Camp Darby…

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Molte volte siamo transitati avanti la grande base americana di Pisa lungo l’Aurelia denominata “Camp Darby”; nell’immaginario collettivo della gente è la base americana di Tombolo; ha vari nomi, alterazioni, un sacco di luoghi comuni; in realtà al momento è di fatto una grande base logistica. Oggi parleremo dell’origine del nome.

Camp Darby è una lunga striscia di pineta mediterranea, lungo la SS 1 Aurelia, che parte dalla strada detta “Pisorno” e termina poco prima di Livorno, a Tombolo. La cessione del terreno, di proprietà demaniale già dotazione della Corona, fu effettuata il 8 Ottobre 1951 presso il Logistical Command.

All’Imperiale di Tirrenia, tra il Grand Uff Livio Annesi in rappresentanza del Direttore Generale del Demanio Italiano, avv. Dante Crudele, incaricato dal Ministero delle Finanze e il Sig. Colonnello Normand H. Vissering.

Vediamo come mai è stata in titolata a Darby questa base.

William Darby è stato l’unico colonnello dell’esercito americano ad essere promosso “postumo” al grado di Generale durante la Seconda Guerra Mondiale; c’è un film del 1958, Darby’s Rangers che ne ha tracciato il profilo, con una splendida interpretazione di James Garner. Il colonnello William Darby, fondatore dei rangers americani è caduto a Torbole il 30 aprile 1945; l’ultimo giorno di guerra, praticamente.

Era originario di Fort Smith, dove era nato il 9 febbraio 1911, ed è spesso ricordato per essere il “padre” del 75° Ranger Regiment, speciale unità di fanteria leggera che, l’indomani dell’attacco giapponese a Pearl Harbor, venne destinata a combattere in Africa, Italia e Francia. 

Darby fu uno dei primi comandanti americani a capire l’importanza di dotarsi di truppe simili ai commandos inglesi, capaci di compiere azioni “mordi e fuggi”, sconvolgendo le linee nemiche, e svolgere al contempo operazioni d’assalto tradizionali, come sbarchi sulle spiagge nemiche (tra le più celebri, la sanguinosa scalata di Pointe du Hoc il 6 giugno 1944, durante lo sbarco in Normandia).

William Darby stimato dai colleghi e dai militari a lui subordinati, rispettato e temuto dagli avversari, uscì nel 1933 dall’Accademia Militare di West Point, mostrando fin da subito eccellenti doti di comando e di iniziativa. Con l’entrata degli Stati Uniti nel secondo conflitto mondiale, con il grado di Maggiore e poi di Tenente Colonnello, guidò le sue unità di rangers nella campagna d’Africa, partecipando fin dall’inizio all’Operazione Torch, con le unità americane che sbarcarono l’8 novembre 1942 in Marocco e in Algeria: è qui che la specialità dei Ranger dimostrò tutte le sue capacità, conquistando il porto di Arzew. 

Darby, al comando del 1° Battaglione, verrà insignito della Distinguished Service Cross, la seconda più alta decorazione dell’esercito americano. 

In seguito, con la preparazione dello sbarco in Sicilia, le sue unità, costituite dal 1° e dal 3° Battaglione Ranger, riuscirono ad avere la meglio sui reparti italiani posti a difesa della città di Agrigento, dove gli uomini del 10° Reggimento Bersaglieri, al comando del Colonnello Fabrizio Storti, ingaggiarono più volte duri e cruenti scontri con gli Americani, tanto da ricevere una profonda ammirazione per il coraggio dimostrato da Darby stesso: per il suo comportamento in combattimento, sempre primo alla testa dei suoi uomini, venne decorato nuovamente con le Foglie di Quercia e con la Silver Star.

I Rangers di Darby subirono successivamente una forte sconfitta nell’attacco a Cisterna di Latina del 30 gennaio 1944; due interi reparti di Ranger furono annientati dalle forze tedesche. Questo attacco frontale era stato disapprovato espressamente dallo stesso Darby. Per questo i resti dei battaglioni presenti in Italia vennero sciolti e rimpatriati, per venire nuovamente ricostituiti per l’assalto del Vallo Atlantico, le fortificazioni tedesche in Normandia. 

William Darby nell’aprile 1944 fu promosso al grado di Colonnello, ma non prese parte al D Day, essendo stato destinato alla 45a Divisione di Fanteria, dove svolgeva incarichi di comando presso il quartier generale delle operazioni di guerra a Washington. Un nuovo incarico operativo sul campo si prospettò soltanto nell’inverno del 1944/’45, quando tornò nuovamente in Italia come Vicecomandante della 10a Divisione da Montagna; 

probabilmente passò anche da Lucca, al seguito dell’86° Regiment, della 10° Divisione da  Montagna, che, nei primi giorni di gennaio stazionò nei pressi di Posta San Donato, per riordinarsi prima di iniziare un avvicinamento nella zona del pistoiese, sfondare l’Appennino verso Bologna e terminare la avanzata sul Lago di Garda, zona Nago-Torbole.

Assieme alla 5a Armata del Generale Clark prese parte alle operazioni finali per il passaggio del Fiume Po, giungendo alla testa del suo reparto fin sul Lago di Garda, nei pressi di Torbole. La resa tedesca, firmata il 29 aprile 1945, avrebbe avuto effetto dal 2 maggio successivo; il 30 aprile, mentre si trovava nel piazzale della Colonia Pavese, il colonnello William Darby venne raggiunto da una scheggia di un colpo di artiglieria, sparato vigliaccamente dalle truppe tedesche in ritirata, che lo colpì in pieno petto, uccidendolo all’istante. Ironia della sorte, il dispaccio di nomina a Generale era in viaggio verso il suo Comando, e per questo motivo gli vennero messi i gradi di Generale sulla divisa. Da morto.

A lui è intitolata la base americana di Camp Darby di Pisa.

PS.

Sono legato a questa base, per diversi motivi; non ultimo il fatto che la parte Nord della base è stata dismessa dal governo USA e riacquisita da quello Italiano.

Vittorio Lino Biondi
Vittorio Lino Biondi
Sono un Colonnello dell'Esercito Italiano, in Riserva: ho prestato servizio nella Brigata Paracadutisti Folgore e presso il Comando Forze Speciali dell'Esercito. Ho partecipato a varie missioni: Libano, Irak, Somalia, Bosnia, Kosovo Albania Afganistan. Sono infine un cultore di Storia Militare.

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1 commento

  1. Se poi il governo Usa dismettesse anche il resto…..mi pare che regni del mistero sulle armi presenti presso questa base, sulla loro percolosità ecc. Forse sarebbe ora che tutto tornasse al governo italiano.

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