immenso, non potrei usare altri aggettivi”.
Come ti vedi fra cinque anni?
“Mi vedo prima di tutto tutto senza il Covid che ci ha tenuti fermi per più di un anno, liberi di cantare e vivere il teatro a pieno come lo vivevamo prima. Anche per noi, salire sul palco senza pubblico, vedere l’orchestra con la mascherina, essere sottoposti a tutti i vari vincoli, è una tristezza nel cuore. Mi voglio vedere di fronte ad un pubblico pieno e caloroso, voglio ritrovare il contatto perché non si può fare l’Opera senza che ci si possa toccare, avvicinare. Mi auguro di essere di nuovo all’interno di una normalità, di poter viaggiare per tutti i teatri del mondo interpretando nuovi ruoli affiancata da grandi colleghi e direttori. Questo è come mi vedo e quello che più desidero”.
Una storia di talento e di sogni quella del soprano Francesca Maionchi che rappresenta l’ambizione e la voglia di crederci di molti giovani che ci auguriamo il nostro Paese, patria da sempre dell’Opera, impari a tenersi stretti.