35 anni la visita a Lucca di Giovanni Paolo dopo 132 anni da Pio IX. Il suo invito a seguire l’esempio dei santi lucchesi

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Sono trascorsi 35 anni. Chi ha avuto il privilegio di vivere quelle 16 ore e mezzo a cavallo fra il 23 e il 24 settembre 1989 non ha dimenticato. Fu un evento storico e non è un’esagerazione giornalistica. La visita di un Papa a Lucca non è frequente. Prima di Giovanni Paolo II c’era stato Pio IX il 24-25 agosto 1857, dunque 132 anni prima, e ancora prima Paolo III Farnese nel 1541 dunque ben 316 anni prima. Giovanni Paolo II è stato un Papa dei primati. Karol Józef Wojtyla, eletto Papa il 16 ottobre 1978, nacque a Wadowice (Polonia), il 18 maggio 1920. Il 13 gennaio 1964 fu nominato Arcivescovo di Cracovia da Papa Paolo VI, che lo creò Cardinale il 26 giugno 1967. Partecipò al Concilio Vaticano II (1962-1965) dando un contributo importante all’elaborazione della costituzione Gaudium et spes. Venne eletto Papa il 16 ottobre 1978 e il 22 ottobre ebbe inizio il suo ministero di Pastore Universale della Chiesa.

Papa Giovanni Paolo II ha compiuto 146 visite pastorali in Italia e, come Vescovo di Roma, ha visitato 317 delle 332 parrocchie romane. I viaggi apostolici nel mondo, espressione della costante sollecitudine pastorale del Successore di Pietro per tutte le Chiese, sono stati 104. Tra i suoi documenti principali si annoverano 14 Encicliche, 15 Esortazioni apostoliche, 11 Costituzioni apostoliche e 45 Lettere apostoliche.

Papa Giovanni Paolo II ha celebrato 147 riti di beatificazione, nei quali ha proclamato 1.338 beati, e 51 canonizzazioni, per un totale di 482 santi. Ha tenuto 9 concistori, in cui ha creato 231 (+ 1 in pectore) Cardinali. Ha presieduto anche 6 riunioni plenarie del Collegio Cardinalizio. Il 13 maggio 1981 in piazza San Pietro ha subito un grave attentato. Salvato dalla mano materna della Madre di Dio, dopo una lunga degenza, ha perdonato il suo attentatore e, consapevole di aver ricevuto una nuova vita, ha intensificato i suoi impegni pastorali con eroica generosità.

La sua sollecitudine di pastore trovò espressione, inoltre, nella erezione di numerose diocesi e circoscrizioni ecclesiastiche, nella promulgazione dei Codici di Diritto Canonico latino e delle Chiese Orientali, del Catechismo della Chiesa Cattolica. Proponendo al Popolo di Dio momenti di particolare intensità spirituale indisse l’Anno della Redenzione, l’Anno Mariano e l’Anno dell’Eucaristia nonché il Grande Giubileo del 2000. Avvicinò le nuove generazioni indicendo la celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù.

Nessun Papa ha incontrato tante persone come Giovanni Paolo II. Alle Udienze Generali del mercoledì (oltre 1.160) hanno partecipato più di 17 milioni e 600.000 pellegrini, senza contare tutte le altre udienze speciali e le cerimonie religiose (più di 8 milioni di pellegrini solo nel corso del Grande Giubileo dell’anno 2000). Ha incontrato milioni di fedeli nel corso delle visite pastorali in Italia e nel mondo. Sono state numerose anche le personalità governative ricevute in udienza: basti ricordare le 38 visite ufficiali e le altre 738 udienze o incontri con Capi di Stato, come pure le 246 udienze e incontri con Primi Ministri.

È morto a Roma, nel Palazzo Apostolico Vaticano, sabato 2 aprile 2005, alle ore 21,37; nella vigilia della Domenica in Albis o della Divina Misericordia, da lui istituita. I solenni funerali in piazza San Pietro e la sepoltura nelle Grotte Vaticane sono stati celebrati l’8 aprile 2005.

La beatificazione del Servo di Dio Giovanni Paolo II avvenne domenica primo maggio 2011. Appena tre anni dopo, il 27 aprile 2014, la canonizzazione. Nell’omelia della beatificazione il successore di Papa Wojtyla e Santo Padre Benedetto XVI disse fra l’altro: «Sei anni or sono ci trovavamo in questa Piazza per celebrare i funerali del Papa Giovanni Paolo II. Profondo era il dolore per la perdita, ma più grande ancora era il senso di una immensa grazia che avvolgeva Roma e il mondo intero: la grazia che era come il frutto dell’intera vita del mio amato Predecessore, e specialmente della sua testimonianza nella sofferenza. Già in quel giorno noi sentivamo aleggiare il profumo della sua santità, e il Popolo di Dio ha manifestato in molti modi la sua venerazione per Lui. Per questo ho voluto che, nel doveroso rispetto della normativa della Chiesa, la sua causa di beatificazione potesse procedere con discreta celerità. Ed ecco che il giorno atteso è arrivato; è arrivato presto, perché così è piaciuto al Signore: Giovanni Paolo II è beato!».

C’è un altro passaggio dell’omelia di Benedetto XVI che merita di essere ricordato, una sua testimonianza personale: «L’esempio della sua preghiera mi ha sempre colpito ed edificato: egli si immergeva nell’incontro con Dio, pur in mezzo alle molteplici incombenze del suo ministero. E poi la sua testimonianza nella sofferenza: il Signore lo ha spogliato pian piano di tutto, ma egli è rimasto sempre una “roccia”, come Cristo lo ha voluto. La sua profonda umiltà, radicata nell’intima unione con Cristo, gli ha permesso di continuare a guidare la Chiesa e a dare al mondo un messaggio ancora più eloquente proprio nel tempo in cui le forze fisiche gli venivano meno».

Tornando alla visita a Lucca di Papa Giovanni Paolo II svariate furono le testimonianze di coloro che avvicinandolo furono colpiti dal suo sguardo profondo, apparentemente sofferente. Giovanni Paolo II nella sua storica visita a Lucca, a cominciare dal primo in piazza Napoleone, invitò tutti a seguire, con rinnovato impegno, con generosità, con intelligente responsabilità il cammino tanto lodevolmente praticato dai lucchesi delle precedenti generazioni, dicendo: «Vi sono in ciò di esempio i vostri santi: donne del popolo, come Zita e Gemma, educatrici come Elena Guerra, dedite ai malati come Maria Domenica Brun Barbantini, missionari come Angelo Orsucci, sacerdoti e religiosi come Giovanni Leonardi e Antonio Maria Pucci; tutti sono l’espressione delle vostre virtù collettive. Se essi vi rappresentano nelle vostre qualità migliori, voi avete il dovere di seguirne le orme nei due campi, nei quali essi si sono esemplarmente espressi: l’amore per Dio e l’amore per il prossimo; l’amore per Dio che diventa sorgente di amore più grande per il prossimo. Non a caso voi avete una antica e grande tradizione di volontariato, che è insieme libertà di iniziativa e superamento degli egoismi personali e di gruppo. A voi la mia lode e il mio incoraggiamento a proseguire su questa strada eminentemente evangelica».

Mi trovai a vivere quell’evento del 23-24 settembre 1989 in una triplice veste. Anzitutto quella professionale, di cronista del quotidiano La Nazione, ruolo che in quelle ore richiese buona parte del tempo e delle energie, visto che si trattava di un evento storico a cui dedicare ampio spazio sulla cronaca cittadina. In secondo luogo, quale componente del Comitato per la processione di Santa Croce che venne coinvolto nel più ampio “Comitato Accoglienza a Giovanni Paolo II”, presieduto da monsignor Antonio Tigli. A questi due ruoli si aggiunse anche quello di volontario. Fondatore e animatore delle attività dell’Associazione intitolata a Don Franco Baroni; associazione che proprio nel 1989 lanciò il progetto dell’appuntamento biennale con le Giornate della prevenzione sanitaria (prima edizione il 6 e 7 maggio 1989) e che svolse un ruolo di primo piano nell’organizzazione della terza edizione della Giornata del Volontariato. L’obiettivo iniziale era proprio quello di organizzare questo appuntamento, che aveva avuto due precedenti nella primavera 1985 e nell’ottobre 1987, in coincidenza con la visita di Giovanni Paolo II, allestendo gli stand in corso Garibaldi o in un altro spazio del centro storico che consentisse il passaggio di Papa Wojtyla. Tale obiettivo non venne raggiunto e così la Giornata del Volontariato venne rinviata al 6, 7 e 8 ottobre 1989, due settimane dopo la visita di Papa Giovanni Paolo II, con l’allestimento in piazza San Michele. Venne comunque inserito nella visita di Papa Wojtyla l’incontro con gli ospiti del «Centro Italiano di Solidarietà» gruppo «Giovani e comunità», realtà molto attiva a Lucca, fin dal 1976, grazie all’opera di monsignor Bruno Frediani e al sostegno dell’arcivescovo monsignor Giuliano Agresti, sul fronte del sostegno e dell’assistenza ai poveri, agli emarginati, ai tossicodipendenti, ai malati; anche attivando le prime comunità intese soprattutto come stile di vita e come modello di relazioni.

Non fu dunque un caso che Giovanni Paolo II nel suo discorso in piazza Napoleone fece riferimento proprio al volontariato, in un periodo tanto ricco a livello locale, nazionale e internazionale sul fronte di questo modello di vita. Lucca aveva ospitato i convegni nazionali, aveva costituito il Centro Nazionale per il Volontariato nel novembre 1984, e in quello stesso anno 1989 aveva ospitato anche l’incontro di costituzione del Centro Europeo del Volontariato (Cev). Nel frattempo (17 dicembre 1985) l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la Risoluzione 40/212 aveva istituito la Giornata Internazionale del Volontariato che si celebra il 5 dicembre, con l’intento di elevare la consapevolezza sull’importante contributo del servizio di volontariato, in modo da stimolare più persone di ogni condizione a offrire i propri servizi come volontari, sia nel proprio paese sia all’estero, dimostrando che ancora oggi esiste gente di buon cuore disposta a rimboccarsi le maniche gratuitamente, investendo tempo ed energie a vantaggio del prossimo.

Voglio ricordare anche la grande attenzione di Papa Giovanni Paolo II per i malati e i sofferenti, come emerge chiaramente dalla Lettera Apostolica «Salvifici Doloris» dell’11 febbraio 1984 e ancora dal Motu proprio «Dolentium Hominum» dell’11 febbraio 1985. Per questo motivo, alla vigilia della canonizzazione di Papa Wojtyla l’Associazione «Don Franco Baroni» si fece promotrice di un incontro di preghiera nello stesso Pensionato «Don Luca Passi» che si trova in via Civitali 261 a Lucca, la struttura che ha avuto il grande dono e il privilegio di ospitare Papa Giovanni Paolo II nella notte fra il 23 e il 24 settembre 1989, per circa 10 delle 16 ore e mezzo della sua visita a Lucca. Alla vigilia della sua visita a Lucca Giovanni Paolo II incontrò malati e personale della «Casa Cardinale Maffi» di Cecina dicendo loro: «Impegnatevi, cari fratelli e sorelle, a far sì che le persone alle quali prestate le vostre cure possano sempre ravvisare in voi e nelle vostre azioni la bontà di Dio, il quale si china soprattutto su coloro che soffrono e sono soli, per lenire il dolore ed il senso di abbandono».

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