Lucca: alla scoperta dei cinema perduti, dall’Eden al Gonfalone

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Il mondo del cinema è uno dei più colpiti dalla pandemia di Covid-19, dopo un anno di misure restrittive per fermare il contagio e la diffusione del Coronavirus, le sale cinematografiche restano mestamente chiuse e sbarrate. A tanti – compreso a colui che sta scrivendo – manca moltissimo quel rito che è l’andare al cinema, l’attesa del film, la fila per entrare, lo scegliere il posto a sedere, ma soprattutto quel magico momento di condivisione e di spensieratezza che il grande schermo riesce a trasmettere. Da soli o in compagnia, la sala cinematografica riesce a scatenare emozioni, ispirare pensieri e riflessioni, far ridere o addirittura commuovere. Nell’attesa che tutto questo possa tornare semplice normalità, facciamo un tuffo nel passato, quando dentro alle Mura di Lucca si annidavano svariati cinema ai più disparati angoli della città.

Una volta, con poche lire si poteva fare la scorpacciata di film – spesso di serie b – presso l’Eden in Piazza San Francesco. Nei pomeriggi lucchesi, il palinsesto prevedeva – spesso – prima una pellicola del genere spaghetti western o una commedia con Bud Spencer e Terence Hill e poi un film romantico, accontentando prima un pubblico più maschile e poi quello a maggioranza femminile. Sulla falsariga di quello che faceva l’Eden, anche il Gonfalone di Piazza Santa Maria permetteva con 100 lire (negli anni ’70) di passare un’intera giornata seduti sulle poltroncine (scomode) della sua sala con grande schermo. Qui si vedevano film di arti marziali con Bruce Lee a sollazzare l’euforico pubblico nel vedere le prodezze della star del cinema americano. Ma l’elenco può essere completato da Django, Ringo e tutti gli altri eroi delle pellicole “coi cappelloni” dell’epoca.

L’Italia, invece, si trovava al civico 32 di Via del Biscione. Ha resistito con le unghie e con i denti fino alla prima decade del nuovo secolo, offrendo spesso un’ottima scelta di titoli, nazionali e internazionali. La sua platea, ma soprattutto la galleria, hanno cullato una serie infinita di lucchesi. Forse, però, il più bel cinema di Lucca è stato il Pantera di via Fillungo. Convertito in sala cinematografica nel 1912, prima era un Regio Teatro, del quale ha conservato la tipica conformazione. Al piano terra, oltre alla biglietteria era presente un ampio bar, poi, salendo attraverso una scalinata curva si arrivava all’ampia platea e, salendone un’altra ancora, si accedeva alla galleria dotata anche di palchetti. Il Pantera oggi non c’è più – anzi sono più di 30 anni cha ha l’attività -, al suo posto giace la profumeria Douglas (ex Gardenia).

Una delle ultime vittime della moria di cinema lucchesi è il Nazionale, quello di Piazzale Verdi, chiuso da meno di una decina d’anni. Una sala cinematografica particolare, con la pavimentazione a scacchi e una platea un po’ angusta e in pendenza. Quando era lecito fumare tra le sue mura, la cappa di fumo impediva di vedere con chiarezza quello che veniva trasmesso sul grande schermo. Infine il Mignon, quello accanto alla ex Chiesa di San Quirico, prima cinema tradizionale poi divenuto baluardo dei film erotici e a luci rosse, testimone di un passato – al pari degli altri – di una Lucca vivace e frizzante anche tra le austere vie del suo splendido centro storico.

Il cinema è cultura, è passione e svago, ha aiutato a rendere la vita delle persone più colma di nozioni, informazioni, emozioni e ricordi per questo bisogna sperare che possa presto riaprire le sue porte e accogliere i tanti amanti del grande schermo, orfani – loro malgrado – di quei momenti ricchi di sensazioni al buio della sala.

Tommaso Giacomelli
Tommaso Giacomelli
Giornalista e giurista, le passioni sono per me un vero motore per vivere la vita. Sono alla ricerca inesausta della verità, credo nel giornalismo libero e di qualità. Porterò il mio contributo a "Lo Schermo" perché si batte per essere una voce unica, indipendente e mai ordinaria.

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