Discoteche chiuse in tutta Italia, vietato ballare e addio divertimento per questa estate 2020.
È questo il Dpcm in vigore da oggi, 17 agosto, e che risulta l’ultima aspra e controversa novità di questo anno imprevedibile.
A spingere versa questa decisione è sicuramente l’aumento dei contagi di queste ultime settimane e la paura di una possibile seconda ondata di Covid 19 nel prossimo autunno e inverno.
Molte le voci fuori dal coro che hanno reputato questa decisione assurda e ingiusta, in primis per gli operatori del settore ma anche per tutti quei giovani che, un po’ nei panni dei runner durante la quarantena, sono ad oggi considerati i presunti untori senza pietà.
Se la decisione presa sia quella giusta non è possibile saperlo, certo è che la prerogativa dovrebbe essere sempre e comunque salvaguardare la salute dei cittadini ed era da aspettarselo che i giovani in discoteca non riuscissero a mantenere la distanza di sicurezza e l’uso delle mascherine.
A fronte anche dell’ultimo caso di cronaca che riguarda la ragazza positiva al Covid che ha partecipato a una serata al Seven Apples, di ritorno da una vacanza in Grecia e in attesa del risultato del tampone, si è creata una vera bufera. Da una parte coloro che accusano la giovane e i genitori, ritenuti non curanti della situazione e irrispettosi nei confronti della collettività, dall’altra le accuse sono ricadute sui gestori dei locali, in questo caso la storica discoteca versiliese, ritenuti poco attenti al rispetto delle norme anticontagio.
Abbiamo parlato con Marco Baccelli, proprietario della discoteca Kuku di Lucca e da anni co-organizzatore delle serate del venerdì al Seven Apples. Ci ha raccontato la sua visione sul nuovo Dpcm, dei giovani che abitano il mondo della notte, delle oggettive difficoltà di chi opera nel settore in questo momento di pandemia e della speranza di un vicino futuro in cui si possa tornare alla normalità, o quasi.
Cosa ne pensi del nuovo Dpcm che prevede la chiusura di tutte le discoteche fino al 7 settembre?
Penso che sia un provvedimento inutile, fintanto che permetteranno di varcare le frontiere per andare in vacanza in luoghi dove ci sono focolai attivi. Credo che il governo abbia preso questa decisione consapevole di mettere in difficoltà un settore ristretto e che incontra da sempre poca simpatia, mentre allo stesso tempo, questa decisione avrebbe avuto una grande risonanza sui giornali e sull’opinione pubblica, come effettivamente è successo.
Come si sono comportati i gestori delle discoteche in questa situazione?
Per quello che ho potuto vedere personalmente con i miei occhi, posso constatare che all’interno delle discoteche sono state prese tutte le misure anticontagio indicate dal governo. Vero è che un gestore non può ovviamente sapere se uno degli avventori che si presenta senza febbre all’ingresso, abbia fatto il tampone perché rientrava da una zona a rischio e non abbia avuto voglia di aspettare il risultato passando tre giorni a casa.
Credi davvero che ci sia stata superficialità da parte dei giovani che non hanno rispettato le regole imposte?
Sicuramente alcuni giovani sono stati superficiali sulla questione e purtroppo adesso le conseguenze le paghiamo noi. Il distanziamento sociale è difficile da mantenere per gli adulti, figuriamoci per i giovani, però la superficialità e l’incoscienza si rispecchiano in altri comportamenti. Esempio quando un ragazzo va a ballare, nonostante sappia di essere a rischio Covid e non rispettando la salute di centinaia di persone e dell’attività economica di un intero settore.
Cosa ti senti di dire sul caso della ragazza infetta di Covid all’interno del Seven Apples?
A prescindere del caso specifico della ragazza infetta al Seven Apples, il mio pensiero a riguardo rimane solo uno: non avrei riaperto le frontiere.
Dal momento in cui il governo ha deciso di riaprirle per permettere agli italiani di andare in ferie e agli stranieri di entrare in Italia per risollevare l’economia e il turismo, era da mettere in contro un nuovo aumento dei contagi. Inutile quindi incolpare sempre e comunque il mondo della notte.
Cosa ne pensi degli aiuti promessi dal Governo per gli operatori del settore?
Quando li vedrò, ci crederò.
Oltre le polemiche e le opinioni, al momento, non ci resta che dimenticarci per un po’ serate a ritmo di musica, danze sfrenate e incontri ravvicinati nella speranza che quel buonsenso a cui tutti auspichiamo riesca a prendere il sopravvento sull’ingenuità dei 20 anni, ma anche dei 40!
Non è semplice, non lo è per nessuno, ma è indispensabile adesso ed è l’unica alternativa per non ritrovarci a metterci in posa di fronte a un arcobaleno colorato con scritto “andrà tutto bene”.
Oggi deve andare bene, e giorno dopo giorno sempre meglio.