L’ultima che arriva dal Bronx di Piazza San Michele riferisce di una cazzottata tra un ghanese e un pakistano avvenuta nel pomeriggio di ieri, martedì 31 luglio. È finita con un arresto e con un passaggio al Pronto Soccorso per medicare le ferite sanguinolenti.
Stavolta alla rissa non hanno partecipato i 4 ospiti fissi del BnB di Loggiato Pretorio che si sono limitati ad assistere alla scena che ha indignato i passanti (lucchesi e turisti).
Di questa mancata partecipazione dei birromani c’è poco da gioire e tanto da preoccuparci: significa che ormai quella zona è ormai ridotta a luogo di convegno di quella triste umanità che vaga alla ricerca di un posto dove fare quello che gli pare. E l’ha trovato nel Bronx di Piazza San Michele.
L’assessore, che ha il compito di dirigere la Polizia Municipale, si è irritata perché sulla stampa cittadina è stata utilizzato il riferimento a quella sciagurata zona di New York per definire quello che succede in piazza San Michele – Loggiato Pretorio. Certo il paragone è azzardato, ma se è stato fatto allora invece di irritarsi si deve uno sforzo di comprensione. Si deve cercare di capirne il significato e ancor di più si deve riuscire a intendere il significato di quell’accostamento. È come un segnale che permette di registrare la diffusione di un disagio che avvelena la cittadinanza, ogni giorno sottoposta alle cronache di episodi di prepotenza che la convincono di non essere sicura.
Questo è il punto: il Bronx è nella testa della gente che deve leggere le ripetute gesta della gentaglia che si è impossessata del salotto buono della città. E per accrescere la sua rabbia verifica l’assoluta inefficacia dei provvedimenti emessi contro i nuovi padroni della piazza: arresti domiciliari, fogli di via, daspi, e chi più ne ha più ne metta con il mesto risultato di rivedere i prepotenti all’opera dopo appena 12 ore.
Ecco perché cresce la “sensazione del Bronx”. Una situazione di questo genere non può durare all’infinito. Anche perché il clima incattivisce e prima o poi ci scappa il disastro.
E allora che fare? Ritorniamo ai santi vecchi: avevo suggerito di ricorrere alla disinfestazione di tutta l’area: che ha un gran bisogno, invasa com’è dalle ripetute minzioni dei birromani: ma ancora non si è visto nulla. C’è da pensare che i Soloni di Palazzo Santini ne stiano discutendo: Il parto è lungo e faticoso. Tanto più se ci mettono bocca i saggi che albergano negli uffici con il compito di fornire istruzioni e di suggerire soluzioni.
Mi rimetto alla loro saggezza ed avanzo una nuova proposta: Visto che nei prossimi giorni (2 o 3 al massimo) il benemerito Fausto Borella dovrà smontare le apparecchiature della vendita dell’olio e del vino, liberando tutto lo spazio del Loggiato Pretorio, prima che ne impossessino i birraioli uroprostatici e la compagnia al seguito, l’assessore, sentito il parere dei saggi, potrebbe sistemarvi una sorta di gazebo con la presenza fissa di una pattuglia di Vigili Urbani, supportata a turno da carabinieri e poliziotti: la loro presenza agirebbe da dissuasore e riaffermerebbe in modo ben visibile la volontà di controllare l’area. In più, se proprio la volessero fare proprio bene il gazebo potrebbe essere attrezzato come centro di informazione e di accoglienza per i numerosi turisti che ad ogni ora del giorno passano da quelle parti.
Coraggio assessore. il Bronx si sconfigge così. E stavolta sarà contento anche l’irenico Poggelli che risolverebbe il problema Bronx con un appello alla continenza in fatto di bibita ed una serie di raccomandazioni: “Suvvia non vi agitate!”; “Poffarbacco abbassate la voce!”; “Orsù dunque fate un fioretto!” Il sor Poggelli e i suoi sodali provino a frequentare il Bronx di Piazza San Michele ed avranno così modo di sperimentare l’efficacia della loro cura.
Dal Bronx di Piazza san Michele è tutto e vi restituisco la linea.
Concordo su ogni parola
Caro Umberto Sererni, non mi pare di aver suggerito alcuna continenza in fatto di bibite né tantomeno alcuna raccomandazione ai cittadini in stile “Poffarbacco” o “Suvvia” , tuttavia riconosco di averle dato adito di esprimere al meglio la sua ironia con questo nuovo articolo, avendola io per primo apostrofata di dubbio giornalismo nel il mio precedente commento. E’ tuttavia molto triste constatare come non abbia effettivamente compreso per niente il significato del mio commento, che puntava a sottolineare come la violenza delle parole da lei utilizzate fosse del tutto fuori luogo ancorché gratuita e sterile: ovviamente anche a me non piace la situazione che si sta verificando nella nostra città e per questo credo che sarebbe più sensato prendersela con la mancata/debole vigilanza delle forze dell’ordine ancorché con i “paladini e paladine del solidarismo diffuso”, senza passare messaggi inequivocabili come “spezzare le reni” (meglio giustizieri vero? perché questo è il significato implicito a cui portano le sue parole).
Detto questo, che ben venga un gazebo fisso nel Loggiato Pretorio (per attività di info turistiche o quant altro si voglia pensare), che ben venga una maggior presenza e controllo dei vigili urbani in certi luoghi cittadini, ma per favore cerchiamo di finirla con questo stile violento di fare cronaca che serve solo ad inFiammare i cuori di giustizieri acritici e da bar, oltre che a far guadagnare qualche lettura in più a chi certi articoli li scrive e li pubblica.
Idee e pareri possono essere espressi anche senza l’utilizzo di certa terminologia e soprattutto senza caricare di rabbia ed intolleranza le proprie parole.
Tanto le dovevo caro Sor Umberto, mi auguro che stavolta sia riuscito a cogliere correttamente il senso delle mie parole, mie e dei miei “sodali” che da più di 40anni frequentano il centro città.
Cordialmente,
Sor Poggelli