Tra i ricordi di servizio: il processo Musumeci

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…Tra i ricordi di servizio, postiamo una delle cosiddette “attività riservate” che ha visto protagonista la Genio di Lucca negli anni ‘90.

Son passati molti anni, anche troppi, e ormai i vincoli di riservatezza necessari sono decaduti. Certe cose si possono raccontare, oggi.

Nel 1993 comandavo “Interinalmente” la Compagnia Genio della Folgore alla Caserma “Lorenzini”, in Corso Garibaldi 5, a Lucca.

I paracadutisti della Genio erano impegnati in Somalia: quelli rimasti in caserma a Lucca, avevano un bel daffare, tra addestramento, i cambi del personale, le vaccinazioni, le licenze, e tutti gli impegni operativi di una unità autonoma con proprio Servizio Amministrativo, e una base addestrativa in sede distaccata a Villafranca Lunigiana da gestire; non era roba da poco…

Una mattina d’estate si presenta in porta carraia un signore anziano, distinto, e chiede di parlare con me.

Era il Presidente del Tribunale di Lucca, il dott. F. R.

Davanti ad un caffè al nostro piccolo Circolo, mi chiese una cosa molto particolare e “riservatissima”.

Il Tribunale di Lucca doveva celebrare fare il processo al noto boss mafioso Carmelo Musumeci, che si era dato da fare, in maniera non proprio elegante, in Versilia, dove era stato arrestato.

Lungi da me qualsiasi commento di tipo giudiziario sulla vicenda, non sono giudice.

Questo ricordo è esclusivamente relativo ad un fatto storico e “laterale” della vicenda, completamente sconosciuto ai più, e che mi è tornato in mente…

Il Dott. R. mi disse “in camera caritatis” che da informazioni avute, sospettavano una possibile azione criminale nei confronti dei giurati del collegio giudicante; in particolare non si fidavano di nessuna ditta di ristorazione per confezionare i cibi dei giurati da somministrare in camera di consiglio, (temevano un avvelenamento…!), e siccome si prevedeva una lunga attesa prima della sentenza, che porterà poi alla sentenza di condanna all’ergastolo del Musumeci, era necessario assicurare una somministrazione di cibo e bevande continuativa e “sicura”.

Per l’esigenza era stata allestita come aula del Tribunale provvisorio, la Palestra Bacchettoni, perché era più decentrata e facilmente controllabile; un’auto della Polizia stazionava continuamente sulle Mura lì davanti per sorvegliare la zona.

All’ingresso c’erano due garitte con poliziotti armati che controllavano chiunque si avvicinava.

La faccenda era seria, il timore era reale.

Mi chiese quindi se noi potevamo, con la nostra organizzazione logistica di caserma, provvedere a soddisfare questa particolare esigenza logistica in una assoluta cornice di riservatezza e sicurezza; neanche i soldati cuochi e addetti alla cucina avrebbero dovuto sapere niente!

La decisione era troppo importante e “pesante” per me; senza parlarne neanche al telefono… andai direttamente in Brigata a Livorno e informai il Comandante di questa esigenza.

Naturalmente fui subito autorizzato a fornire il massimo della collaborazione per questa particolare richiesta giudiziaria “straordinaria”.

Concordammo quindi con l’Ufficiale al Vettovagliamento e pochi suoi stretti collaboratori, un menù attagliato alle esigenze dei giurati.

Quindi iniziò il processo e dopo la fase dibattimentale, i giurati si ritirarono in “camera di consiglio”.

Tutte le mattina un auto civetta, o della P.S. o dei C.C. (a turno) entrava dalla carraia in Corso Garibaldi, passava dalla mensa, caricava il materiale e usciva da un altro portone che sbucava in piazza San Romano.

I paracadutisti abituati a non far domande eseguivano gli ordini, predisponevano i viveri e le bevande, caricavano le casse di cottura, i piatti e ritiravano il materiale sporco da lavare.

Per fortuna l’esigenza durò pochi giorni.

La sentenza fu emessa quasi subito.

Tutto andò benissimo e ricevemmo i complimenti da tutti con una bella lettera di apprezzamento del lavoro e della collaborazione fornita.

La parte più difficile di tutta questa vicenda in realtà, fu poi regolarizzare e contabilizzare amministrativamente quei due o tre giorni di pasti, tra le due amministrazioni della Difesa e della Giustizia. Non c’era versi… La pratica amministrativa si trascinò per anni!

Con un provvedimento storico, il tribunale di Sorveglianza di Perugia nel 2018 ha concesso la liberazione condizionale al condannato all’ergastolo ostativo per reati di criminalità organizzata, in carcere dall’ottobre del 1991.

Vittorio Lino Biondi
Vittorio Lino Biondi
Sono un Colonnello dell'Esercito Italiano, in Riserva: ho prestato servizio nella Brigata Paracadutisti Folgore e presso il Comando Forze Speciali dell'Esercito. Ho partecipato a varie missioni: Libano, Irak, Somalia, Bosnia, Kosovo Albania Afganistan. Sono infine un cultore di Storia Militare.

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