Una nuova Santa lucchese. Fra un mese a Roma la canonizzazione della Beata Elena Guerra. Ecco chi era e cosa ha fatto

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La Beata Elena Guerra è Santa. «La canonizzazione della concittadina Beata Elena Guerra – ha scritto l’arcivescovo monsignor Paolo Giulietti – si avvicina. Affinché tutta la Chiesa di Lucca possa vivere questo momento di grazia, sono state proposte alcune iniziative, che ora vengono comunicate al clero, ai religiosi e ai fedeli di tutta la Diocesi. Esortiamo a partecipare numerosi, per vivere insieme un momento di grande importanza per il nostro cammino ecclesiale, ma anche per la città di Lucca, che si caratterizza sempre più per la testimonianza, per lo più femminile, di una santità suscitata non in un lontano passato, ma ai nostri giorni, per il bene della Chiesa e dell’umanità. La cerimonia di canonizzazione si svolgerà a Roma il 20 ottobre 2024. La Diocesi ha predisposto 10 autobus, che partiranno da diverse località in base alle prenotazioni ricevute al mattino presto di domenica 20 ottobre, in modo da arrivare a Roma circa due ore prima della Messa, che inizierà alle 10:30. Gli autobus ripartiranno nel pomeriggio, in modo da essere in Diocesi in serata. Il pranzo a Roma è a carico dei singoli partecipanti. Chi pensa di fermarsi in ristorante deve prenotare: sarà infatti assai improbabile trovare posti liberi quel giorno nei dintorni di San Pietro e nelle zone circostanti. È possibile iscriversi sia come singoli che come gruppi. In quest’ultimo caso sarà il referente del gruppo a effettuare l’iscrizione per tutto il gruppo».

Il modulo di iscrizione è online, si trova al link https://forms.gle/7E3yCmnzkMLYSNLe6.  Prima di compilare il modulo online è necessario aver predisposto un bonifico all’IBAN IT41 O 05034 13701 000 000 158569 con causale “Pellegrinaggio canonizzazione Elena Guerra”, versando un numero di quote pari alle persone da iscrivere. Una copia della ricevuta del versamento andrà allegata al modulo online in fase di iscrizione.

Un autobus è riservato per coloro che decideranno di fermarsi per la Messa di ringraziamento che sarà celebrata lunedì 21 ottobre alle ore 10:00 nella Chiesa dei Lucchesi in Roma.

Sempre il 20 ottobre a tutte le parrocchie della Diocesi saranno inviate: una breve notizia da leggere all’inizio delle Messe domenicali; una traccia per la preghiera dei fedeli; l’indicazione del ricordo nella preghiera eucaristica; un formulario per il canto del Magnificat dopo il postcommunio e la Colletta della Messa della Santa prima della benedizione. Saranno suonate le campane a festa dopo l’Angelus del Papa, alle ore 12:15. A Lucca sarà allestito un maxischermo nella chiesa di Sant’Agostino per seguire in diretta la Messa di canonizzazione e l’Angelus. La Messa di mezzogiorno, invece che a San Frediano, sarà celebrata a Sant’Agostino e alle ore 18:00 nel pomeriggio saranno celebrati a Sant’Agostino i vespri, cui sono invitati i fedeli e tutti i religiosi e le religiose della città che si saranno recati a Roma.

Domenica 27 ottobre nella città di Lucca alle ore 10:30 sarà celebrata la Messa di ringraziamento in cattedrale; seguirà un pellegrinaggio alla chiesa di Sant’Agostino. Parteciperanno anche i gruppi del Rinnovamento nello Spirito di tutta la Toscana, si tratta di circa 800 persone. Nella chiesa di Sant’Agostino alle ore 17:00 ci sarà una riflessione sul pensiero di Santa Elena Guerra, seguita dai vespri, per i fedeli e i religiosi e le religiose della città.

Elena Guerra nacque a Lucca il 23 giugno 1835 da genitori appartenenti alla nobiltà locale e fin da piccola ricevette, insieme ai due fratelli, un’educazione adeguata. Dopo la Cresima, impartitale a otto anni, senza che nessuno la guidasse avvertì una specialissima devozione verso lo Spirito Santo. Dopo la prima Comunione, ottenne di potersi accostare all’Eucaristia tutti i giorni, sempre più attratta dall’amore verso Dio. In famiglia un suo fratello si stava preparando al sacerdozio ed Elena avrebbe voluto anch’essa partecipare alle lezioni dei professori che il papà faceva venire in casa, ma la mamma vi si oppose, consentendole di imparare musica, pittura e ricamo. Tuttavia lei, frequentando di nascosto le lezioni date al fratello e sottraendo ore al sonno, completò la propria istruzione imparando anche il latino. Nel 1856 dava vita al “Giardinetto di Maria” e successivamente alle “Amicizie spirituali”, due forme di aggregazione femminile laicale che consentivano un reciproco aiuto spirituale tra le giovani; iniziative che precorrevano profeticamente i metodi moderni dell’Azione Cattolica: le ascritte, infatti, dovevano impegnarsi a vivere integralmente la vita cristiana. L’anno seguente però Elena fu colpita da una grave malattia che la costrinse ad una lunga immobilità. Riavutasi, chiese di essere ammessa tra le Dame di Carità, che visitavano i poveri e i malati a domicilio; e quando a Lucca imperversò il colera, col consenso dei propri familiari si recava a trovare i malati, curandoli e confortandoli con le parole della fede.

Nel 1870, tornata da un pellegrinaggio compiuto a Roma con suo padre, si sentì spinta a fondare un gruppo di Adoratrici del SS. Sacramento, ma ne fu dissuasa dal suo direttore spirituale, il gesuita padre Venanzi; successivamente, dopo aver letto la biografia di sant’Angela Merici, volendo fare qualcosa per l’educazione della gioventù, ottenne dai suoi di fare un po’ di scuola ad alcune ragazze povere in casa di una Dama di Carità. Poi, con l’aiuto del parroco della cattedrale, nel dicembre 1872 aprì una scuola privata per le figlie della borghesia e della nobiltà lucchese; l’opera, dopo alcune difficoltà, si consolidò e con il gruppo delle compagne che si erano unite a lei per svolgere questo tipo di apostolato, fondò l’Istituto di Santa Zita, formato da donne che inizialmente non facevano vita comunitaria ma si dedicavano all’istruzione e all’educazione delle fanciulle.

Per una decina d’anni dovette affrontare l’incom­prensione dei lucchesi, del clero e dello stesso arcivescovo Arrigoni, nonché della sua famiglia. Nel 1882, lasciata la propria casa, in un palazzo acquistato coi fondi acquisiti in seguito alla divisione del patrimonio familiare, iniziò la vita di comunità con quelle che furono chiamate Oblate dello Spirito Santo. In quella sede, finché visse, Elena educò alla vita cristiana parecchie centinaia di giovani, tra le quali anche santa Gemma Galgani, la quale chiese di entrare nella nascente comunità, ma vi dovette poi rinunciare a causa di una forte crisi che ne aveva minato la salute in seguito alla morte della madre, del fratello Gino, seminarista a cui era legatissima, e del padre, oltre che per una pesante crisi economica che aveva colpito la famiglia.

Convinta della funzione della stampa come servizio fondamentale per la Chiesa, la Guerra pubblicò numerosi scritti su problemi riguardanti la donna (spose, fidanzate, lavoratrici domesti­che) e sulla scuola, per indirizzare insegnanti e alunni verso una cultura cristiana.

Nella maturità, si concentrò soprattutto su temi ascetici e sui cardini della sua spiritualità: lo Spirito Santo, il Cenacolo, la Pentecoste. La rattristava il constatare che la maggior parte dei cristiani trascurava la devozione al Paraclito e per questo nel 1865 scrisse un opuscolo dal titolo “Pia Unione di preghiere allo Spirito Santo” per ottenere la conversione degli increduli, e diffuse la pratica delle sette settimane in preparazione alla Pentecoste; infine, nel 1889 fece stampare la novena intitolata “Nuovo Cenacolo” per suscitare “un generale ritorno dei fedeli allo Spirito Santo”. Successivamente, tramite Mons. Giovanni Volpi, vescovo ausiliare di Lucca, scrisse a papa Leone XIII esortandolo a indurre i vescovi e, tramite loro, i parroci a preparare i fedeli alla festa di Pentecoste con una novena possibilmente predicata. Il pontefice capì l’impor­tanza di questo appello e con un “Breve” del 5 maggio 1895 esortò tutti i vescovi del mondo a fare questa novena per il ritorno dei dissidenti alla vera Chiesa.

Suor Elena istituì poi l’associazione del “Cenacolo Permanente” e ne informò nuovamente il Papa, il quale con l’enciclica Divinum illud munus del 9 maggio 1897 raccomandava esplicitamente ai fedeli la devozione allo Spirito Santo. Cinque mesi dopo, egli ricevette in udienza privata madre Elena. Questa dal canto suo, avendo constatato che purtroppo il clero pareva poco interessato ad attuare quanto Leone XIII aveva raccomandato, moltiplicò gli opuscoli per richiamare i parroci e i fedeli a questa devozione, e finanziò “missioni al popolo” in varie parti d’Italia allo stesso scopo.

Anche stavolta il Pontefice appoggiò l’iniziativa, raccomandando con forza ai parroci di celebrare la novena di Pentecoste “tutti gli anni per il ritorno all’unità di tutti i credenti”.

Arrivò però anche l’ora delle tenebre. Tra il 1905 e il 1906 da alcune sue consorelle furono lanciate, contro di lei, accuse di cattiva amministrazione: le si imputava di dilapidare il patrimonio dell’Istituto con le sue pubblicazioni. Le autorità ecclesiastiche la indussero a dimettersi da superiora e le proibirono di dare alle stampe altri scritti. Si dimise, obbedendo umilmente e offrì la propria vita per il bene della Chiesa. Nel suo diario scrisse: «È bello operare il bene, ma rimanere fermi per volere altrui, lasciarsi legare le mani senza ribellarsi, congiungendole in un supremo atto di adorazione e di perfetta adesione al volere di Dio, è opera ancor più sublime, è un trasformare la più umiliante situazione nell’azione più perfetta che possa fare la creatura».

Gli ultimi tre anni madre Elena li trascorse nell’alternarsi di malattie e di dolori che ne provocarono la morte 1’11 aprile 1914. Era il Sabato Santo e la fondatrice, dopo che si era fatta vestire, scese dal letto, baciò la terra e ripeté ad alta voce: “Credo!”.

Il consolidarsi della fama di santità portò nel 1930 all’aper­tura del processo informativo per la sua beatificazione; nel 1953 veniva pubblicato il decreto sulla eroicità delle virtù e il 26 aprile 1959 Giovanni XXIII elevava Elena Guerra all’onore degli altari: era questa la prima beatificazione del suo pontificato. Le spoglie riposano a Lucca nella cappella delle Oblate dello Spirito Santo, dove era stata traslata nel 1928.

La Guarigione Miracolosa – Il 5 aprile 2010 il signor Paulo G., mentre era intento a potare un albero precipitò da un’altezza di circa 6 metri. Fu trasportato all’ospedale di Uberlândia, in stato di incoscienza, e qui gli fu diagnosticato un trauma cranico-encefalico gravissimo, con sospetta morte cerebrale e complicanze sistemiche quali polmonite ed epatite. Il giorno seguente venne sottoposto a intervento chirurgico di craniotomia e decompressione con lobectomia frontale-basale.  Dopo l’operazione fu trasferito in terapia intensiva con prognosi riservata. Il 10 aprile la TAC evidenziò un peggioramento delle condizioni del paziente tanto da farne prevedere il decesso. L’11 aprile i medici curanti interruppero per 24 ore la sedazione che sorreggeva il paziente che il giorno dopo non dava più alcun segno di reazione neurologica. Il 15 aprile fu aperto il protocollo per dichiararne la morte cerebrale. Dal 10 al 27 aprile il paziente restò sospeso tra la vita e la morte. Informati delle gravissime condizioni i membri del Rinnovamento carismatico del luogo iniziarono a organizzare momenti di preghiera per la sua guarigione. Dal 17 aprile rivolsero le loro invocazioni alla Beata Elena Guerra e, considerando la persistenza delle gravi condizioni dell’uomo, la preghiera viene intensificata ed estesa per nove giorni consecutivi. Il 27 aprile, dopo 21 giorni di ricovero, i medici riscontrano un miglioramento delle condizioni del paziente che rispondeva agli stimoli dolorosi e respirava spontaneamente. Due giorni dopo venne traferito nel reparto di chirurgia, iniziando la fisioterapia prima passiva e poi attiva. Il 14 maggio il paziente fu dimesso in buone condizioni. Gli ulteriori controlli, eseguiti a distanza mensile e poi annuale, hanno evidenziato il buono stato di salute del paziente e l’assenza di alterazioni conseguenti al trauma subito.

Gli altri Santi – Nella canonizzazione del 20 ottobre saranno proclamati Santi anche i «Martiri di Damasco» perché trucidati insieme, nella notte fra il 9 e il 10 luglio 1860, presso il convento francescano di San Paolo a Damasco, nel contesto della persecuzione contro i cristiani che, a partire dalla primavera di quell’anno, si era estesa dal Libano fino alla Siria. Otto di essi appartenevano all’Ordine dei Frati Minori, sei sacerdoti e due religiosi professi. Ad eccezione di uno soltanto, tutti provenivano dalla Spagna e giunsero a Damasco dopo avere svolto un ministero nella Terra di Gesù. Quella sera si erano attardati nel convento anche tre fedeli laici, cristiani maroniti, fratelli fra loro, anch’essi poi barbaramente uccisi in quella irruzione; Giuseppe Allamano, sacerdote Fondatore dell’Istituto delle Missioni della Consolata; consapevole che alla Chiesa torinese mancasse un Istituto che si occupasse specificatamente delle missioni ad gentes, fondò l’Istituto Missioni Consolata.  Su esplicita richiesta del Papa San Pio X, costituì pure un ramo femminile fondando l’Istituto delle Suore Missionarie della Consolata; e Marie‑Léonie Paradis che nacque il 12 maggio 1840 ad Acadia, villaggio attualmente nella provincia di Québec in Canada. Vergine, fondò la Congregazione delle Piccole Suore della Santa Famiglia per assistere i sacerdoti nel loro operato e nella vita ordinaria.

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