“Che si abbia il massimo della documentazione possibile – che siano registrazioni filmate, fotografie, testimonianze – perché arriverà un giorno in cui qualche idiota si alzerà e dirà che tutto questo non è mai successo”
(Generale Dwight D. Eisenhower, 1945)
Quando gli Alleati arrivarono a Weimar, nella Germania Ovest, scoprirono il campo di lavoro di Ohrdruf, uno dei 130 (!) sottocampi del più conosciuto campo di concentramento di Buchenwald. Si vede che non gli bastavano e allora i nazisti avevano creato anche i sottocampi.
Il “campo di lavoro” di Ohrdruf forniva una minima forza lavoro per le industrie belliche.
Ci rimanevano vivi quelli sani.
Gli altri su per il camino e via.
La maggior parte dei campi di concentramento nazisti venne liberata dai soldati della Armata Rossa, durante la loro potente offensiva da Est.
Oggi 27 gennaio, infatti si celebra la liberazione di Aushwitz, che in effetti a dispetto dalla vulgata cinematografica sbagliata, “La vita è bella”, non venne liberato dai carri armati americani come si vede nella parte finale del film, ma dai soldati russi della LX Armata al comando del Generale Pàvel Aleksèevič Kùročkin, appunto il 27 gennaio 1945,
Sul fronte occidentale, il 4 aprile del 1945 la IV Divisione US arrivò alle porte del campo di Ohrdruf.
I G.I. – Government Issue, nomigliolo dei soldati americani – rimasero scioccati alla vista delle brutalità e delle condizioni di vista dei reclusi. L’esistenza dei campi di concentramento era nota alle autorità Alleate, ma non ai soldati.
Il Comandante Alleato Supremo Generale Dwight Eisenhower fu informato e volle vedere di persona.
Entrò nel campo accompagnato dai Generali George Patton e Omar Bradley.
Dolore, disgusto, vergogna, sono i sentimenti comuni a tutti i soldati che fecero quella visita.
Eisenhower allora chiese e ottenne che alcuni membri del Congresso visitassero anche loro quel luogo di vergogna umana.
Dispose anche che fosse effettuato un ampio servizio cinefotografico, da parte del “Signal Corps”:
“Che si abbia il massimo della documentazione possibile – che siano registrazioni filmate, fotografie, testimonianze – perché arriverà un giorno in cui qualche idiota si alzerà e dirà che tutto questo non è mai successo”
Fece poi disporre anche che 1000 cittadini tedeschi della vicina città di Weimar, a pochi chilometri, fossero portati a visitare il campo, con una visita organizzata per mostrare tutti gli orrori; questo ebbe un effetto falsamente scioccante.
Si verificarono scene di incredulità, di disgusto, persone che si sentivano male, svenivano alla vista delle condizioni di vista dei sopravvissuti, delle fosse comuni, dei lager.
Ma era chiaro che tutti sapevano perfettamente che cosa accadeva nei campi di sterminio. Vedevano le lunghe colonne di persone in arrivo e il continuo fumo nero, grasso che usciva dal camino.
Non è che ci volesse un master universitario per capire.
A Buchenwald e nei suoi sottocampi furono uccise circa 55.000 persone; tra esse anche la Principessa Mafalda di Savoia, lasciata morire il 28 agosto 1944, per una infezione da gangrena intenzionalmente mal curata da parte del dottore nazista Gerhard Schiedlausky.
Fine delle trasmissioni.