16° Cavalleggeri Lucca

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Negli scorsi articoli abbiamo parlato genericamente dei reparti militari di stanza Lucca nel XX secolo. Vediamo nel dettaglio, senza annoiare, come la loro “piccola storia” interseca e intreccia la Grande Storia.

Tra fine’800 e inizio’900 alloggiano a Lucca in momenti diversi, alcuni reggimenti di cavalleggeri; tra essi, i più noti degni di memoria locale sono: il 16° Cavalleggeri “LUCCA” e il 14° Cavalleggeri “ALESSANDRIA”.

Non tragga in inganno l’attento lettore le denominazioni ordinative dei reparti miliari che, sovente, riportano come nome identificativo i toponimi di città e località che poco afferiscono alla loro reale dislocazione; ad esempio la Brigata “Aosta” è di stanza in Sicilia; secondo me questo faceva parte di un piano segreto di inganno, per destabilizzare il nemico, ma tant’è…

Iniziamo a raccontare la storia del 16° Reggimento Cavalleggeri “Lucca” che porta il nome della città. I Cavalleggeri, come abbiamo già scritto, sono Cavalleria leggera, impiegata principalmente per compiti di esplorazione ricognizione e scorta. Eccezionalmente possono essere impiegati per azione di carica e sfondamento.

Particolarmente noti per l’eleganza e l’imponenza che la montura conferiva loro, verranno addirittura immortalati in un quadro del pittore Giovanni Fattori nel 1890: Il Cavalleggero.

I cavalleggeri sono così famosi da meritare addirittura la copertina della prestigiosa rivista “La tribuna illustrata”

Il nostro reparto, il 16° Cavalleggeri LUCCA verrà costituito nel 1859 e terminerà la sua “prima” vita militare, ma non le sue gesta, nel 1919; vedremo poi gli strascichi militari del nome…

La esatta denominazione iniziale è: “REGGIMENTO CAVALLEGGERI DI LUCCA (16°)”. Nasce in Toscana (a Pisa…sic!) per decreto in data 23 luglio 1859 per combattere nelle Guerre di indipendenza d’Italia. Inizialmente è denominato “Divisione Cavalleggeri Toscani”, ma lo stesso anno, il 14 novembre, viene ridenominato “Cavalleggeri di LUCCA”; quindi il 26 marzo 1860 è incorporato nel Regio Esercito in seguito alla annessione delle regioni toscane e sarde. Il successivo riordinamento del 10 settembre 1871 (dopo l’Unità d’Italia), vede la riorganizzazione dell’Arma di Cavalleria e la nuova denominazione “16° Reggimento Cavalleria (Lucca)”. Quindi il Regio Decreto del 45 novembre 1876 lo rinomina Reggimento Cavalleria Lucca (16°) e con il successivo R.D. del 16 dicembre 1897 assume la denominazione definitiva di Reggimento Cavalleggeri di Lucca (16°).

Molto bella la divisa costituita da un chepì bianco, con pennacchi neri. Mostrine a fiamme nere e bianche. Il motto reggimentale recita: “Gladium pro patria et rege”.

I cavalli, come abbiamo già scritto, provenivano dagli allevamenti di Persano, la famosa “Razza Persano”

Come armamento, i cavalleggeri usavano essenzialmente moschetti da cavalleria Mod ’91 cal. 6, 5 portati nella fonda a fianco della sella, pistole a rotazione Mod. 1889 Bodeo cal.10,35 e la sciabola da cavalleria, nei vari modelli.

Per questo reggimento, fu composta anche una marcia per pianoforte del reggimento: qui vediamo la copertina con dedica di una gentildonna al Comandante del reggimento.

Rimane accasermato a Lucca fino al 1909; le gentildonne della città confezionano un apposito “Stendardo” che viene donato al Comandante, e “autorizzato” ad essere affiancato alla bandiera di guerra.

Piacevole la vita in guarnigione a Lucca.

Qui un aperitivo dei Cavalleggeri al Caffè delle Mura

Ma le cose belle nel nostro ambiente, non funzionano, mai; cominciano i primi “rumors” di trasferimento e allora i vari deputati locali… si interessano, interpellano, chiamano loro, sentono, “ho parlato”, “ho scritto”, “mi riferisce”… un po’ come oggi.

Infatti; nonostante le lettere formali… una tra molte… quella dell’Onorevole Francesco Croce al Sindaco,

oppure quella dell’Onorevole Matteucci, rassicuratrice in tale senso, che garantisce la permanenza a Lucca del reggimento,

Nel 1909 proprio il 16° Reggimento Cavalleggeri “Lucca” viene trasferito a Saluzzo, conservando il nome originario.

Succede.

Quando da Roma ti assicurano di una cosa, è già troppo tardi.

E il Comandante di reggimento scrive così una bella lettera di commiato alla città.

Nella nostra città arriverà l’anno successivo, il 14° Reggimento Cavalleggeri “Alessandria”. Vedremo anche quello…

Vediamo i principali fatti d’arme del 16°: impiego antibrigantaggio dal 1862 al ’64; 3°Guerra di Indipendenza contro l’Austria a Custoza e a San Lucia del Tidone; impiego in Eritrea (Africa) nel 1887/’88;

Guerra Italio-Turca e operazioni in Libia, 1911, 1912, 1915;

Nella foto troviamo anche il capitano Ernesto Tarditi, che successivamente rincontreremo al comando del 14° Rgt. Cavalleggeri “Alessandria” in altra importante circostanza.

Quindi il 16° è impegnato  nella Grande Guerra, Teatro Europeo, Macedonia, Albania, 1915, 16, 17, 18.

Giusto per gradire, nel 1916 sono i Cavalleggeri del “16° Lucca” ad entrare e liberare Gorizia. In quella circostanza si guadagna anche una “citazione all’Ordine del Giorno di Cavalleria”, per aver tenuto le posizioni delle trincee di Monfalcone, Plava e Canale.

Il 16° termina l’impegno operativo in Macedonia, quindi la smobilitazione al termine della Grande Guerra con il Decreto del 21 novembre 1919 che riduce gli organici e chiude il 16° che consegna lo Stendardo al “Reggimento Cavalleggeri (19°) Guide di Salerno.”

Successivamente, per esigenze belliche della Seconda Guerra Mondiale, il 1° aprile 1943 verrà ricostituito d’urgenza presso il deposito dei “Lancieri di Vittorio Emanuele II” di Bologna, e assumerà la nuova denominazione di Reggimento di Cavalleria Motorizzata “Cavalleggeri di Lucca”, come parte della Divisione Corazzata di Cavalleria “Ariete”.

In seguito ai tragici eventi dell’8 settembre, su ordine del Gen. Cadorna, il Reggimento Cavalleggeri Lucca verrà impiegato nella difesa Nord della capitale contro i tedeschi.

In particolare viene inviato verso Manziana di Roma, con il compito di sbarrare il movimento delle colonne corazzate tedesche. In queste azioni subisce la perdita di 33 uomini e 93 feriti.

Il I° Gruppo Squadroni, è impiegato a Monterosi, una località a Nord di Roma.

In questa circostanza, un piccolo gruppo di genieri, comandati dal Sottotenente Ettore Rosso (al quale verrà intitolata poi la Scuola del Genio della Cecchignola di Roma, presso la quale mi onoro di aver cominciato la mia vita militare), ricevono l’ordine di sbarrare la strada per Roma ai tedeschi, schierando un campo minato lungo una strada di accesso. Ma l’incalzare rapido degli eventi, con il sopraggiungimento di una autocolonna tedesca, impedisce la realizzazione dell’ostacolo minato. Visto l’avanzare delle truppe tedesche, il Sten. Ettore Rosso, in accordo con quattro genieri, fa esplodere tutto il carico delle mine sugli autocarri provocando la distruzione di un ponte e quindi lo sbarramento richiesto; al prezzo della loro vita.

Assieme a loro, in rinforzo, vi sono anche due Cavalleggeri del “LUCCA” che muoiono nella stessa esplosione.

Praticamente ignorati dalla storiografia ufficiale, per meri impedimenti burocratici, tanto da essere riportati come “IGNOTI” nei due cippi ricordo, presso il monumento a Monterosi, la loro memoria è stata nel tempo recuperata, con fatica, dalle Associazioni d’Arma e dall’UNUCI e oggi abbiamo la identificazione dei due valorosi cavalleggeri che portano il nome di “Lucca” nella difesa della capitale: Gargantino Angelo e Muci Paolo Alfonso.

Due Cavalleggeri del “Lucca”!

Successivamente, grazie a questa azione di ritardo, può sopraggiungere il reggimento Motorizzato “LUCCA” che affronta il “Kampfgruppe” Groesser in discesa su Roma.

In seguito ai combattimenti il Reggimento, su ordine, si scioglie e lo Stendardo viene consegnato per la successiva custodia alla “Guide”.

Finisce così la piccola storia del 16° Rgt. Cavalleggeri “Lucca”, qui riportata grazie all’eccezionale lavoro di recupero storico e archivistico del Geom. Bruno Giannoni che ha scritto ben due pubblicazioni sull’argomento:

Ringrazio altresì il personale dell’Ufficio Leva e dell’Archivio Storico del Comune di Lucca, che hanno permesso, con una attenta e precisa opera di gestione del materiale militare ivi conservato, di non perdere la nostra memoria. È opportuno che si prosegua con una operazione di catalogazione e di conservazione di tutto ciò che attiene a queste settore cittadino-militare, per avere a disposizione una fonte documentale probante e dettagliata, base di tutti i lavori di ricerca storia.

Vittorio Lino Biondi
Vittorio Lino Biondi
Sono un Colonnello dell'Esercito Italiano, in Riserva: ho prestato servizio nella Brigata Paracadutisti Folgore e presso il Comando Forze Speciali dell'Esercito. Ho partecipato a varie missioni: Libano, Irak, Somalia, Bosnia, Kosovo Albania Afganistan. Sono infine un cultore di Storia Militare.

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6 Commenti

  1. Bella questa rievocazione dei nostri cavalleggeri. Fra l’altro avevo uno zio, Sergio Di Grazia, che militò nel reggimento Cavalleggeri di Alessandria con il grado di sergente. Partecipò alla seconda guerra mondiale sul fronte albanese e poi di stanza a Codroipo come addestratore delle reclute.
    massimo di grazia

  2. Grazie Vittorio, per avermi dato notizia dell’esistenza della cavalleria di Lucca e il suo impiego e la sua evoluzione.

  3. Bella e precisa rievocazione del reggimento Cavalleggeri Lucca. Sono appassionato cultore della Arma di Cavalleria. Sarò a Lucca nel primo fine settimana di settembre in occasione di Murabilia.
    Un saluto particolare all’autore Giannoni per i due volumi riguardanti il 16° Lucca.

  4. recentemente con una significativa cerimonia è stata aggiornata a Monterosi la lapide che ricorda le gesta del Sten Rosso e dei suoi genieri aggiungendo i nomi dei due cavalleggeri

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