Valentina Mercanti, ex assessore del Comune di Lucca, dice la sua su varie questioni di interesse nazionale e locale: dalle dimissioni di Andrea Marcucci come capogruppo al Senato alla campagna vaccinazioni, passando ovviamente per la revoca delle deleghe all’assessore Marchini.
Il neo segretario del PD Enrico Letta ha chiesto ai capigruppo alle camere di dimettersi per far posto a due donne al fine di dimostrare di essere un partito davvero democratico. Cosa ne pensa?
Da donna non ho apprezzato il metodo, non trovo molto democratico far fuori due uomini e “imporre” due donne senza una valutazione sui due capigruppo uscenti, non è così che vorrei arrivare alla parità di genere. L’ho trovata una strumentalizzazione poco piacevole: le donne, come gli uomini, sono perfettamente in grado di conquistarsi gli spazi quando si creano le condizioni. Era su quelle che si doveva lavorare, così sembra sia principalmente una questione di “fotografia”.
Andrea Marcucci, dopo qualche resistenza, ha accettato le indicazioni del segretario. Questo, da un punto di vista locale e dunque lucchese, avrà qualche ripercussione?
Onestamente non credo che ci saranno ripercussioni a livello locale. Andrea Marcucci rimane un importante Senatore della Repubblica, rappresentante del nostro territorio e punto di riferimento politico, e questo non cambia.
Ma, sinceramente, secondo lei tutto ciò non è neppure un po’ legato ai precedenti rapporti di entrambi (sia Letta che Marcucci) con Renzi?
Trovo legittimo che un segretario appena eletto possa preferire due capigruppo a lui più vicini, per questo non ho apprezzato che si usasse la questione di genere per cambiare i capigruppo.
Questione manifattura, lei in Regione ha assunto posizioni che sono state criticate da più fronti. In pratica, sì alla partecipazione ma in ambito comunale. Secondo lei l’amministrazione Tambellini, di cui ha fatto parte, sotto questo aspetto poteva fare di più?
In Regione ho solo detto che metodi e merito delle questioni li deve decidere il consiglio comunale di Lucca e non Firenze. Anche se in consiglio Regionale ci sono io, non accetterei mai che Firenze dicesse a Lucca cosa fare. Credo però sia necessario sulla manifattura trovare il modo di riportare la discussione ad un livello meno politico e più nel merito, cercando di riaprire un dialogo con i cittadini e con i comitati. Penso sia un fattore positivo che la nostra città, nonostante il momento storico, si dimostri comunque attrattiva in termini di investimenti, ma un’operazione del genere non può dividere, deve trovare la massima convergenza tra forze politiche, categorie e cittadinanza.
Sulla questione manifattura si è dissociato l’ormai ex assessore Marchini, a cui poi sono state revocate le deleghe per il venir meno del rapporto fiduciario con il sindaco. Cosa ne pensa?
Mi dispiace nel metodo e nel merito. La manifattura non era parte integrante del programma elettorale e con le divisioni che ci sono in città posso capire che ci sia qualcuno all’interno che abbia perplessità, è un’operazione molto complessa.
Il Presidente Giani aveva garantito la permanenza della zona arancioni, venerdì sera c’è stato invece l’annuncio della zona rossa. Che ne pensa? Non è forse il caso di smetterla con questo annunciazionismo che poi viene smentito, almeno per riguardo nei confronti dei cittadini?
Credo ci voglia molta più attenzione a comunicare in questa fase e che sia meglio dire una parola di meno che una di più. Da una parte apprezzo la sincerità e la trasparenza con cui il Presidente cerca di comunicare con i cittadini, ma in questo periodo storico questa generosità di parola rischia di creare aspettative che se poi vengono deluse – come è successo venerdì -rischia di essere un boomerang. In questa fase serve tanta prudenza.
Campagna vaccinazioni: cosa ne pensa della gestione?
Faccio una premessa: è una vaccinazione di massa mai vista prima, una vera corsa contro il tempo e soprattutto con dosi troppo scarse a disposizione. Credo che il Governo debba spingere di più per aumentare la dotazione, la Regione Toscana – con tutte le criticità che una tale operazione comporta – è pronta, ma se mancano le dosi è difficile procedere in maniera spedita. C’è stato un ritardo nella vaccinazione degli over 80 che sarà recuperata entro la fine di aprile. Le forniture in arrivo ci consentiranno di rispettare la tabella di marcia predisposta dalla Regione, la velocità dipende dalle dosi che abbiamo a disposizione.
*le domande n. 5 e n. 6 sono state poste in data 28.03., a seguito dell’intervista originale.