O aderisci, o rischi la segnalazione al Fisco: la ‘Lotteria degli scontrini’ dove vincono tutti tranne i commercianti

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Tra la crisi di governo e il vaccino in ritardo, al via la lotteria degli scontrini. Dopo più di un rinvio, è iniziata lunedì (1 febbraio), è la nuova ‘tombola’ gratuita collegata al programma Italia Cashless messo a punto dal governo Conte Bis per incentivare l’uso di carte di credito o bancomat al fine di modernizzare il Paese, diminuire l’evasione fiscale e favorire: “Lo sviluppo di un sistema più digitale, veloce, semplice e trasparente”, si legge nello slogan. Tutto giusto se solo anche questo non fosse l’ennesimo provvedimento ‘eccezionale’ di gran lunga lontano da quello si potrebbe definire un piano ben strutturato e coerente di ripresa.

Per attivare il servizio è necessario procurarsi il proprio codice lotteria e mostrarlo all’esercente al momento dell’acquisto. Ogni euro speso vale un biglietto virtuale fino ad un massimo di mille biglietti virtuali per ogni scontrino di importo pari o superiore a mille euro. Se l’importo speso è superiore a un euro, l’eventuale cifra decimale superiore a 49 centesimi produrrà un altro biglietto virtuale.

Attivarlo ‘non costa nulla’, si legge. Sì, ma al consumatore. Gli esercenti invece sono ‘costretti’ ad una spesa da 50 a 350 euro per i registratori di cassa, i lettori di codice o lettori aggiuntivi. Tutto ciò a fronte di una perdita di fatturato non indifferente. Nessun rilancio poi nemmeno con i saldi di fine anno: folla in Fillungo per i weekend in zona gialla ma vendite in picchiata (-35% circa). Inoltre, secondo le stime, solo un registratore di cassa su tre, ad oggi, sarebbe ‘a norma’.

Di pensiero comune sono la maggior parte dei commercianti e anche delle associazioni di riferimento, che mostrano più diffidenza che approvazione nei confronti del nuovo provvedimento: “Dell’evasione fiscale se ne sono accorti solo adesso – dice la proprietaria di un piccolo centro estetico della piana -? Avrebbero potuto darci una mano almeno con le spese. Il nero non conviene a nessuno, lo sappiamo, ma non era e non è il momento giusto per attivare certi provvedimenti”. E ancora: “Prima di attivare la lotteria, si sarebbe potuto pensare a come riparare a questa crisi – dicono alcuni commercianti del centro storico -, ai ristori. E’ tutto fermo. Il Cashback di Natale non è stato un grande successo in fatto di vendite e non so quanto questa lotteria possa avvantaggiarci in termini di competitività con le grandi distribuzioni e aziende. Non ci è stato lasciato margine di scelta, mentre sarebbe giusto che ognuno di noi potesse decidere cosa fare data la crisi e la spesa da sostenere. Non è un provvedimento mirato ad una ripresa”.

Ben vengano le iniziative mirate a incentivare la ripresa dei consumi – ha dichiarato Confcommercio – ma tali iniziative non devono e non possono avere ulteriori ricadute sulle spalle degli imprenditori, già costretti a fronteggiare ogni giorno una situazione senza precedenti che mette a repentaglio la sopravvivenza delle rispettive aziende“.

Cosa si vince? La possibilità di partecipare all’estrazione di quindici premi settimanali da 25mila euro, dieci premi mensili da 100mila euro e un premio annuale da 5 milioni di euro. Previsti premi anche per i negozianti: settimanali da 5mila euro, mensili da 20mila e annuali da 1 milione.

E sarebbe anche un provvedimento virtuoso se appunto non penalizzasse ancora una volta le piccole imprese, già abbattute dalla crisi economica di questi mesi. Prima si prevedeva addirittura una sanzione dai 100 ai 500 euro per i commercianti che avessero rifiutato di partecipare; a sanzione è stata poi sostituita dalla possibilità per il consumatore di segnalare al Fisco l’esercente che si rifiuterà di offrire il servizio contribuendo alla creazione di liste di professionisti ed imprese ove si potrebbero concentrare i controlli delle Agenzie delle entrate. Quindi o 300 euro di spesa, o il rischio di ‘eventuali segnalazioni’.

Considerando che l’evasione fiscale della distribuzione commerciale è solo una minima parte del totale, non è forse da ritenersi una manovra utile in un momento di crisi. Come il Cashback, agevola più le banche e le grandi distribuzioni, perché offrendo prezzi più bassi, produrranno più scontrini e quindi avranno più possibilità di vincere il sorteggio. Potrebbe avere successo solo se i costi superassero i benefici, ma vista la pandemia e i limiti negli spostamenti previsti dai Dpcm, il rischio è che sia una rimessa per un settore già in grave difficoltà.

Secondo i dati di Confesercenti Toscana, nella nostra regione solo il 30% dei registratori di cassa sarebbero operativi e questo significa che solo 3 aderenti su 10 hanno, almeno per ora, attivato il servizio. C’è tempo fino al primo aprile poi, secondo quanto dichiarato, scadrà il termine ultimo per adeguare i registratori di cassa. ‘Un gioco’ dunque che, se non vi saranno ulteriori rinvii, dovrebbe scoprire il suo primo vincitore il 12 marzo. Sempre che non vada a finire come il più volte rimandato rimborso del Cashback di Natale o l’erogazione della cassa integrazione. Mettetevi comodi.

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