A partire dal XIII secolo, la Torre delle Ore risiede orgogliosamente in via Fillungo, all’angolo con via dell’Arancio. Svetta nell’aria coi suoi 50 metri, per dominare la città direttamente dal cuore del suo centro storico. È passata tra le mani delle famiglie lucchesi più note come Quartigiani, Diversi, Cristofani, Sesmondi e Ceci, che con lei volevano dimostrare il proprio prestigio e potere, prima di essere acquistata dal Comune nel 1471. Nel 1390 alla torre venne aggiunto l’orologio, ma solamente nel 1490 venne realizzato il quadrante esterno, affinché le ore potessero essere anche visibili oltre che udibili con i semplici rintocchi.
L’orologio vero e proprio è stato regolato da un meccanismo nel 1754 ed è provvisto di un quadrante con numeri romani e la lancetta unica sagomata con stella al centro. La campana più voluminosa dichiara le ore da una a sei, alla romana, e le due campane più piccole i quarti. Salendo i suoi 207 scalini in legno incastonati nella pietra, ancora oggi, si può ammirare il pionieristico e mirabile funzionamento dell’orologio e della sua ricarica manuale – sicura primizia per l’epoca -, prima di raggiungere la vetta e godere dell’inestimabile panorama su tetti dell’intera città. Sulla punta più alta troviamo poi una banderuola in ferro recitante il motto “Libertas”, tipico della Repubblica di Lucca.
Alla Torre delle Ore è legata a doppio filo la leggenda di Lucida Mansi, la nobildonna lucchese che fece un patto col diavolo per restare bella e giovane. Si dice che la notte del 14 agosto 1623, durante i rintocchi della mezzanotte, la Mansi salisse affannata i 207 gradini per cercare di fermare la campana che stava per battere l’ora della sua morte. Ovviamente non riuscì nel suo intento e si trovò al cospetto del diavolo, che si prese quello che gli spettava. Con un carro infuocato la donna fu poi trasportata agli inferi, immergendosi nel laghetto del giardino botanico.