Tornano i Comics: una riflessione è necessaria

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Le mie opinioni sui Comics le ho dichiarate negli interventi che nel passato ho affidato a questo giornale. Ma, per non equivocare, voglio ripeterle ancora una volta ribadendo il mio apprezzamento per questa manifestazione che, per più giorni, richiama a Lucca decine di migliaia di giovani.

Questa gioiosa massa di ragazze e ragazzi che invade la città esprimendo, in modo civile un’ansia di vita mi piace. È da ricordare che in tutti questi anni, nonostante il gran movimento che si riversa per le vaste piazze e le strette strade di Lucca, non si è mai lamentato un incidente, non si è mai verificata un’offesa alla città ed ai suoi monumenti.

Il festoso assembramento si è svolto nel rispetto delle regole della convivenza. E Lucca, da antica città carica di storia, si è dimostrata ospitale favorendo questa pacifica invasione di giovani. Si è così conquistata un solido credito fra le generazioni che succedendosi hanno avuto modo di confermare il racconto di un’esperienza che viene vissuta come un rito di passaggio. Una di quelle vicende che entreranno, per non uscirvi più, nelle loro memorie. I giorni di Lucca Comics come la degna celebrazione di un tempo della vita: gli anni belli del sogno e dell’attesa che ci è dato di vivere soltanto una volta. Poi verrà un tempo diverso: il Peter Pan che è in ognuno noi lascerà posto alla maturità che, se rifugge dalle illusioni, spenge le fantasie, non crede alle chimere, teme i castelli in aria, conserverà sempre in un segreto rifugio la memoria di quei giorni felici. E allora sarà sufficiente sentir evocare il nome di Lucca per ricongiungersi all’antico incantesimo, per rivivere in un attimo la magia di quel tempo che prometteva a tutti la realizzazione dei desideri di Buono, Bello e Giusto che li avevano condotti a Lucca.

Queste migliaia di giovani, che dalle più lontane contrade d’Italia, lasciano le loro case e se ne vengono a Lucca per i Comics, sentono e sanno che li attende un evento di alta carica emozionale. Per mesi si sono preparati all’appuntamento, si sono scambiati messaggi, hanno messo da parte i soldi, si sono attrezzati dotandosi dei più fantasiosi costumi, e con quello spirito compiono un viaggio che ha tutte le caratteristiche di un pellegrinaggio.

Un pellegrinaggio laico, ma molto più carico di quanto si voglia vedere di quelle recondite motivazioni che per secoli hanno fatto muovere uomini e donne lungo i cammini che portavano ai luoghi della fede.

Mi rendo conto che messa giù così un’affermazione del genere è dura da condividere e da accogliere eppure, e ne sono più che convinto, bisogna saper guardare oltre alle apparenze per andare alla ricerca di quel genuino grumo di pulsioni, di sentimenti e di aspettazioni che danno un senso al viaggio verso Lucca: non chiudiamoci di fronte a questa lieta gioventù che viene a Lucca perché aspira ad un tempo e a un mondo più giusto. Ed a questa manifesta ansia di gioia esprime il più deciso rifiuto delle brutture e delle ingiustizie di questo nostro tempo: le orribili stragi che insanguinano la Terra Santa, la prepotente cattiveria di chi si accanisce con i deboli, colpevoli soltanto di essere nati dalla parte sbagliata.

Bene, ora che ho chiarito quello che penso dei Comics, proprio per questa mia totale approvazione, avverto la impellente necessità di sollecitare una riflessione che ha come obiettivo mettere la manifestazione al riparo di una ostilità che mai come quest’anno ho raccolto in città.

È pur vero che sin dalle prime edizioni degli anni Sessanta, inventate e volute dal sindaco di allora, il dottor Giovanni Martinelli, un certo mugugno ha fatto da sottofondo ai Comics. Per i lucchesi, conservatori come sono, quel mugugno era fisiologico. Il lamento è una delle forme espressive che li caratterizza.

Quest’anno però il mugugno si presenta più consistente e più aspro. Più diffuso e più intollerante. Esprime un disagio che chi ha a cuore i Comics deve aveva l’intelligenza e la sensibilità di ascoltare.

Sostanzialmente sono due le argomentazioni che ho ascoltato: la precoce occupazione degli spazi cittadini con i tendoni destinati ad ospitare i Comics e la sensazione che la manifestazione abbia esteso la sua presenza fino al punto da recare ai cittadini una quotidiana serie di problemi. La città è come stravolta. Il fatto è che ogni anno, sospinto dal grande successo della manifestazione, lo spazio dei Comics è cresciuto. E se non sarà facile tornare indietro è di certo il caso che si prenda a lavorare per migliorare il rapporto con la città in modo da ridurre il più possibile il disagio di chi vi abita e di chi la frequenta.

Fermiamoci fino a che siamo in tempo. Il gigantismo incontrollato può recare danni che i Comics non meritano.

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