Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. La provincia di Lucca ha il primato storico in Toscana

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Ricorre oggi, 25 novembre, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che venne istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999.

Questa mattina è in programma un evento in piazza San Michele dalle ore 10 alle 12. Si intitola: “Lucca si intreccia 2024”, terza edizione della manifestazione organizzata da Croce Verde Lucca, Auser Filo d’Argento Lucca e Centro Antiviolenza Luna. Il progetto che le tre associazioni portano avanti dal 2022 prevede il coinvolgimento delle scuole di ogni ordine e grado, di tutta la cittadinanza, di Enti e Associazioni del Territorio.  Il ritrovo è previsto alle ore 10 sotto il Loggiato di Palazzo Pretorio, in piazza S. Michele, dove saranno distribuiti gratuitamente gadget simbolo dell’iniziativa per creare colore e rumore. Nello specifico, ai partecipanti verranno forniti mantelline rosse e tamburelli offerti dalle tre Associazioni organizzatrici, grazie alla generosità di Fosber e Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Dopo una breve presentazione della manifestazione da parte dei tre presidenti  e il saluto delle Autorità, si proseguirà con letture di testi scritti da donne vittime di  violenza e di elaborati realizzati dagli studenti delle scuole.  A seguire, partirà il corteo colorato e rumoroso per far sentire il NO di Lucca alla violenza di genere. I partecipanti, indossando la mantellina rossa, sfileranno con i tamburelli lungo un percorso che, partendo da piazza S. Michele, si snoderà attraverso via Beccheria, piazza  Napoleone e via Vittorio Veneto. Nel corso della mattinata, si terrà inoltre l’esibizione dell’artista Federico Cacciatori e del cantautore Mario Cofrancesco, in arte Kophra, che proporranno dal vivo il brano “Semplicemente respira”. Ispirato ad una storia vera relativa ad una relazione tossica, la canzone uscirà sulle piattaforme musicali proprio il 25 novembre.

«Siamo davvero orgogliosi di presentare per il terzo anno consecutivo questa manifestazione – spiega Daniele Massimo Borella, presidente della Croce Verde di Lucca – come Associazione, abbiamo abbracciato con entusiasmo il progetto perché si tratta di una problematica che riguarda tutta la cittadinanza. Dobbiamo impegnarci tutti, nessuno escluso, per provare ad estirpare quella che è una vera e propria piaga della società. Sarà una mattinata colorata e rumorosa – conclude Borella – per ricordare le vittime di femminicidio e, nel nostro piccolo, impegnarci per un futuro più giusto».

L’Azienda USL Toscana nord ovest la ricorda con diverse iniziative, ma l’impegno del proprio personale per far emergere il fenomeno, più diffuso di quanto si pensi, è quotidiano e si manifesta nei numeri di attività del “Codice rosa”, il percorso di accesso al Sistema sanitario regionale, in particolare ai pronto soccorso e ai consultori, riservato a tutte le persone vittime di violenza, donne, bambini e persone discriminate. I dati raccontano che nei primi dieci mesi del 2024, cioè fino al 31 ottobre, sono state 591 le persone che hanno avuto accesso al Codice rosa attraverso i pronto soccorso dell’Azienda USL Toscana nord ovest, di cui 442 donne, ovvero il 75% dei casi. Nella provincia di Lucca gli accessi Codice rosa sono stati 220 (105 al pronto soccorso dell’ospedale di Lucca, 95 a quello della Versilia e 20 a quello di Castelnuovo Garfagnana).

La dottoressa Piera Banti, referente per il “Codice rosa” in Lucchesia e presidente della commissione pari opportunità della Provincia di Lucca, ricorda che si tratta «nell’85 di casi di donne con età media dai 18/45 anni ma di queste il 7 per cento sono donne con età maggiore di 60 anni aggredite per lo più da figli o persone che avrebbero dovuto prendersi cura di loro. Le violenze sessuali su donne adulte sono il 4-5 per cento e avvengono prevalentemente nei mesi estivi sulla fascia costiera nel fine settimana. Sono coinvolte giovani donne in relazione a momenti di svago, tanto per capirci quando si esce per locali e discoteche per la cosiddetta movida. La violenza sessuale detta abuso sui minori non fa differenza fra maschi e femmine (52 per cento contro 48 per cento) ed è fatta soprattutto fra le mura domestiche. Abbiamo avuto anche violenze sessuali su soggetti di sesso maschile, i cosiddetti crimini d’odio cioè violenze per vulnerabilità o discriminazione legata a pregiudizio per età, orientamento sessuale, origine, etnia, ecc.»

«Il trend è in crescita – aggiunge Rosa Maranto, responsabile del percorso Codice rosa dell’Azienda USL Toscana nord ovest – ma il fatto che gli accessi aumentino non significa necessariamente che stiano aumentando i casi perché può indicare che emergono di più. Il 70 per cento di chi accede al Codice rosa sono cittadini italiani, il 93 per cento denuncia maltrattamenti e il 7 per cento abusi sessuali, un caso su dieci riguarda un minore (l’11 per cento). Nessuna fascia di età è risparmiata: si va da bambini che hanno meno di un anno (2 casi) fino alle persone con oltre 70 anni (22 casi). Nei consultori la situazione è la stessa. Durante tutto il 2023, i casi in cui è stato attivato un percorso relativo alla violenza sono stati 705. Dati a cui vanno aggiunti quelli degli interventi di prevenzione svolti a sostegno della genitorialità e delle famiglie in situazione di vulnerabilità e alla fascia giovanile, nonché gli interventi di sensibilizzazione verso la popolazione. Come Azienda USL mettiamo in campo una serie di interventi di prevenzione, di intercettazione delle situazioni latenti e di presa in carico. Ci muoviamo in raccordo con le reti antiviolenza territoriali e sono coinvolti tutti i servizi, in particolare l’emergenza-urgenza, il materno infantile, i consultori, il servizio sociale. Ogni anno viene svolta un’intensa attività di formazione degli operatori. Se ci concentriamo sulla violenza di genere si nota che la violenza riguarda tutte le età e tutte le fasce sociali. Le donne continuano ad essere le principali vittime di violenza, in particolare di quella domestica. Subiscono abusi per mano di padri, partner, fratelli, figli, ex mariti o ex fidanzati, persone con le quali avevano o hanno un legame affettivo. La violenza contro le donne, e nei confronti di tutte le persone che la subiscono, non è solo un problema sociale, ma è un vero e proprio problema di salute pubblica. Chi subisce violenza ha una probabilità più alta di incorrere in un problema di salute rispetto agli altri, con conseguenze fisiche e psicologiche che possono essere devastanti. L’appello che faccio – conclude Rosa Maranto – è il seguente: rompiamo la solitudine e l’isolamento: il solo poterne parlare può essere il primo passo per uscire dalla spirale della violenza. E in ogni contesto sanitario ci sono la sensibilità, la professionalità e le capacità per essere accolti ed essere aiutati».

Lucca ha il primato nell’attivazione del “Codice rosa” come emerge da questa pagina del 2013

Ovviamente il fenomeno è esteso ovunque. A livello regionale, per esempio, non si attenua la lunga scia di sangue e violenze verso le donne: nel 2023 in Toscana si sono registrati ancora 6 femminicidi, che hanno fatto salire il drammatico bilancio degli ultimi 17 anni a quota 140. Sono state oltre 4.500 le donne che in un anno si sono rivolte a un Centro antiviolenza, sfiorano i 2.000 in un anno gli accessi in Codice rosa al pronto soccorso per maltrattamenti. Sono alcune delle cifre più drammatiche che emergono dal sedicesimo rapporto sulla violenza di genere in Toscana, realizzato dall’Osservatorio sociale regionale su dati relativi al 2023.

L’Osservatorio realizza il monitoraggio del fenomeno attraverso la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati forniti dai nodi delle reti territoriali antiviolenza, a partire dai Centri Antiviolenza presenti sul territorio. Il documento è stato presentato a Palazzo Strozzi Sacrati nell’ambito de “La Toscana delle donne” alla presenza del presidente Eugenio Giani, dell’assessora al sociale Serena Spinelli, dell’assessora alle pari opportunità Alessandra Nardini, dell’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini, e della capo di Gabinetto del presidente Giani Cristina Manetti, in vista della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in programma oggi 25 novembre.

I dati evidenziano una crescita esponenziale del fenomeno: oltre ai casi citati dei centri violenza e di accesso tramite codice rosa, cresce il numero delle donne che si rivolgono ai consultori per casi di abuso o maltrattamento e quelle che sono state ospitate in case rifugio. In parallelo aumenta notevolmente anche il numero di uomini che accedono ai Centri per uomini autori di violenza. Ma vediamo i principali dati emersi nel 2023 insieme a un esame delle strutture coinvolte.

I femminicidi

Nel corso del 2023, in Toscana, sono state uccise per motivi di genere sei donne, di cui due hanno lasciato quattro figli/e minorenni. Il numero di donne vittime di femminicidio dal 2006 al 2023 è dunque 140. il 75% delle vittime sono donne italiane, le straniere sono il 25%. Tale dato, dice il rapporto, rimane coerente anche tra gli uccisori, con un 77% di italiani e un 23% di stranieri. 36 dei 140’ femminicidi sono avvenuti in provincia di Firenze, 16 a Lucca e altrettanti a Pisa, 15 in provincia di Livorno, 12 sia ad Arezzo che a Prato, 11 a Pistoia, 10 a Grosseto, 9 a Siena.

I Centri antiviolenza

I Centri antiviolenza svolgono attività di accoglienza, orientamento, assistenza psicologica e legale alle donne che subiscono violenza, ed ai loro figli; realizzano inoltre azioni di sensibilizzazione e formazione svolgendo attività di raccolta ed analisi dei dati sulla violenza. In Toscana sono presenti 25 Centri antiviolenza, distribuiti su tutto il territorio regionale. Nel corso degli anni si è assistito ad una ramificazione della loro presenza nel territorio, soprattutto grazie all’apertura di sportelli locali, per un totale di 102 punti di accesso. Le donne che si sono rivolte ai Centri antiviolenza nel 2023 sono state 4.540. Il percorso di uscita dalla violenza è stato avviato nel 2023 da 3.262 donne, 67% italiane e 33% straniere, nel 62% dei casi con figli.

Le Case rifugio

La Casa rifugio è una struttura dedicata a indirizzo segreto nella quale la donna, sola o con i propri figli, e con il sostegno di operatrici formate sulle tematiche della violenza di genere, non solo viene messa in sicurezza ma inizia un percorso complesso di uscita dalla violenza. Sul territorio regionale sono presenti 28 Case rifugio, prevalentemente promosse e gestite da Centri antiviolenza presenti sul territorio, che garantiscono ospitalità per un periodo limitato di tempo, nella maggior parte dei casi fino al massimo di un anno. Nel corso del 2023 sono state ospitate 134 donne con 110 figli (erano state 109 donne e 92 figli nel 2022) per la maggior parte provenienti dell’ambito regionale e segnalate dai servizi sociali territoriali.

I Centri per uomini autori di violenza

Gli uomini che hanno effettuato l’accesso a uno dei 5 Centri sul territorio regionale sono stati 659, con un incremento del 135% rispetto al 2022, per il 70,6% di nazionalità italiana, e circa la metà con un’età compresa fra i 30 e i 49 anni. L’obiettivo principale del lavoro con uomini autori di violenza è l’interruzione della violenza, l’assunzione di responsabilità e la costruzione di alternative ad essa, al fine di evitarne le recidive. Circa la metà degli uomini ha concluso il percorso nel 2023, il 22,2% degli utenti ha invece abbandonato o interrompe per vari motivi: scarsa motivazione, non idoneità al lavoro di gruppo per problematiche di tipo psichiatrico o similari, incompatibilità orarie, difficoltà linguistiche.

Il Sistema Emergenza urgenza sociale

Il Sistema Emergenza urgenza sociale (SEUS) attivo in 19 Ambiti territoriali toscani su 28 fornisce, 24 ore al giorno e per 365 giorni l’anno, una assistenza immediata per la fase emergenziale attraverso l’attivazione delle professionalità necessarie in situazioni di emergenza-urgenza sociale personale o  familiare o eventi calamitosi. Nel triennio 2020-2023 le aree in cui si registrano maggiori interventi sono quelle della violenza di genere – nel 2023 sono stati 337 – e della violenza assistita, con 34 interventi. Il motivo prevalente di segnalazione è il maltrattamento e gli interventi messi in campo hanno riguardato l’inserimento in struttura. La maggior parte delle prese in carico è stata attivata presso Pronto soccorso e Ospedali, seguiti da caserme e stazioni delle Forze dell’Ordine. Per quanto riguarda i soggetti segnalanti, prevale la rete di emergenza urgenza (Pronto soccorso e 118).

Il Centro regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza

Il Centro, attivo nell’ambito dell’accordo di collaborazione tra Regione e Istituto degli Innocenti, raccoglie e monitora i dati su bambini e ragazzi vittime di violenza diretta e di violenza assistita che sono stati segnalati all’Autorità giudiziaria e presi in carico dal servizio sociale territoriale. I numeri sono in costante crescita. Allargando l’osservazione al quinquennio 2019-2023, si evidenzia un aumento dei casi: per quanto riguarda minorenni vittime di maltrattamenti in famiglia, segnalati agli organi giudiziari, si passa dai 3.431 del 2019 ai 4.573 del 2023, con un’importante incidenza di minori stranieri rispetto alla quota degli stessi nella popolazione residente, pari al 36%. Nello stesso periodo il numero delle vittime di violenza assistita aumenta e passa dalle 2.130 del 2019 alle 2.834 del 2023, con un’incidenza di stranieri pari al 38,2%.

La Rete regionale Codice Rosa

È quella che definisce le modalità di accesso e il percorso socio sanitario per le donne vittime di violenza di genere e delle vittime di violenza a causa delle loro condizioni di vulnerabilità o discriminazione. Nel 2023 nei Pronto Soccorso della Regione Toscana si sono registrati 1.951 accessi in “Codice Rosa”, di cui 400 da parte di minorenni.

I Consultori

Le persone assistite dai Consultori nel 2023 per casi di abuso e maltrattamento sono state 920 (erano state 810 nel 2022).

I servizi sociali

Nel corso del 2023 sono state 1.250 le donne prese in cura dai Servizi sociali per casistiche legate alla violenza di genere, mentre sono state 480 le donne per le quali è stato definito un progetto individualizzato di fuoriuscita dalla violenza.

Qui puoi scaricare il “Sedicesimo Rapporto sulla violenza di genere in Toscana. Un’analisi dei dati dei Centri e delle Reti Antiviolenza – Anno 2024”.

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