Nell’epoca del populismo più becero, uno degli argomenti più gettonati è quello relativo ai compensi dei politici. Dall’abuso del concetto di casta al Parlamento da aprire come una scatoletta di tonno (bei tempi, caro Movimento!), uno degli sport preferiti dagli italiani è quello di considerare i politici come il cancro del paese.
Il pensiero è sempre lo stesso: chi fa politica lavora male e guadagna troppo. Ma, al di là delle facili suggestioni, è davvero sempre così?
Pochi giorni fa abbiamo visto pubblicati sui giornali i complessivi redditi di Sindaco, Assessori e Consiglieri Comunali: col sangue agli occhi per i portafogli di Lemucchi e Petretti, tutti presi dall’ossessione di distinguere i ricchi dai poveri, ci si è però dimenticati di analizzare quali compensi derivino davvero dall’attività politica. Ci si è dimenticati, in pratica, di verificare quanto guadagna dalla sua attività amministrativa chi ricopre cariche pubbliche.
Non sono cifre da nababbo e forse, almeno con riferimento agli Enti Locali, è davvero giunto il momento di smentire dati alla mano il pregiudizio sui compensi faraonici dei politici.
La disciplina delle cosiddette “indennità di funzione” è prevista dal decreto del Ministero dell’Interno n. 119/2000 (poi recepito dal T.U.E.L.), che aggancia i compensi degli amministratori locali al numero degli abitanti nel territorio dell’Ente. Anche a seguito di varie pronunce della Corte dei Conti, dato che il Comune di Lucca rientra tra quelli di fascia 50.000/100.000 abitanti, oggi il Sindaco Alessandro Tambellini percepisce un compenso mensile di 4.734,10 € lordi, come da determina n. 961 del 15.06.2012 (la Giunta dell’epoca, peraltro, rinunciò anche ad alcune maggiorazioni consentite dal suddetto decreto ministeriale).
Il compenso del Vice-Sindaco e degli Assessori viene calcolato in percentuale rispetto a quello del Sindaco, in misura del 75% per il Vice-Sindaco e del 60% per gli Assessori. In pratica, Giovanni Lemucchi percepisce dal Comune di Lucca un’indennità mensile di 3.550,58 € lordi, mentre i singoli Assessori percepiscono un compenso mensile pari a 2.840,46 € lordi.
Al netto delle tasse da pagare non sono cifre da capogiro, tanto più se si pensa alle rilevanti responsabilità civili, penali e amministrative che gravano su amministratori locali che devono gestire una città di quasi 90.000 abitanti.
Misero, poi, è il trattamento economico dei Consiglieri Comunali.
La normativa di settore (D.M. n. 119/2000; T.U.E.L.; delibera comunale n. 110/2000; delibera Corte dei Conti n. 1/2012) prevede che il Consigliere Comunale abbia unicamente diritto al cosiddetto “gettone di presenza”. Gettone di presenza che, in una realtà come quella lucchese, ammonta ad appena 53,46 € lordi. Compensi davvero irrisori se si pensa che, oltre allo studio delle pratiche necessario all’attività consiliare, il Consigliere deve soprattutto essere un riferimento costante per i cittadini, un vero e proprio presidio politico sul territorio, con un notevole dispendio di tempo ed energie.
Alla luce di quanto abbiamo appena detto, sono inevitabili alcune scomode riflessioni.
Chi gestisce la cosa pubblica è spesso guardato come un ladro incapace e come un dissoluto sperperatore di denaro pubblico, ma come abbiamo visto la realtà è un po’ più complessa. Se vogliamo che nel nostro paese le città siano davvero ben amministrate, forse è necessario anche corrispondere un compenso equo a chi deve spendere il proprio tempo per farlo. Ovviamente – sia chiaro – tutto ciò deve essere fatto bene: competenza e capacità di amministrare devono considerarsi prioritarie, e sarebbe da folli negare il contrario, ma ogni gioco al ribasso rischia di far diventare la politica appannaggio solo di chi ha il tempo e le possibilità economiche per farla.