Da oggi, 7 ottobre 2024, scatta il censimento ISTAT che nel Comune di Lucca interessa oltre duemila famiglie. Si tratta della nuova edizione del Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni che è curato dall’ISTAT e che vede coinvolte quasi 1 milione di famiglie dell’intero territorio nazionale. Operazione che andrà avanti fino al 23 dicembre prossimo. «Nel Comune di Lucca – spiegano a Palazzo Orsetti – è chiamato a partecipare un campione rappresentativo, costituito da 2.004 famiglie. Ogni famiglia campione riceverà, o ha già ricevuto, una lettera dall’ISTAT con l’invito a compilare il questionario. La compilazione del questionario potrà avvenire o in autonomia fino al 9 dicembre accedendo al questionario web con le modalità descritte nella lettera oppure recandosi al Centro Comunale di Rilevazione in via San Paolino, dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle 13:00 e dalle 14:30 alle 17:00, con o senza appuntamento (per appuntamenti si deve chiamare il numero 0583 442986 o inviare una richiesta all’indirizzo [email protected]); oppure contattando il numero 0583-442986 e richiedendo un’intervista telefonica. A partire dal 12 novembre e fino al 23 dicembre, i rilevatori incaricati dal Comune di Lucca si recheranno sul territorio per svolgere le interviste a domicilio agli indirizzi delle famiglie che non abbiano ancora provveduto alla compilazione del questionario. L’amministrazione comunale ricorda che il Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni è previsto sia dal Programma Statistico Nazionale che dal Regolamento Europeo e che partecipare al Censimento è un obbligo di legge, ma anche e soprattutto un’opportunità per contribuire a conoscere le caratteristiche demografiche e socio-economiche del Paese. Le informazioni raccolte saranno trattate in modo anonimo, nel rispetto della normativa in materia di tutela del segreto statistico e di protezione dei dati personali».
Concretamente si tratta della settima edizione del Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni che ha sostituito il precedente Censimento Generale della popolazione e delle abitazioni che era una rilevazione decennale sempre affidata all’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) e andata avanti dal 1861 al 2011.
A livello nazionale la settima edizione del Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni coinvolgerà 2.530 Comuni e circa 1 milione di famiglie. Il Censimento permanente della popolazione si basa sulla combinazione di rilevazioni campionarie e dati di fonte amministrativa trattati statisticamente. Grazie all’integrazione dei dati raccolti attraverso due diverse rilevazioni campionarie – denominate “da Lista” e “Areale” – con le informazioni provenienti dai registri e le fonti amministrative, il Censimento è in grado di restituire informazioni continue e tempestive, rappresentative dell’intera popolazione che dimora abitualmente in Italia non solo a livello nazionale, regionale e comunale ma anche a livello territoriale più fine (quartieri, località abitate e sezioni di Censimento). Attraverso questo impianto l’ISTAT fornisce entro dicembre di ogni anno i dati della popolazione per sesso, età, cittadinanza, grado di istruzione e occupazione, a livello regionale, provinciale e comunale, riferiti all’anno precedente, accompagnati dalla relativa metodologia di calcolo. I dati pubblicati sul sito internet istituzionale dell’ISTAT sono presi a riferimento ai fini dell’applicazione delle disposizioni di legge che rinviano all’ammontare della popolazione, determinando un impatto rilevante nella vita dei Comuni (i sistemi elettorali, il numero di consiglieri, le concessioni di licenze, i trasferimenti economici per i servizi di pubblica utilità, ecc.).
A partire dal prossimo anno 2025 la revisione avrà cadenza annuale e si svolgerà nei mesi da gennaio ad aprile di ciascun anno, con riferimento alla popolazione pubblicata dall’ISTAT nel mese di dicembre dell’anno precedente. A questo riguardo, l’ISTAT fornirà le liste che contengono la “nuova” sovra copertura e la “nuova” sotto copertura anagrafica, ossia rispettivamente gli individui che per la prima volta, nella tornata censuaria di riferimento, sono risultati residenti ma non censiti o censiti ma non residenti. I Comuni sono chiamati a verificare le posizioni anagrafiche degli individui, che a seguito degli esiti del Censimento permanente al 31 dicembre 2023, si trovano in queste liste da verificare. Per quanto riguarda le abitazioni, la nuova strategia censuaria ne definisce il numero totale attraverso il trattamento statistico delle informazioni presenti nel Registro degli edifici e delle unità immobiliari, la cui fonte primaria è il catasto dei fabbricati. È possibile così fornire (a partire dai dati 2021) il numero delle abitazioni occupate e quello delle abitazioni non occupate che viene ottenuto associando, attraverso un complesso processo di linkage, le abitazioni del suddetto Registro alle famiglie rilevate al Censimento.
I risultati di ciascuna annualità del Censimento permanente della popolazione vengono dunque diffusi alla fine di ogni anno sul sito istituzionale dell’ISTAT e sono solitamente accompagnati da un comunicato stampa che descrive in maniera sintetica gli aspetti più salienti. In tale contesto, vengono valorizzate anche alcune analisi specifiche che riguardano alcuni aggregati di popolazione di particolare interesse.
Ad esempio, nel comunicato stampa di dicembre 2020 venne proposto un approfondimento tematico sui Borghi più belli d’Italia, ovvero quei Comuni che avevano ottenuto, a partire dal 2001, un particolare riconoscimento di carattere storico, culturale o artistico.
Con la diffusione dei dati relativi all’annualità censuaria 2021, l’approfondimento è stato effettuato su tre specifici segmenti di popolazione: le persone che vivono nelle convivenze anagrafiche, quelle che dimorano in campi autorizzati o insediamenti tollerati e spontanei e le persone senza tetto e senza fissa dimora.
Nel comunicato stampa di dicembre 2022, è stato invece proposto un approfondimento sulla popolazione censita nel 2021 scomponendola secondo l’aver vissuto oppure no una “esperienza migratoria”. In particolare, attraverso l’impiego congiunto delle variabili “luogo di nascita”, “cittadinanza attuale” e “cittadinanza precedente” è stato possibile scomporre, con dettaglio comunale, la popolazione caratterizzata da uno specifico profilo migratorio e di mobilità internazionale dagli individui che invece non hanno vissuto un percorso migratorio di lunga durata. Ciò ha permesso di identificare dei target demografici di particolare interesse: gli italiani dalla nascita, gli stranieri, gli immigrati (italiani e stranieri) e gli italiani per acquisizione (o naturalizzati).
Inoltre, per completare il quadro sulle migrazioni internazionali, nello stesso comunicato di dicembre 2023 è stato proposto un approfondimento sui cittadini italiani residenti all’estero. Attraverso l’integrazione degli archivi consolari con i dati dell’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE) è stato possibile effettuare, a distanza di quasi 20 anni di distanza, il conteggio dei nostri concittadini residenti all’estero.
I risultati dell’edizione 2023 del Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni saranno diffusi a dicembre 2024.
Oltre all’ammontare di popolazione e alle variabili socio-economiche, anche quest’anno sarà proposto un tema di approfondimento. Si vuole fornire un’analisi di tipo quantitativo e qualitativo sugli individui che mostrano “segnali di presenza” sul territorio nazionale piuttosto duraturi (dai 4 ai 6 anni circa), tali da essere inclusi nel conteggio della popolazione censita, pur non risultando ancora iscritti in anagrafe.
Questo aggregato di popolazione è di notevole interesse anche per i Comuni perché, almeno per quelli di maggiore dimensione demografica, coinvolge individui che, al di là della loro consistenza numerica, ai fini della revisione anagrafica possono mettere in difficoltà gli Uffici di anagrafe nelle attività di verifica. Infatti, si tratta di individui che non sono facilmente reperibili sul territorio agli indirizzi che figurano negli archivi attraverso cui sono solitamente rilevati, perché svolgono attività di lavoro molto settoriali (colf, badanti, braccianti agricoli, ecc.), oppure perché spesso dimorano abitualmente presso il datore di lavoro e non hanno l’interesse o la “convenienza” di essere iscritti in anagrafe.
Nello stesso aggregato, però, ci sono anche individui che non sono in possesso dei requisiti minimi, in assenza dei quali non possono essere iscritti in anagrafe (non hanno casa, occupano abusivamente uno stabile, oppure gli alloggi in cui vivono non sono dotati di abitabilità). Tuttavia, si tratta di persone che in base ai “segnali di vita” provenienti dalle fonti amministrative sono nei territori da diversi anni, hanno anche un indirizzo verificato ma che, secondo le norme internazionali devono essere conteggiati come residenti anche se non sono iscritte in anagrafe.
Sarà quindi interessante fornire un approfondimento sulle caratteristiche demografiche, la provenienza, l’attività economica e la localizzazione geografica di questo segmento di popolazione.
Intanto dai dati degli ultimi anni si evidenzia il progressivo calo della popolazione guardando al totale della provincia di Lucca con qualche eccezione in alcuni Comuni. Ne avevamo parlato già nell’aprile scorso, qui trovate l’articolo.
Guardando alla storia dei censimenti generali emergono localmente anche gli effetti di eventi avversi come le guerre, la pandemia influenzale “Spagnola” del 1918-1919, e per la Garfagnana anche il terremoto del settembre 1920 con il successivo fenomeno di una accentuata emigrazione. D’altra parte la provincia di Lucca ha avuto varie fasi prima comprendendo 10 comuni ella Val di Nievole, poi persi, mentre si sono aggiunti i comuni della Garfagnana che fino al censimento 1921 erano nella provincia di Massa Carrara, nel Circondario di Castelnuovo di Garfagnana.