24 maggio 1915 , L’Italia entra in guerra

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23 maggio 1915, ore 23.00 circa

Ponte sul Torrente/Fiume IUDRIO, Cormos.

Una pattuglia di finanzieri, Costantino Carta e Pietro Dall’Acqua sono di sentinella; presidiano quel ponte in legno.

Il finanziere Costantino Carta è già anziano,  richiamato in servizio e Pietro Dell’Acqua invece è appena uscita dalla scuola allievi finanzieri

Sono armati del fucile mod.91, in calibro 6,5. Arma standard per tutta la Forza Armata.

La Regia Guardia di Finanza a quel tempo aveva precisi compiti di difesa territoriale, in quanto addetta alla sorveglianza dei confini; come truppe di montagna portavano, e portano ancora oggi, sulla Uniforme di Rappresentanza il cappello alpino, al pari degli alpini.

Lo stato di guerra entrava in vigore contro l’Austria Ungheria alla mezzanotte del 24, come precisato nella dichiarazione di guerra trasmessa.

Secondo le istruzioni ricevute da S.M. il Re suo Augusto Sovrano, il sottoscritto ha l’onore di partecipare a S.E. il Ministro degli Esteri d’Austria-Ungheria la seguente dichiarazione: Già il 4 del mese di maggio vennero comunicati al Governo Imperiale e Reale i motivi per i quali l’Italia, fiduciosa del suo buon diritto, ha considerato decaduto il trattato d’Alleanza con l’Austria-Ungheria, che fu violato dal Governo Imperiale e Reale, lo ha dichiarato per l’avvenire nullo e senza effetto ed ha ripreso la sua libertà d’azione. Il Governo del Re, fermamente deciso di assicurare con tutti i mezzi a sua disposizione la difesa dei diritti e degli interessi italiani, non trascurerà il suo dovere di prendere contro qualunque minaccia presente e futura quelle misure che vengano imposte dagli avvenimenti per realizzare le aspirazioni nazionali. S.M. il Re dichiara che l’Italia si considera in istato di guerra con l’Austria-Ungheria da domani. Il sottoscritto ha l’onore di comunicare nello stesso tempo a S.E. il Ministro degli Esteri Austro-Ungarico che i passaporti vengano oggi consegnati all’Ambasciatore Imperiale e Reale a Roma. Sarà grato se vorrà provvedere a fargli consegnare i suoi.”

Un poco prima delle 24, verso le 22, 40… circa, i due finanzieri sentirono chiaramente parlottare delle voci e dei rumori sul ponte.

Le voci erano in austriaco.

Una pattuglia di guastatori austriaci aveva iniziato a minare il ponte.

Il giorno successivo sarebbe dovuta transitare le Brigate “RE” e “Pistoia” dirette verso l’interno del Friuli.

Dell’Acqua non perse tempo, caricato il ’91 esplose il primo colpo diretto verso le voci, e poi a seguire anche il collega Carta.

I due finanzieri spararono a lungo e gli austriaci risposero al fuoco, fortunatamente senza colpirli.

Invece il fuoco italiano fece un ferito, il sergente comandante l’unità di guastatori, che venne trovato ricoverato all’Ospedale di Cormons, un pochino… sforacchiato, ma vivo.

Purtroppo alle 04.00 del 24 maggio, un colpo di fucile austriaco uccideva sul Monte Natpriciar (cima secondaria del Monte Jeza) l’alpino Riccardo Giusto, 20 anni, in forza al Battaglione Cividale del 8 Reggimento Alpini.

Fu il primo caduto italiano della Guerra. 

Vittorio Lino Biondi
Vittorio Lino Biondi
Sono un Colonnello dell'Esercito Italiano, in Riserva: ho prestato servizio nella Brigata Paracadutisti Folgore e presso il Comando Forze Speciali dell'Esercito. Ho partecipato a varie missioni: Libano, Irak, Somalia, Bosnia, Kosovo Albania Afganistan. Sono infine un cultore di Storia Militare.

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