Sono trascorsi 35 anni. Chi ha avuto il privilegio di vivere quelle 16 ore e mezzo a cavallo fra il 23 e il 24 settembre 1989 non ha dimenticato. Fu un evento storico e non è un’esagerazione giornalistica. La visita di un Papa a Lucca non è frequente. Prima di Giovanni Paolo II c’era stato Pio IX il 24-25 agosto 1857, dunque 132 anni prima, e ancora prima Paolo III Farnese nel 1541 dunque ben 316 anni prima.
Da qualche tempo si parla comunque di una possibile nuova visita di un Papa che potrebbe essere invitato a Lucca già nel 2025 (Anno Santo) oppure nel 2026 anche come momento di restituzione ai fedeli e alla città del Volto Santo a conclusione del restauro in corso.
Ricordiamo che la beatificazione del Servo di Dio Giovanni Paolo II avvenne domenica primo maggio 2011 e appena tre anni dopo, il 27 aprile 2014, ovvero dieci anni fa, ci fu la canonizzazione. Giovanni Paolo II fu un Papa dei primati. Karol Józef Wojtyla, eletto Papa il 16 ottobre 1978, nacque a Wadowice (Polonia), il 18 maggio 1920. Il 13 gennaio 1964 fu nominato Arcivescovo di Cracovia da Papa Paolo VI, che lo creò Cardinale il 26 giugno 1967. Partecipò al Concilio Vaticano II (1962-1965) dando un contributo importante all’elaborazione della costituzione Gaudium et spes. Venne eletto Papa il 16 ottobre 1978 e il 22 ottobre ebbe inizio il suo ministero di Pastore Universale della Chiesa. Nel suo pontificato compì 146 visite pastorali in Italia – compresa la città di Lucca – mentre come Vescovo di Roma visitò 317 delle 332 parrocchie romane. I viaggi apostolici nel mondo, espressione della costante sollecitudine pastorale del Successore di Pietro per tutte le Chiese, furono 104. Tra i suoi documenti principali si annoverano 14 Encicliche, 15 Esortazioni apostoliche, 11 Costituzioni apostoliche e 45 Lettere apostoliche. Papa Giovanni Paolo II celebrò 147 riti di beatificazione, nei quali proclamò 1.338 beati, e 51 canonizzazioni, per un totale di 482 santi. Tenne 9 concistori, in cui creò 231 (+ 1 in pectore) Cardinali.
Il 13 maggio 1981 in piazza San Pietro subì un grave attentato. Salvato «dalla mano materna della Madre di Dio» dopo una lunga degenza, perdonò il suo attentatore e, consapevole di aver ricevuto una nuova vita, intensificò i suoi impegni pastorali con eroica generosità. La sua sollecitudine di pastore trovò espressione, inoltre, nella erezione di numerose diocesi e circoscrizioni ecclesiastiche, nella promulgazione dei Codici di Diritto Canonico latino e delle Chiese Orientali, del Catechismo della Chiesa Cattolica. Morì a Roma, nel Palazzo Apostolico Vaticano, sabato 2 aprile 2005, alle ore 21,37; nella vigilia della Domenica in Albis o della Divina Misericordia, da lui istituita. I solenni funerali in piazza San Pietro e la sepoltura nelle Grotte Vaticane furono celebrati l’otto aprile 2005.
Nella sua storica visita a Lucca furono molte le testimonianze di coloro che avvicinandolo furono colpiti dal suo sguardo profondo, visivamente sofferente. Il primo incontro con la cittadinanza di Lucca avvenne in piazza Napoleone, quando invitò tutti a seguire, con rinnovato impegno, con generosità, con intelligente responsabilità il cammino tanto lodevolmente praticato dai lucchesi delle precedenti generazioni, dicendo: «Vi sono in ciò di esempio i vostri santi: donne del popolo, come Zita e Gemma, educatrici come Elena Guerra, dedite ai malati come Maria Domenica Brun Barbantini, missionari come Angelo Orsucci, sacerdoti e religiosi come Giovanni Leonardi e Antonio Maria Pucci; tutti sono l’espressione delle vostre virtù collettive. Se essi vi rappresentano nelle vostre qualità migliori, voi avete il dovere di seguirne le orme nei due campi, nei quali essi si sono esemplarmente espressi: l’amore per Dio e l’amore per il prossimo; l’amore per Dio che diventa sorgente di amore più grande per il prossimo. Non a caso voi avete una antica e grande tradizione di volontariato, che è insieme libertà di iniziativa e superamento degli egoismi personali e di gruppo. A voi la mia lode e il mio incoraggiamento a proseguire su questa strada eminentemente evangelica».
Mi trovai a vivere l’evento del 23-24 settembre 1989 in una triplice veste. Anzitutto quella professionale, di cronista del quotidiano La Nazione, ruolo che in quelle ore richiese buona parte del tempo e delle energie, visto che si trattava di un evento storico a cui dedicare ampio spazio sulla cronaca cittadina. In secondo luogo quale componente del Comitato per la processione di Santa Croce che venne coinvolto nel più ampio «Comitato Accoglienza a Giovanni Paolo II», presieduto da monsignor Antonio Tigli. A questi due ruoli si aggiunse anche quello di volontario. Fondatore e animatore delle attività dell’Associazione intitolata a Don Franco Baroni; associazione che proprio nel 1989 lanciò il progetto dell’appuntamento biennale con le Giornate della prevenzione sanitaria (prima edizione il 6 e 7 maggio 1989) e che svolse un ruolo nell’organizzazione della terza edizione della Giornata del Volontariato. L’obiettivo iniziale era proprio quello di organizzare questo appuntamento, che aveva avuto due precedenti nella primavera 1985 e nell’ottobre 1987 in coincidenza con la visita di Giovanni Paolo II, allestendo gli stand in corso Garibaldi o in un altro spazio del centro storico che consentisse il passaggio di Papa Wojtyla. Tale obiettivo non venne raggiunto e così la Giornata del Volontariato venne rinviata al 6, 7 e 8 ottobre 1989, due settimane dopo la visita di Papa Giovanni Paolo II, con l’allestimento in piazza San Michele.
Venne comunque inserito nella visita di Papa Wojtyla l’incontro con gli ospiti del «Centro Italiano di Solidarietà» gruppo «Giovani e comunità», realtà molto attiva a Lucca, fin dal 1976, grazie all’opera di monsignor Bruno Frediani e al sostegno dell’arcivescovo monsignor Giuliano Agresti, sul fronte del sostegno e dell’assistenza ai poveri, agli emarginati, ai tossicodipendenti, ai malati; anche attivando le prime comunità intese soprattutto come stile di vita e come modello di relazioni.
Non fu dunque un caso che Giovanni Paolo II nel suo discorso in piazza Napoleone fece riferimento proprio al volontariato, in un periodo tanto ricco a livello locale, nazionale e internazionale sul fronte di questo modello di vita. Lucca aveva ospitato i convegni nazionali, aveva costituito il Centro Nazionale per il Volontariato nel novembre 1984 (quaranta anni fa), e in quello stesso anno 1989 aveva ospitato anche l’incontro di costituzione del Centro Europeo del Volontariato (Cev). Nel frattempo (17 dicembre 1985) l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la Risoluzione 40/212 aveva istituito la Giornata Internazionale del Volontariato che si celebra il 5 dicembre, con l’intento di elevare la consapevolezza sull’importante contributo del servizio di volontariato, in modo da stimolare più persone di ogni condizione a offrire i propri servizi come volontari, sia nel proprio paese sia all’estero, dimostrando che ancora oggi esiste gente di buon cuore disposta a rimboccarsi le maniche gratuitamente, investendo tempo ed energie a vantaggio del prossimo.
Ricordiamo anche la grande attenzione di Papa Giovanni Paolo II per i malati e i sofferenti, come emerge chiaramente dalla Lettera Apostolica «Salvifici Doloris» dell’11 febbraio 1984 e ancora dal Motu proprio «Dolentium Hominum» dell’11 febbraio 1985. Per questo motivo, alla vigilia della canonizzazione di Papa Wojtyla ci fu un incontro di preghiera nello stesso Pensionato «Don Luca Passi» che si trova in via Civitali 261 a Lucca, ovvero nella struttura che ha avuto il grande dono e il privilegio di ospitare Papa Giovanni Paolo II nella notte fra il 23 e il 24 settembre 1989, per circa 10 delle 16 ore e mezzo della sua visita a Lucca.
La cronaca di quella visita ricorda sei incontri con sette messaggi di Giovanni Paolo II.
- Con la cittadinanza e le autorità di Lucca in Piazza Napoleone.
- Con i rappresentanti della Chiesa locale nella Cattedrale di San Martino.
- Con i giovani in piazzale Arrigoni e con il ricordo del pellegrinaggio a Santiago de Compostela.
- Con le congregazioni claustrali dell’arcidiocesi di Lucca presso il Santuario di Santa Gemma Galgani.
- La Santa Messa per i fedeli dell’arcidiocesi nello stadio comunale di Lucca.
- Infine la visita agli ospiti del Villaggio del fanciullo e del «Centro Italiano di Solidarietà» di Lucca sulle Mura urbane.
Oltre la cronaca ci sono i ricordi di molti protagonisti di quelle 16 ore e mezzo fra il 23 e il 243 settembre 1989. Per esempio gli appartenenti alle forze dell’ordine chiamati a garantire la sicurezza sia durante gli eventi pubblici sia nella serata e nella nottata della permanenza del Papa a Lucca, in particolare nella villa di via Civitali.
Fu una giornata indimenticabile anche per i donatori di sangue lucchesi che avevano lo stesso gruppo sanguigno di Giovanni Paolo II. Per evitare sorprese in caso di emergenza (non dimentichiamo l’attentato avvenuto a Roma il 13 maggio 1981) i donatori di sangue rimasero per tutto il tempo della visita in una stanza dell’allora ospedale Campo di Marte. Fortunatamente tutto andò bene, grazie anche all’apparato della sicurezza, e non ci fu necessità di ricorrere a donazioni di sangue straordinarie e/o urgenti.
Poi un ultimo incontro lucchese, breve e fuori programma, ci fu la mattina del 24 settembre 1989 in Borgo Giannotti, precisamente in piazza della Croce affollata, dove Giovanni Paolo II si fermò per una preghiera e una benedizione, poi il ritorno al campo ex Balilla dove era ad attenderlo un altro elicottero che lo accompagnò a Pisa per la visita domenicale a quella città e alle sue istituzioni.